Con la crescita di un numero sempre maggiore di lavoratori mobili, le aziende si trovano a gestire una superficie di esposizione ancora più ampia. Con rischi più elevati, perché di fatto si dissolvono i confini di quella che una volta era l’area sicura sotto il controllo dell’azienda e le organizzazioni diventano vulnerabili a violazioni di dati, malware e attacchi ransomware.
Sono rilievi ben documentati anche dal Barometro Cybersecurity realizzato da NetConsulting cube, che fotografa l’incremento del perimetro esposto agli attacchi 75%, la presenza di sistemi complessi ed interconnessi 70% legati all’introduzione di tecnologie IoT e alla diffusione del paradigma 4.0, un incremento del volume dei dati da gestire, strutturati e non strutturati (+44%).
Arginare le minacce richiede tecnologie sempre più puntuali, soprattutto in tempi di smart working, ma anche un approccio innovativo che garantisca la business continuity dell’azienda, anche in momenti di difficoltà.
E’ una sfida raccolta da Akamai che con Zero Trust propone un modello per proteggere l’azienda e favorirne la crescita. Ne parlano – moderati da Emanuela Teruzzi, direttore responsabile di Inno3 nel webinar dedicato – Pierfrancesco Squillace, Enterprise Sales Executive, Akamai e Marco Bianchi, Solutions Engineer, Akamai, che illustra uno specifico interessante caso d’uso.
Squillace e Bianchi dettagliano i vantaggi della soluzione, per quali aziende è pensata questa tecnologia, le tempistiche di implementazione della soluzione in modo da capire in quanto tempo sia possibile mettere in piedi un’infrastruttura per la business continuity, anche in casi di emergenza.
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