La sostenibilità per le aziende è un tema di business sempre più strategico, non una mera questione di compliance o di marketing. Nella tavola rotonda organizzata durante il secondo incontro del ciclo dedicato alla Sostenibilità Digitale promosso da Tim e Google Cloud, insieme a NetConsulting cube, i partecipanti hanno condiviso le loro esperienze sul tema. Il dibattito moderato da Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube, è un’occasione di confronto tra la community dei Cio e quella dei responsabili della sostenibilità in azienda, con tre speaker d’eccezione ad animare la discussione.

Sostenibilità digitale: la tavola rotonda del secondo webinar
Sostenibilità digitale: la tavola rotonda del secondo webinar

Sostenibilità è creare valore condiviso con gli stakeholder

Marisa Parmigiani, head of Sustainability & Stakeholder Management di Unipol Group, esordisce riprendendo alcuni concetti della testimonianza di Enel: “Ho trovato l’esperienza di Enel interessante ed efficace: dobbiamo cercare modelli che ci aiutino a trasformare la transizione da un costo ad un’opportunità. La capacità di inventare sistemi di finanziamento è qualcosa che ti porta a scommettere sulla transizione. Nella mia opinione la sostenibilità ha due interconnessioni: una con la competitività e una con linnovazione. Non ci può essere sostenibilità senza innovazione e, allo stesso tempo, la sostenibilità è una leva fondamentale di competitività”.

Marisa Parmigiani, Head of Sustainability & Stakeholder Management di Unipol Group
Marisa Parmigiani, Head of Sustainability & Stakeholder Management di Unipol Group

Parmigiani racconta come Unipol Group oggi interpreti la sostenibilità: “Noi siamo degli investitori istituzionali e come tali abbiamo delle politiche di social investing. Per anni abbiamo adottato delle politiche seguendo i cosiddetti “criteri negativi”, scartando tutto ciò che aveva un tasso di rischio Esg troppo alto. Poi però ci siamo accorti che in questo modo ci proteggevamo dall’erosione di valore, ma non ne producevamo. Per produrre valore devi selezionare le best-in-class sul mercato nel loro settore in termini di sostenibilità, coloro che performano ad un livello superiore alla media: questo significa che queste aziende avranno anche un elevatissimo tasso di innovazione a livello globale e una capacità di ascoltare e includere il punto di vista degli stakeholder”.

Per Unipol il tema degli stakeholder è fondamentale: “Per noi la multistakeholdership è un tema storico: abbiamo un’identità aziendale che nasce in questo contesto e ancora oggi continuiamo ad avere una governance multistakeholder perché consideriamo fondamentale la capacità di creare valore condiviso per progettare prodotti e servizi. L’assicurazione oggi è un servizio che integra in modo fondamentale l’innovazione tecnologica (IoT, machine learning, …) e riesce a creare valore condiviso” conclude Parmigiani.

Sostenibilità è innovazione di prodotti e processi

La tavola rotonda prosegue con l’intervento di Eleonora Giada Pessina, Group Sustainability Officer di Pirelli che spiega come la sostenibilità sia centrale per il modello di gestione di Pirelli: “Il Piano Strategico dell’azienda, che attraversa tutta la catena del valore, è sviluppato considerando gli scenari futuri al 2030 per quanto riguarda tutti i temi collegati alla sostenibilità: l’aumento della popolazione, la scarsità di risorse e materie prime, il cambiamento climatico, la mobilità del futuro, la cybersecurity. Il piano poggia sulla mitigazione dei rischi e sulla la presa di opportunità in termini di competitività dell’azienda per gli anni a venire”.

Anche Pirelli trova sinergie con il modello raccontato da Enel nell’intervista di apertura del webinar: “Pur essendo due business completamente differenti, abbiamo entrambi come obiettivo quello di competere sul business della sostenibilità di prodotti e processi. Pirelli si è data degli obiettivi di carbon neutrality al 2030 e di utilizzo di sole energie rinnovabili al 2025; per questo motivo guardiamo con l’evoluzione dell’offerta di fonti energetiche alternative da parte del mercato, avendo un business che produce sia energia elettrica che energia termica. Dobbiamo costruire nel modo più efficace e più efficiente la nostra curva di decarbonizzazione”.

