L’edge computing è uno dei mercati dell’information and communication technology che presenta i tassi di crescita più sostenuti. Secondo le ultime stime di Sirmi infatti tale mercato, pur avendo ancora dimensioni abbastanza ridotte (190 milioni di euro nel 2022), è previsto far registrare nei prossimi anni un tasso di crescita medio per il periodo 2022-2025 pari al 25%. Sono innumerevoli gli ambiti per cui le soluzioni di edge computing possono trovare spazio in azienda, per comprendere però quali sono i principali abbiamo intervistato un campione di oltre 100 realtà italiane di grandi dimensione e realizzato questa InnoGrafica.
Quello che è emerso è una speciale classifica di use case, che vede in quinta posizione il ricorso all’edge per supportare la real time collaboration, design and engineering di prodotti e soluzioni al fine di rendere sempre più simile a quello che avviene in aziende l’esperienza di lavoro da remoto. Le necessità di content delivery si posizionano al quarto posto in quanto il 26% delle aziende ha la necessità di ridurre se non annullare i tempi di latenza per il trasferimento di dati e informazioni dal centro alla periferia, non solo per i servizi di infotainment ma anche per la fornitura di servizi a valore aggiunto.
Salendo di un gradino, troviamo che per il 32% delle realtà intervistate l’edge è utile per garantire migliori performance nell’accesso a dati e informazioni di sedi periferiche, consapevoli che aziende data-driven non possono ritardare decisioni critiche per colpa di problemi di latenza. Quasi 6 aziende su 10 si appoggiano all’edge computing per supportare processi legati alla manutenzione predittiva evoluta, per ridurre i rischi di inattività e garantire la continuità di servizi.
Il principale caso di utilizzo dell’edge computing è risultato il monitoraggio e il controllo di impianti e siti critici distribuiti sul territorio. Quasi il 75% delle aziende infatti investe in queste soluzioni per assicurare efficienza, sicurezza e resilienza nelle fabbriche, negli uffici e nei siti produttivi, per preservare gli aspetti economici e produttivi, e garantire la brand awareness, ad esempio con l’attenzione agli aspetti dell’Esg.
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