“Lenovo ha chiuso a marzo il suo anno fiscale 2018/2019, che si è rivelato profittevole, e nel cuore di questo trimestre porta in Italia il nuovo brand ThinkBook figlio anche degli investimenti in ricerca e sviluppo per un valore di 1,4 miliardi di dollari all’anno”.
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Emanuele Baldi, amministratore delegato di Lenovo Italia, apre così la presentazione Lenovation (Lenovo e Innovation) della line-up Pcsd (pc e smart device) e della strategia per il nuovo anno (2019/2020, con fiscal year che inizia ad aprile 2019) e prosegue: “La proposizione di prodotto end-to-end – dagli smartphone alle soluzioni per i data center – ha dato i suoi frutti. Lenovo matura così il suo fatturato annuale migliore di sempre, superiore ai 50 miliardi di dollari, con una crescita del 12,5% anno su anno. Un dato significativo, perché ottenuto in una serie di mercati consolidati e in alcuni casi in decrescita. E sono arrivati i profitti“.
Per i due gruppi di prodotto Lenovo – Intelligent Devices Group (Idg – con pc, tablet, AR/VR smart device, software e servizi e gli smartphone Motorola) e Data Center Business Group (Dcg – con storage, networking, software, servizi e ovviamente i server – business acquisito da Ibm nel 2014) – dopo alcune sofferenze negli anni trascorsi, in cui Lenovo ha pagato gli sforzi di integrazione, sono arrivati i risultati.
Lenovo oggi matura globalmente un utile netto di 597 milioni di dollari (+786 milioni rispetto all’anno precedente); ora, per la prima volta dall’acquisizione di x86 e Motorola, il fatturato e gli utili sono in crescita per tutte le business unit.
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Cresce la redditività con utili prima delle tasse di 180 milioni di dollari, +389% anno su anno e un utile netto di 118 milioni di dollari (in crescita del 261% anno su anno). Data center group beneficia della proposta hyperscale e software defined infrastructure (rispettivamente con un fatturato in crescita del 240% e del 96% anno su anno).
Baldi:“Chi produce profitti può investire. E fare innovazione senza la possibilità di investire è impossibile. Si tratta di una relazione diretta”. Il quadro di ottimismo del gruppo Pcsd (divisione pc e smart devices) emerge dalla fotografia che vede Lenovo al primo posto a livello mondiale per market share (23,4%), di unità pc vendute e di ricavi (+14%).
Numeri che non includono l’integrazione di Fujitsu (acquisizione di novembre 2017). Anno su anno, Lenovo è riuscita a crescere quasi a doppia cifra in un mercato maturo (+9,5%). Anche Dell è cresciuta (terzo vendor, +4,5%) e anche HP (seconda posizione +0,9%) ma con percentuali molto diverse. Tra i primi cinque vendor ci sono poi Apple (quarto posto, -5,2%) che sembra non avere più la spinta innovativa degli anni passati e Acer (-1,7%).
Lenovo marca ancora una certa sofferenza nell’ambito consumer e in Europa il vendor è al secondo posto e a livello globale. Baldi: “Questo impatta sul risultato”. A incontrare invece i favori del mercato in modo netto è la famiglia dei ThinkPad (+30% anno su anno).
Nuova linea per il business
Ora, sempre in ambito commercial, sarà interessante registrare l’accoglienza della nuova famiglia ThinkBook, vera e propria derivazione di quella ThinkPad.
ThinkBook è il nuovo marchio di prodotti dedicati alle piccole e medie imprese che fa il suo debutto con il modello ThinkBook 13s. Si tratta di laptop ultrasottili che riuniscono la portabilità e la facilità d’uso dei dispositivi consumer e la potenza di calcolo delle Cpu Intel di ultima generazione, ma allo stesso tempo i servizi di supporto commercial. I ThinkBook hanno anche un prezzo di ingresso inferiore ai ThinkPad ma con un design molto curato come in tutte le linee di prodotto.
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La strategia di Lenovo per il nuovo FY
Baldi offre anche un outlook sul futuro, su cosa bolle in pentola: “La linea di prodotti tradizionale nel mondo dei personal computer marca a livello globale un trend negativo, per Lenovo ancora più accentuato. Noi per questo ci siamo e ci stiamo focalizzando sulle linee di prodotto più innovative, i thin-and-light, che rappresentano il 90% del nostro mercato. Abbiamo già investito in questa area e continuiamo a investire. Ce ne sono però altre che crescono in modo ancora più significativo e su queste puntiamo in modo deciso“.
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Alcuni esempi sono le soluzioni di servizio e tutta l’area delle applicazioni di realtà aumentata e virtuale, soprattutto collegate al mondo b2b. Per quanto riguarda i servizi, Lenovo si prepara a spingere l’offerta di Device as a Service (DaaS). Non si tratta di un leasing finanziario o del noleggio del device, comprende invece tutta la parte di servizi collegati alla soluzione finanziaria. E ancora nel what’s next di Lenovo ci sono le proposte di Commercial IoT e per lo Smart Office.
Questo mercato (Solution Services, AR/VR, Daas, Commercial IoT, Smart Office e Vertical Solutions) rappresenta oggi un’opportunità commerciale per Lenovo con un previsionale di valore da 112 miliardi di dollari tra il 2019 e il 2020 e i 208 miliardi di dollari tra il 2022 e il 2023 (fonte Idc).
Prosegue Baldi: “Il business core dei pc è in netto calo, quello dei device più innovativi cresce ma non in modo esplosivo, e già lo presidiamo. Puntiamo quindi a fare innovazione con le migliori tecnologie smart e a creare nuove soluzioni, sia in ambito consumer sia in ambito professionale, per incontrare e interfacciare tutta la parte di connettività che l’ambito Commercial IoT richiede attraverso una smart infrastructure, sfruttando la nostra presenza end-to-end dal client al data center. Con un occhio particolare ai vertical”.
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La combinazione di big data e dispositivi smart con le risorse di calcolo dell’infrastruttura intelligente rende infatti possibile creare modelli nuovi per fornire ai clienti un diverso approccio rispetto ai processi aziendali. Chiude Baldi: “Fornire soluzioni alternative, e influenzare il mercato con proposte innovative, permette di cambiare i modelli di utilizzo delle tecnologie e quindi i processi aziendali. Questo ci consente di avere un ruolo innovativo nel ciclo produttivo delle aziende e rappresentare una voce di maggior peso nello sviluppo del business anche delle terze parti, ben oltre il pezzo di ferro”.
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