Eleonora Giada Pessina, Group Sustainability Officer di Pirelli
Eleonora Giada Pessina, Group Sustainability officer di Pirelli

Centrale per il modello di sostenibilità di Pirelli è l’innovazione, strettamente interconnessa con il digitale. “Per noi l’innovazione riguarda tutta l’azienda: l’organizzazione, i processi, i modelli gestionali, i prodotti. Siamo riusciti a realizzare, grazie alla tecnologia che è nel nostro Dna, dell’innovazione disruptive di prodotto – spiega Pessina. Questo ci ha spinto, per esempio, a trovare nuovi materiali di tipo sostenibile che possano sostituire materiali fossili. Inoltre, nell’ambito della digitalizzazione del prodotto, siamo stati i primi a livello mondiale a sperimentare Cyber Tyre, un device sensorizzato che unisce gli aspetti digitali e di elettronica in un pneumatico, che può dialogare con l’auto e che sarà sempre più in grado di fornire informazioni fondamentali per la safety del passeggero e del traffico a tutta l’infrastruttura in ottica di autonomous driving.”

Non solo innovazione di prodotto, ma anche di processo. “Sull’innovazione dei processi poniamo molta attenzione alla catena di fornitura e al tema della tracciabilità, che per Pirelli è abbastanza complesso avendo una catena del valore molto lunga. Per fare un esempio: abbiamo 9 milioni di piccoli produttori di gomma naturale sparsi nel Sud Est asiatico che producono un semilavorato che, mediamente, passa in nove anelli di catena prima di arrivare al processatore, che è il soggetto con cui noi ci interfacciamo”. L’attenzione costante alla produzione sostenibile dei pneumatici ha portato Pirelli a realizzare, insieme a Bmw, “il primo pneumatico al mondo certificato Fsc (standard dell’Ong Forest Stewardship Council) per la gomma naturale, un lavoro durato cinque anni che dimostra come l’aspetto innovativo in Pirelli non pervade solo prodotto, ma anche il processo, l’idea e la competitività”.

Il Cio misura l’impatto del digitale sulla sostenibilità

Infine, Marco Moretti, Group Cio di A2A porta al tavolo di discussione il punto di vista del Cio sui temi della sostenibilità e dell’innovazione in azienda. Rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, A2A si è impegnata sugli obiettivi 7, 9, 11 e, in particolare, sul numero 12 (garantire modelli di consumo e produzione sostenibilità): A2A è, infatti, player nazionale sull’economia circolare.

Marco Moretti, Group Cio di A2A
Marco Moretti, Group Cio di A2A

Come il Cio può contribuire alla sostenibilità dell’azienda? “Voglio dare qualche numero del nostro piano di trasformazione digitale – esordisce Moretti -. Abbiamo analizzato gli impatti dei progetti digitali sugli obiettivi di sostenibilità dell’azienda (Sdg): di 188 progetti digitali realizzati in 10 anni, circa 100 hanno impatti sugli Sdg. Quindi più della metà dei progetti di digitalizzazione in A2A possono contribuire al raggiungimento della sostenibilità. Il Cio è chiamato a misurare l’impatto del digitale sulla sostenibilità”.

Un altro elemento che incrocia digitale e sostenibilità riguarda l’aver inserito nel sistema Mbo di tutte le persone della divisione digitale dei Kpi di sostenibilità, con un peso del 10% circa – prosegue Moretti -. “Infine, nel nostro Piano industriale abbiamo come azienda l’obiettivo a 10 anni di investire il 90% dei nostri investimenti (in totale sono previsti 16 miliardi di investimenti) in obiettivi Sdg. Abbiamo anche riclassificato gli investimenti IT (0,9 miliardi in 10 anni), in termini di tassonomia, sulla base degli obiettivi di sostenibilità”.

La tavola rotonda ha evidenziato le molteplici sfaccettature della sostenibilità aziendale. Il dibattito proseguirà nel prossimo incontro previsto per il 28 ottobre.

Leggi tutti gli approfondimenti della Room Il Digitale per la Sostenibilità

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