La trasformazione digitale della pubblica amministrazione e la progressiva armonizzazione dei servizi pubblici nell’Unione Europea si arricchiscono di un tassello importante: il Single Digital Gateway (Sdg), lo Sportello Digitale Unico dei servizi pubblici. L’obiettivo è creare un unico punto d’accesso ai servizi digitali di tutti i Paesi membri, semplificando la vita a imprese e cittadini che operano su scala internazionale. L’Italia, con il coordinamento tecnico dell’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) e la guida del Dipartimento per gli Affari Europei, gioca un ruolo di primo piano perché ha completato nei tempi attesi le attività previste dal Regolamento UE 2018/1724. E’ lo stesso Regolamento con cui è stato istituito il Single Digital Gateway.
Cos’è il Single Digital Gateway
L’idea di fondo è rendere disponibili in un singolo portale – raggiungibile attraverso il sito Your Europe, consultabile in più lingue – tutte le informazioni e i servizi pubblici essenziali. Concretamente, si tratta di un punto di accesso digitale unico a procedure amministrative e servizi di pubblica utilità per chi lavora, fa impresa o semplicemente risiede in uno Stato membro differente dal proprio. Attraverso lo Sportello Digitale Unico, i cittadini europei possono, ad esempio, acquistare e registrare un veicolo, accedere a cure sanitarie, iscriversi all’università, avviare un’impresa o portare a termine altri procedimenti amministrativi all’estero, evitando ostacoli burocratici dovuti alla scarsa conoscenza delle normative locali o a iter gestiti ancora in modalità cartacea. Per assicurare che questo accesso sia omogeneo e sicuro in tutto il territorio dell’Unione, il Regolamento promuove la digitalizzazione delle procedure e l’adozione del principio “once-only” secondo il quale una PA non dovrebbe chiedere più volte ai cittadini dati già in suo possesso. Una semplificazione molto sentita dalle persone perché evita ripetizioni inutili, errori e ritardi, agevolando così la partecipazione alla vita di più Paesi.
Your Europe e il sistema Oots
Il canale di accesso unificato del Single Digital Gateway è, come accennato il portale online Your Europe, che offre informazioni di carattere generale – dalla normativa sul lavoro a quella fiscale, fino alle regole per lo studio – e al tempo stesso indirizza gli utenti verso le procedure nazionali pertinenti. Per esempio, se un imprenditore tedesco desidera aprire una filiale in Italia, potrà consultare le informazioni disponibili in tedesco o in un’altra lingua europea, ricevendo indicazioni e link diretti ai servizi italiani necessari per completare l’operazione.
Dietro le quinte, questo meccanismo di cooperazione digitale tra Paesi UE si basa su un sistema di recupero automatico dei dati chiamato Oots (Once Only Technical System), che garantisce il riutilizzo transfrontaliero delle informazioni già possedute da una PA. In altre parole è l’applicazione sul campo del principio “once-only” per cui se un cittadino francese deve presentare documenti o attestazioni già prodotti in Francia, la PA italiana potrà riceverli in automatico, senza costringerlo a duplicare la documentazione. Uno scambio che avviene con standard elevati di sicurezza, a tutela della privacy e dei dati personali.
A che punto è l’Italia con Agid
Sotto la guida del Dipartimento per gli Affari Europei, la governance italiana del Single Digital Gateway si avvale del coordinamento tecnico di Agid, che supporta le amministrazioni centrali e locali nel processo di reingegnerizzazione dei servizi, nell’adozione di piattaforme interoperabili e nel monitoraggio continuo dei risultati. Parallelamente, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale è titolare del sub-investimento dedicato all’Sdg nell’ambito del Pnrr, mettendo a disposizione i fondi necessari per accompagnare le PA nell’adeguamento dei sistemi. Questo sforzo congiunto ha favorito la creazione di un ecosistema digitale pubblico più coeso, riconoscibile e trasparente. Dal punto di vista operativo, Agid ha svolto una funzione di raccordo: da un lato ha verificato che le procedure individuate come prioritarie dall’Europa, e implementate dalle singole amministrazioni, fossero effettivamente digitalizzate. Dall’altro, ha garantito un’interconnessione agevole tra i servizi erogati in Italia e la piattaforma europea Your Europe, in modo che i cittadini e le imprese potessero accedere alle informazioni e finalizzare i procedimenti anche da un Paese diverso dal proprio.
Il catalogo dei servizi
Uno dei risultati più rilevanti raggiunti dall’Italia è la messa online del Catalogo dei servizi italiano, che elenca e rende fruibili le 19 procedure prioritarie individuate dall’UE, corrispondenti a oltre 150 procedimenti amministrativi gestiti da diverse 33 pubbliche amministrazioni italiane. Questo catalogo è un vero e proprio snodo, concepito per permettere ai cittadini e alle imprese di orientarsi fra le diverse tipologie di richieste, dalle più semplici – come l’iscrizione anagrafica – a quelle più articolate, relative all’avvio di un’attività di impresa con componenti internazionali.
Grazie al lavoro di armonizzazione tra i sistemi italiani e quelli europei, il Catalogo si integra con l’infrastruttura Sdg in modo trasparente: cittadini e imprese, dal portale Your Europe vengono reindirizzati direttamente alla sezione corrispondente del Catalogo italiano, dove possono completare la procedura online, senza passare da uffici fisici o dover richiedere permessi aggiuntivi in più sedi. E’ la visione “one-stop shop” per rendere più efficace, semplice e inclusiva l’interazione tra PA e utenza.

La realizzazione del Single Digital Gateway in Italia non è solo un obbligo normativo derivante dalla legislazione europea, ma rappresenta anche un traguardo nel processo di trasformazione digitale che il Paese porta avanti. L’inclusione di questa iniziativa nel Pnrr ha fornito un sostegno finanziario e politico essenziale per spingere le amministrazioni, anche quelle localmente radicate con risorse più limitate, a innovare e a interoperare con le piattaforme centrali.
Per l’Italia, inoltre, mettere in campo un sistema nazionale integrato con l’infrastruttura europea significa valorizzare l’attrattività del Paese. I soggetti stranieri che vogliono stabilirsi o avviare un business in Italia trovano ancora differenze marcate tra i vari sportelli e interpretazioni locali. Una volta a regime, lo Sportello Digitale Unico ridurrà gli ostacoli amministrativi, rendendo più semplice ottenere visti, permessi, licenze e accesso a servizi essenziali.
Sebbene il traguardo più importante – la messa in esercizio del Single Digital Gateway – sia stato raggiunto, il percorso della trasformazione digitale europea non si ferma. È plausibile che l’elenco delle procedure prioritarie si ampli, includendo anche servizi innovativi e ulteriori settori d’interesse transfrontaliero (si pensi, ad esempio, alla green economy e alla digitalizzazione dei processi doganali). Di conseguenza, le PA saranno chiamate ad aggiornare costantemente i propri sistemi e a consolidare la cultura del “once-only” all’interno delle strutture operative.
Dal punto di vista strategico, l’Italia continua a investire nel rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica, perseguendo l’obiettivo di una piena interoperabilità tra banche dati, piattaforme di identità digitale e sistemi di pagamento elettronico. Il monitoraggio, il dialogo con la Commissione Europea e con gli altri Stati membri permetteranno di adeguare il Catalogo dei servizi e i processi correlati alle nuove direttive e raccomandazioni dell’UE.
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