Bill McDermott sarà il nuovo presidente e Ceo di ServiceNow dalla fine del 2019, prendendo il posto di John Donahoe che, a sua volta, diventerà il nuovo Ceo di Nike dal 13 gennaio 2020 (rimanendo però nel board di ServiceNow fino a giugno 2020, per agevolare la transizione al nuovo management).
Insomma, dopo 17 anni di Sap e una quindicina di giorni “vacancy” da quando aveva annunciato le dimissioni da Ceo con effetto immediato, Bill Dermott entra in ServiceNow portando il suo backgroud software in una azienda che ha scelto di essere cloud nativa da sempre. La trasformazione di Sap da on premise verso il cloud – che McDermott ha portato avanti, contribuendo a triplicare il valore di mercato di Sap, oggi attorno ai 140 miliardi di dollari – è solo l’ultimo capitolo di una storia con un passato in Siebel, Gartner e Xerox.
Prende in ServiceNow il posto di John Donahoe, Ceo dal 2017, stimato, con una forte dedizione al cliente e all’innovazione (nel consiglio di amministrazione già dal 2014) con risultati di crescita anno su anno del 30% e una capitalizzazione di mercato triplicata.
L’invito del Ceo uscente a McDermott è quello di rimanere focalizzato sull’execution e concentrato sui risultati che oggi, alla chiusura del terzo trimestre fiscale, vedono ServiceNow in linea con le aspettative. “L’obiettivo è raggiungere un fatturato legato alle sottoscrizioni che oscilla tra 3,240 e 3,245 miliardi di dollari, con una crescita del 36-37% anno su anno” fa sapere l’azienda. Donahoe è attualmente presidente di PayPal Holdings e dal 2008 al 2015 è stato Ceo di eBay.
In Nike, l’attuale Ceo Mark Parker rimarrà come presidente esecutivo nel consiglio direttivo, continuando la spinta verso la trasformazione digitale molto forte intrapresa dal brand sportivo, grazie a e-commerce, tecnologia, riposizionamento, nuovi mercati, clienti al centro.
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