Nel cuore dell’estate, Las Vegas ospita VMware Explore 2025 che avvia il vero e proprio tour Explore in giro per il mondo. Occasione, per Broadcom, di marcare con decisione la direzione di VMware in una fase ancora di trasformazione. Le parole del Ceo, Hock Tan non lasciano dubbi sui trend: “Il cloud privato rappresenta oggi non solo un’alternativa credibile, ma il modello di riferimento verso cui le imprese guardano per conciliare agilità, controllo e sicurezza”.

Dopo anni di narrazione centrata su public e hybrid cloud, la strategia tiene in primo piano la capacità di VMware di offrire una piattaforma unica e coerente che permetta alle aziende di gestire in modo più semplice e prevedibile le proprie risorse digitali.

Hock Tan
Hock Tan, Ceo di Broadcom, apre il keynote di VMware Explore 2025 a Las Vegas

In questo quadro, VMware Cloud Foundation (Vcf) assume un ruolo ancora più centrale rispetto al passato: non più solo “architettura” tecnologica, ma cuore di un ecosistema che intende evolversi per sostenere le modern application e i carichi di lavoro emergenti, in particolare quelli legati all’intelligenza artificiale. Il messaggio di Broadcom è chiaro: la competitività delle imprese passa dalla possibilità di adottare un cloud privato in grado di offrire la stessa esperienza del pubblico, ma con garanzie di governance, personalizzazione e sovranità dei dati. VMware rappresenta allora il tassello strategico per un percorso per consentire alle aziende di trovare il “punto di equilibrio tra innovazione e controllo, aprendo una nuova fase di crescita per il private cloud a livello globale”. La prospettiva tracciata guarda oltre il presente e si lega al ruolo che l’intelligenza artificiale ha nel ridisegnare processi e modelli di business. Broadcom con VMware intende proporsi come piattaforma abilitante per un’adozione dell’AI che resti sotto il pieno controllo delle imprese, preservando privacy, compliance e sicurezza. Nel lungo termine, la visione è quella di un private cloud capace di integrare nativamente le nuove tecnologie emergenti, diventando lo spazio in cui applicazioni data-driven e agenti intelligenti possono evolvere senza vincoli dettati dalle limitazioni tecnologiche.

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Prashanth Shenoy, VP of Product Marketing, Vcf Division, Broadcom

Noi seguiamo questo percorso sulla base dell’analisi proposta da Prashanth Shenoy, VP of Product Marketing, Vcf Division, e Umesh Mahajan, VP e general manager, Application Networking and Security division di Broadcom. VMware Cloud Foundation 9.0 è il motore di un cloud privato moderno, integrato e capace di sostenere la prossima ondata di applicazioni data-driven e AI-native – esordisce Shenoy – mentre stiamo assistendo a un vero e proprio reset del cloud con le aziende che cercano modelli più efficienti e sicuri, soprattutto per l’AI”. Vcf 9 pone allora le basi di una piattaforma in grado di unire efficienza operativa e servizi avanzati per sviluppatori e data scientist. Guida l’evoluzione la volontà di superare la frammentazione che caratterizza ambienti IT ibridi e multicloud, mentre Vcf 9 è grado di supportare contemporaneamente applicazioni tradizionali, containerizzate e carichi di lavoro AI, con governance e sicurezza nativa richieste.

VMware Cloud Foundation, l’evoluzione

Per Shenoy, Vcf 9, ora in general availability, rappresenta il risultato di oltre un milione di ore di ingegneria e di più di 8mila brevetti messi in campo. E la soluzione è già adottata su larga scala: nove aziende Fortune 10 l’hanno implementata, con oltre 100 milioni di core Vcf licenziati. La logica è, appunto, quella del private cloud come modello operativo di riferimento, con la possibilità di estendere la stessa infrastruttura in data center on-premise, ambienti edge, cloud gestiti mantenendo la sovranità dei dati. Punto centrale dell’evoluzione di Vcf è l’integrazione nativa dei Private AI Services. Se fino allo scorso anno la fondazione Private AI con Nvidia era proposta come componente aggiuntiva, ora diventa parte integrante della sottoscrizione Vcf 9. Questa mossa risponde a una precisa esigenza di mercato: la transizione dall’AI “sperimentale” all’AI in produzione “perché oltre il 70% delle imprese intende eseguire i propri modelli AI su cloud privati, spinta da vincoli di costo, privacy e compliance, spiega Shenoy. I servizi includono Gpu monitoring, repository di modelli, runtime multi-accelerator, builder per agenti AI, database vettoriali e funzioni di indicizzazione e retrieval. L’obiettivo è garantire la stessa efficienza operativa che VMware ha portato al mondo della virtualizzazione Cpu, alle Gpu, con benchmark interni che dimostrano il mantenimento del 99% delle prestazioni bare metal, ma in più capacità di vMotion e Drs applicabili ai carichi AI.

