La crescita del database non relazionale (NoSql) MongoDB è direttamente collegata all’attenzione che proprio gli sviluppatori dedicano al DB oggi utilizzato da oltre 27mila realtà a livello globale. Disponibile con licenza interpolata Gnu/Apache, MongoDB si è sviluppato negli anni come vera e propria data platform, con una serie di vantaggi caratterizzanti: facilita ed automatizza il provisioning, la configurazione e la distribuzione delle risorse necessarie in modo che i team possano “ridimensionare” le capacità del database a seconda del bisogno; e per quanto riguarda la sicurezza propone un controllo degli accessi semplificato al database, con istanze distribuite in un virtual private cloud (Vpc) univoco per garantire l’isolamento della rete.
In occasione di MongoDB.live, l’evento mondiale di due giorni tenutosi nel cuore di luglio con una serie di workshop interattivi, dedicati ad utilizzatori e sviluppatori, è stata presentata una serie di passi in avanti relativi all’ultima versione 5.0 e Atlas Serverless.
Così le inquadra Dev Ittycheria, presidente e Ceo di MongoDB: “Le novità presentate oggi semplificano l’esperienza degli sviluppatori e permettono di creare applicazioni innovative e scalabili per una vasta gamma di casi d’uso, in modo più veloce]…[“.
Per le aziende oggi è prioritario riuscire ad ottenere un vantaggio competitivo mettendo a valore la mole di dati a disposizione. Da qui lo sviluppo della piattaforma per fornire supporto nativo alle serie temporali, la preview dei database serverless in Atlas e gli sforzi per i miglioramenti di Atlas Search – ora gli utenti possono applicare formule matematiche sui campi all’interno dei documenti che influiscono sulla loro rilevanza, come la popolarità o la distanza – Atlas Data Lake (per insight significativi in tempo reale su Aws S3 per esempio senza bisogno di spostare i dati) e Realm.
Quest’ultima è la proposta end-to-end per dati mobile di MongoDB, che ora permette di memorizzare i dati di gioco, come punteggi e statistiche dei giocatori, e sincronizzarli automaticamente tra i dispositivi, con un importante investimento nel supporto di più framework multipiattaforma.
MongoDB 5.0 e Atlas, le novità
Ora MongoDB 5.0 consente di supportare una gamma più ampia di carichi di lavoro, ed introduce nuove modalità di utilizzo per applicazioni più longeve migliorando gli aspetti legati alla privacy e alla sicurezza, mentre le linee guida di sviluppo convergono sulla volontà di facilitare il lavoro agli sviluppatori – attraverso i cluster multicloud, le istanze serverless in Atlas la possibilità di abilitare implementazioni private e ibride gestite da Ops Manager 5.0 e Kubernetes.
Nello specifico le novità ora riguardano, appunto, il supporto per serie temporali native, indicizzazione per cluster e funzioni “windowing” per agevolare sviluppo ed esecuzione delle applicazioni negli scenari IoT e di analisi finanziaria, la possibilità di cambiare la chiave shard in tempo reale in base alla crescita e all’evoluzione dei carichi di lavoro, senza tempi di inattività del database o migrazioni complesse, ma soprattutto si fa notare la possibilità di disaccoppiare il ciclo di vita applicativo da quello del DB con relativi vantaggi nella protezione degli investimenti nel DB grazie alle possibilità di versionamento dell’Api che consente di valorizzare quindi anche le applicazioni più longeve.
Invece, per quanto riguarda la sicurezza negli scenari multicloud, con l’introduzione di Field Level Encryption (Fle) si dispone di uno strumento potente di controllo sulla privacy dei dati e sui cluster multicloud; sostenuto da audit sempre attivo e dalla rotazione dei certificati, MongoDB 5.0 aiuta quindi gli utenti a mantenere una sicurezza rigorosa senza interruzione delle applicazioni, e con la libertà di eseguire le applicazioni ovunque.
Infine, per quanto riguarda la proposizione di database serverless, in occasione dell’evento su MongoDB Atlas sono state rese disponibili in anteprima istanze serverless con il supporto delle funzionalità più recenti di MongoDB. Senza preoccuparsi della compatibilità e degli aggiornamenti è possibile semplicemente selezionare una regione cloud e poi costruire con documenti che mappano direttamente gli oggetti nel codice.
Tra i casi d’uso, è interessante l’utilizzo di MongoDB da parte di Bosch, nell’esperienza di Erwin Segerer, software developer, Bosch.io: “Prima di MongoDB 5.0, il servizio cloud IoT Insights di Bosch si basava su una soluzione personalizzata con un proprio modello di dati su misura per i dati delle serie temporali. Questo approccio rendeva tutto più complesso sia per i nostri sviluppatori che per i nostri clienti. MongoDB 5.0 e le raccolte di serie temporali semplificano lo stack tecnologico e migliorano l’esperienza dell’utente. “I dati IoT sono memorizzati in un formato ottimizzato – prosegue Segerer – che riduce il consumo di storage, consentendo anche query e analisi rapide ed efficienti rispetto ai dati. Ciò permette agli utenti di ottenere degli insights più velocemente, non importa se si tratta di dati di serie temporali o non-temporali, il tutto mentre si lavora con un’unica Api di query intuitiva e potente”.
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