Il Covid è diventato rilevante per aziende e governi. Si parla di 4,4 trilioni (migliaia di miliardi) di dollari spesi in digitale entro il 2023, con una crescita del 14% rispetto agli investimenti fatti nel 2020. In uno scenario in cui il 64% delle aziende ritiene necessario sviluppare nuovi business digitali entro il 2023, portandosi a bordo profili professionali digitali nel 44% dei casi… Sono le considerazioni da cui parte l’intervento di Carlo Bozzoli, Global Cio di Enel, alla presentazione dei dati della Cio Survey 2021, per sottolineare il legame sempre più stretto tra tecnologia e business, che ha permesso in questi anni al Cio di uscire dalla propria nicchia e alle aziende di avviare un processo trasformativo, grazie al digital, con impatti significativi sul business.

In un contesto che vede un impegno e investimenti significativi anche da parte dei governi: negli Usa la National Science Foundation stima investimenti di 50 miliardi di dollari annui tra il 2021 e il 2027 in robotica, ricerca scientifica e chip (sui 250 miliardi totali); in Europa il NextGenerationEU investirà nella transizione digitale una quota di circa 66 miliardi di dollari all’anno nel periodo 2021-2023 (sui 198 miliardi annui complessivi); in Cina il governo stanzierà 233 miliardi di dollari all’anno in investimenti per AI, big data, cloud, blockchain, VR, AR, infrastrutture smart fino al 2025 (su 1.400 miliardi). “Sono dati che confermano quanto il digital nel corso dell’ultimo anno sia diventato ancora più importante nelle agende non solo delle aziende ma dei governi, spinto dal Covid con una crescita che ha cambiato radicalmente e trasformato i modelli di business in tempi rapidi, 18-24 mesi”.

Tutte tecnologie digitali, cross settoriali, che subiranno un’ulteriore accelerazione (cloud da 53% a 77% nei prossimi 4 anni, Iot da 22% a 47%, robotics da 20% a 42%, edge computing da 10% a 31%, solo per citarne alcune) e che alzano il livello di attenzione da parte delle aziende sulle competenze necessarie per lo sviluppo futuro. “In questo scenario il ruolo del Cio ha acquistato sempre più rilevanza. Da tecnico puro a business leader, da colui che agisce per rispondere alle richieste del business a collaboratore nel creare valore, da colui che veniva considerato un costo a colui che può creare opportunità, che sposta il focus dalla tecnologia all’impatto sulle tecnologie. Al servizio della leadership e con l’impegno a sviluppare talenti che non solo semplicemente degli specialisti IT per gestire il business as usual ma sono talenti in grado di re-immaginare il futuro”.

Il modello Enel

Ora il Pnrr si pone come una opportunità (191 miliardi di euro in arrivo) che può spingere elettrificazione, transizione energetica, circular economy e transizione digitale. Ma guardiamo cosa è stato fatto in Enel in questi 18 mesi per superare la pandemia. “E’ andata bene perché, ben prima dell’emergenza sanitaria, siamo stati visionari su una serie di trend nel percorso di digitalizzazione e nel tentativo di platformization di un settore industriale che sta cambiando profondamente, dai combustibili fossili alle rinnovabili”.

Carlo Bozzoli, Global Cio -Digital Solutions Director di Enel

Spiega Bozzoli come: concentrandoci sul rapporto con i clienti anche in ottica phigital per rendere ben integrati i canali, ponendo attenzione su come attrarre i clienti esterni e come valorizzare i dipendenti, introducendo il tema dell’agile (in una azienda data-driven) per capire come potersi trasformare in ottica fluida rispetto al contesto esterno, abbracciando il cloud (“scelta attuata dal 2015”) con grande attenzione al tema della cybersecurity e, da ultimo, affrontando il tema della platformization.
“Perché l’IT è uscita dalla propria comfort zone e si è estesa, diventando piattaforma all’interno dell’azienda. Il dipartimento IT ha agito per far sì che diventassimo una software company noi che eravamo un’utility, per far sì che si innescassero modelli di business a livello di piattaforma. Un team IT non più chiuso nella torre di avorio ma con una maggiore percezione dell’azienda e dell’ecosistema esterno, perché siamo persone che possono contribuire alla definizione della strategia. Per fa sì che da un approccio reattivo per rispondere alle richieste degli altri dipartimenti, si passasse a una collaborazione alla pari con il business nel creare valore, non più percepiti come costi da amministrare (una sorta di male necessario) ma come un fluidificatore, contribuendo in modo umile al potenziale che il digital esprime. L’IT è visibile in funzione degli elementi che è in grado di collegare”.