La gerarchia dei bisogni AI - Private AI as a Service
La gerarchia dei bisogni AI. La Private AI as a Service 

Una seconda direttrice riguarda la riduzione dell’attrito tra team IT e sviluppo. Secondo Shenoy, “i developer spendono fino a un giorno alla settimana per gestire integrazioni con l’infrastruttura, un peso che rallenta l’innovazione”. E Vcf introduce servizi pensati per eliminare questo overhead: supporto GitOps con Argo CD, integrazione Istio per il service mesh, gestione multicluster Kubernetes centralizzata, e soprattutto native S3 Object Store in vSan, che consente di gestire file, blocchi e oggetti con un workflow unificato. La collaborazione con Canonical, ne parliamo ancora più avanti, arricchisce il quadro con l’uso dei “chiseled containers” Ubuntu a ridurre superficie di attacco e peso delle immagini, migliorando sicurezza ed efficienza.

Terzo punto
la resilienza. L’aumento degli attacchi ransomware e la complessità normativa spingono Broadcom a rafforzare il capitolo della Vcf Advanced Cyber Compliance. Il nuovo servizio introduce funzioni di monitoraggio continuo della compliance, remediation automatizzata con SaltStack e immagini container sicure con supporto enterprise.

Il tema è di attualità: secondo le ricerche citate, il 65% degli attacchi a grandi organizzazioni comporta cifratura dei dati, e il 71% delle multinazionali fatica a rispettare normative multi-paese, per questo con Vcf si propone un approccio unificato che elimina la frammentazione delle soluzioni puntuali: le funzionalità annunciate includono cyber recovery automatizzato in clean room isolate, disaster recovery orchestrato, rilevamento avanzato di malware fileless e capacità di resilienza potenziata grazie a VMware Live Recovery.

VDefend nel solco dei modelli zero trust

Dal lato della sicurezza applicativa, Umesh Mahajan, illustra invece le evoluzioni di vDefend, il sistema integrato per proteggere il traffico est-ovest e prevenire movimenti laterali degli attaccanti. “I firewall perimetrali non bastano più – spiega -. Servono visibilità profonda e difesa multilivello”.

Umesh Mahajan
Umesh Mahajan, VP e general manager, Application Networking and Security division, Broadcom

E vDefend integra firewall distribuito e funzionalità Atp (Advanced Threat Prevention) con rollout progressivo: dall’identificazione dei servizi critici fino alla segmentazione granulare delle applicazioni. Gli ultimi miglioramenti portano la scala a 200mila regole firewall e prestazioni oltre i 20 terabit per istanza di controllo. Nuovi tool di analisi permettono di ottimizzare le policy e semplificare il troubleshooting. Accanto alla sicurezza, Mahajan presenta inoltre le innovazioni di Avi Load Balancer, una sorta di software stack unico, con licenza integrata e automazione nativa per accelerare il deployment delle applicazioni fino al 90%. La componente distintiva è l’analisi integrata: health score applicativo, metriche di latenza e osservabilità avanzata supportano i team operativi nella gestione. Avi introduce inoltre supporto per crittografia post-quantistica, autenticazione Tls reciproca e valutazioni Waf integrate. Nei contesti AI agentici, sono compiti critici indirizzati grazie all’integrazione con Model Context Protocol (Mcp) – offre load balancing e protezione Waf nativa per i flussi AI –  contribuendo a ridurre le nuove superfici d’attacco.

