Recentemente Agid ha reso pubblici due documenti importanti per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione italiana. Il primo è l’Aggiornamento 2025 (in Gazzetta Ufficiale il 30 gennaio) del “Piano Triennale per l’informatica nella PA 2024-2026″. Il secondo, la bozza delle “Linee Guida per l’Intelligenza Artificiale nella PA”, messe sotto consultazione popolare dal 18 febbraio al 20 marzo.

Due atti concatenati.

Partiamo dalla pubblicazione dell’Aggiornamento 2025 (180 pagine) del “Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2024–2026” reso necessario dall’incalzare di nuove normative (leggi Dora, Nis2, AI Act…), nuove tecnologie (leggi AI) e dal contesto socioeconomico in cui viviamo (leggi inflazione, dazi, guerre).

Perché il Piano, pur fisso nella sua struttura, rimane un testo “working in progress” che indirizza tempi, obiettivi e modi della trasformazione della macchina complessa della pubblica amministrazione. E che richiede un riallineamento periodico tra gli attori che lo hanno ideato (pubbliche amministrazioni, settore privato e università) e la definizione di strumenti che mettano in grado le PA di portare avanti progetti trasformativi.

E proprio di strumenti operativi l’aggiornamento parla.

Nello specifico mette in evidenza 16 strumenti che rappresentano buone pratiche e check-list che le PA possono adottare per pianificare i propri interventi. Una sorta di “cassetta degli attrezzi” per lavorare al meglio, con 16 schede descrittive che rispondono a varie esigenze, dall’approvvigionamento Ict, alla mappatura dei risultati con le gare attese, dagli appalti alla strategia di data governance, all’intelligenza artificiale.

In particolar modo il piano suggerisce l’uso della AI in alcuni ambiti specifici (automazione di compiti ripetitivi), nel rispetto dei principi generali determinati a livello comunitario, con particolare attenzione ai diritti delle persone, alle categorie di rischio definiti dall’AI Act, all’etica. Tocca argomenti come trasparenza e non discriminazione, responsabilità e informazione, inclusività e accessibilità, privacy e sicurezza, formazione e  competenze, fino all’obbligo di valutare come vengono gestiti i dati da parte del fornitore di tecnologia AI.

Ed è qui che entra in scena il secondo documento (previsto direttamente dal Piano Triennale), che mira a definire “Le Linee Guida per l’Intelligenza Artificiale nella PA”, e garantire l’allineamento delle applicazioni di AI italiane ai valori europei in termini di adozione, acquisto e sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale pubblici.

La logica delle Linee Guida rimane quella di voler dare strumenti operativi alle PA per progettare la strategia di sviluppo e di implementazione di sistemi di AI, tramite la valutazione di impatto, di rischio, gli indicatori di prestazione ed etica.
Il documento redatto da Agid – di 119 pagine è ora sottoposto all’iter della consultazione preventiva pubblica necessaria per essere emanato, un mese in cui la collettività è chiamata ad esprimersi sulle modalità di adozione dei sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio da parte della PA, con particolare riferimento agli aspetti di conformità normativa e di impatto organizzativo.

La consultazione, aperta il 18 febbraio, si concluderà il 20 marzo: chiunque è interessato può avanzare proposte di revisioni testo, modifiche, integrazioni per migliorare il documento nella forma o nel contenuto. Nel documento 13 sono gli step che definiscono il modello corretto di adozione dell’AI (dalla definizione della strategia alla identificazione dei casi d’uso), per garantire una efficace implementazione, data per scontata l’aderenza della proposta all’AI Act europeo (qui il link al Forum Italia per dare il proprio contributo).

Credo che valga le pena leggere i due documenti nella loro interezza per capire l’entità dello sforzo richiesto alla PA (necessario, contro ogni resistenza) ma anche suggerire migliorie a un tema che tocca tutti.

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