Per non sprecare il Pnrr

In questo contesto l’impegno nella crescita di talenti e delle persone, in uno scenario di mancanza di competenze generalizzato (l’indice Desi lo conferma), fa sì che la scelta converga verso chi sa immaginare il futuro, o meglio verso coloro che “funzionano” all’interno di una organizzazione che si deve trasformare. “E qui entra in scena anche il tema del Pnrr. Saremo capaci di scaricare a terra questa quantità di risorse nel tempo e con le modalità di rendicontazione richieste, senza disperdere energie e tempo in questi anni? Diventa fondamentale il tema della qualità e quantità delle risorse per beneficiare di fondi messi a disposizione dell’Europa, perché questo Pnrr non rimanga incompiuto, con risorse da restituire a Bruxelles per incapacità di progettualità e gestione”.

“Stiamo cercando di usare il Pnrr come grande occasione di rilancio infrastrutturale del nostro Paese – continua Bozzoli -. L’energia è un elemento di costo importante e serve passare da combustibili fossili a rinnovabili e idrogeno verde, un passo decisivo per l’elettrificazione dei consumi, attraverso il potenziamento delle reti con una transizione energetica forte”. E in modo critico precisa: “Non spendiamo i soldi del Pnrr per importate materiale dall’estero senza costruire filiere importanti sia nel mondo dei servizi sia della PA. Ma lavoriamo per definire il processo di decarbonizzazione nel nostro Paese, in ottica circolare e sostenibile, con reti di ricarica e creando filiere locali”.

Sei sfide per i Cio

Sono sei le sfide future sul tavolo dei Cio, secondo Bozzoli.
Outsourcing vs insourcing, che porta a rafforzare le competenze interne per aumentare la qualità delle soluzioni e la capacità di orchestrare l’ecosistema dei fornitori.
Efficienza vs adattabilità, che significa essere un po’ meno efficienti ma molto più capaci di adattarsi a contesti mutevoli.
IT platform vs platform operating model, che guarda al modo in cui l’azienda deve operare, a 360 gradi. “Per anni abbiamo parlato di tecnologia, ma da sola non basta. Dobbiamo contribuire a creare un modello di azienda che parta dai modelli di funzionamento delle platform company, che operi in logica di piattaforma”.
Development vs adoption, che significa attenzione all’utilizzo di tecnologie innovative che siano pienamente comprensibili dagli utenti.
Innovazione vs sostenibilità, conciliando innovazione tecnologica e tutela dell’ambiente, attraverso modelli di business circolari, cercando di ragionare su quanto è sostenibile in termini di riuso quello che è realizzato.
Open company vs full servitization company, capendo quanto sia fondamentale crescere internamente, aprendo l’organizzazione verso l’ecosistema esterno per promuovere le eccellenze locali anche all’estero.
“Non è importante quanto spendiamo ma come spendiamo in tecnologia. Fino a prima della pandemia l’80% degli investimenti veniva fatto per gestire l’esistente, oggi il 60% per il cambiamento e il 40% per l’as is. Come andiamo a utilizzare le risorse addizionali del Pnrr? Non dobbiamo spalmare il digitale sull’esistente, dobbiamo trasformare. E’ un tema complesso, di cultura, politica, aziendale. Costruire qualcosa che trasformi l’infrastruttura e le competenze, oppure usare la tecnologia di altri sviluppata fuori dall’Italia che ci dia un boost ma che rischierà di essere solo una bolla di iniziative e risorse destinata a sgonfiarsi?”.
L’istruzione, ben prima dell’azienda, non può che essere un investimento, serve un ripensamento di fondo nel fare formazione e scuola, svecchiando un modello impostato mezzo secolo fa.

Leggi tutti gli approfondimenti dello Speciale Cio Survey 2021

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