Unire dati e AI

Purnima Padmanabhan
Purnima Padmanabhan, Gm di Tanzu, Broadcom

Sul versante applicativo, la divisione Tanzu ha annunciato Tanzu Data Intelligence, una piattaforma data lakehouse multimodale che si integra con Tanzu Platform 10.3. L’obiettivo è colmare il divario tra dati strutturati e non strutturati, spesso non accessibili ai team AI. Ne parla così Purnima Padmanabhan, GM Tanzu, facendo riferimento alle organizzazioni che “devono comprendere che l’architettura moderna delle app e dei dati è fondamentale per il ciclo di sviluppo dell’AI”. La piattaforma fornisce accesso unificato a bassa latenza, supporta query Sql e ricerche semantiche su dati vettorializzati, e offre strumenti per ingestion, orchestrazione e governance dei dati. L’integrazione con Tanzu Platform consente di pubblicare applicazioni e agenti AI in un marketplace interno, automatizzare la modernizzazione delle app esistenti e monitorare vulnerabilità con dashboard dedicate.

AI e private cloud, vision e partnerhip

Le direttrici presentate a Explore 2025 evidenziano allora una convergenza chiara: private cloud come modello operativo, AI come driver di trasformazione, sicurezza e compliance come prerequisiti, produttività degli sviluppatori come acceleratore. Una traiettoria che, secondo Shenoy, non riguarda più progetti pilota ma “la produzione su larga scala di applicazioni AI e agentiche, con l’obiettivo di portare valore concreto al business”. L’evoluzione di VMware nella Cloud Foundation passa anche attraverso partnership mirate che ampliano le possibilità della piattaforma. Con Nvidia, Broadcom rafforza ancora una collaborazione di lunga data per integrare nel cloud privato moderno le più recenti tecnologie di calcolo accelerato. Il supporto alle Gpu Nvidia Blackwell (comprese TX Pro 6000 Server Edition e le B200 di prossima disponibilità), abilita capacità inedite per il training e l’inferenza di modelli generativi su larga scala.

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Paul Turner, VP Product della divisione Vcf, Broadcom

“Una partnership, quella con Nvidia che consente di unire innovazione AI e affidabilità enterprise, senza compromessi in termini di efficienza e semplicità operativa”, riprende Paul Turner, VP Product della divisione Vcf nei keynote. Parallelamente, la collaborazione estesa con Canonical, cui abbiamo già fatto riferimento, si concentra sul miglioramento della produttività degli sviluppatori e sulla sicurezza dei container. L’adozione dei chiseled containers consente cicli di sviluppo più rapidi, minore consumo di risorse e una significativa riduzione della superficie di attacco. In aggiunta, l’integrazione di driver Gpu “precompilati” nelle immagini Ubuntu semplifica il deployment in ambienti isolati, riducendo complessità e tempi di rilascio.

Si tratta di fondo di alleanze che puntano a consolidare Vcf come piattaforma di riferimento non solo per l’infrastruttura, ma anche per lo sviluppo applicativo e l’esecuzione di carichi AI mission-critical, all’interno di un unico ecosistema. Un esempio l’accordo strategico con Walmart, che ha scelto Broadcom come vendor di riferimento per le soluzioni di virtualizzazione. L’implementazione di Vcf permette al colosso retail di unificare le operazioni cloud ed edge su scala globale e porta consistenza e resilienza in un contesto altamente distribuito. L’obiettivo è duplice: migliorare l’efficienza operativa e accelerare lo sviluppo di nuovi servizi digitali per un’esperienza omnicanale senza interruzioni. 

Traiettorie di lungo termine

Le partnership con Nvidia e Canonical e il caso Walmart chiariscono ulteriormente la traiettoria Broadcom. Da un lato, l’integrazione delle tecnologie di calcolo accelerato e dei container sicuri punta a fare di Vcf il fulcro su cui costruire un ecosistema AI-native, capace di garantire flessibilità e governance. Dall’altro, proprio il caso Walmart testimonia come il private cloud non sia semplicemente una scelta tecnologica, ma un abilitatore di modelli di business in settori eterogenei, dal retail ai servizi finanziari, dalla sanità alla pubblica amministrazione, ma quanto ancora su misura delle nostre piccole e medie imprese (anche in relazione ai prezzi lievitati? La visione di lungo termine proposta a VMware Explore 2025 resta l’idea di un private cloud moderno che evolve oltre il concetto di infrastruttura, quindi come base per accelerare anche l’innovazione applicativa e l’adozione dell’intelligenza artificiale. In questa prospettiva, VMware è sì catalizzatore di trasformazione, con l’ambizione di supportare le imprese nella costruzione di un futuro digitale governato, sostenibile e orientato al valore di business, ma perde forse il taglio di una proposta ritagliabile su misura, “sartoriale” come è stata in passato.

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