L’invecchiamento della popolazione è uno dei fenomeni sociali ed economici più rilevanti di questi anni. In Italia, secondo i dati Istat, oltre il 24% della popolazione ha più di 65 anni, una percentuale destinata a crescere nei prossimi decenni. Questa dinamica porta con sé sfide importanti per il sistema sanitario e per il modello di welfare: sempre più persone avranno bisogno di assistenza, cure e supporto nelle attività quotidiane, mentre le risorse disponibili – in termini di personale sanitario e caregiver – non cresceranno con la stessa rapidità.
Il contesto
In questo scenario, il tema dell’assistenza agli anziani fragili e alle persone affette da patologie neurodegenerative, come Alzheimer e demenze, diventa centrale. Le strutture residenziali assistite (Rsa) e il sistema sanitario nazionale si trovano a dover gestire un carico crescente, con il rischio di non riuscire a garantire livelli adeguati di cura e qualità della vita. È qui che la tecnologia, se utilizzata in modo responsabile e con un approccio realmente human-centered, può offrire un supporto concreto.
Il progetto Daisi&Ron nasce con questa missione: integrare robotica, intelligenza artificiale e realtà virtuale per promuovere l’invecchiamento attivo, monitorare le funzioni cognitive e alleggerire il carico sugli operatori. Finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) nell’ambito del Piano Nazionale Complementare (Pnc) e sviluppato come parte dell’iniziativa Anthem– AdvaNced Technology for Human centEred Medicine, Daisi&Ron è coordinato dal Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini dell’Università di Torino, con il contributo di Teoresi Group e della società spin-off Intravides, nata sempre in ambito UniTo.
Avviato ufficialmente proprio in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer (21 settembre), il progetto si inserisce in un contesto multidisciplinare che unisce ricerca clinica e neuroscienze con competenze tecnologiche avanzate in AI, robotica e realtà immersiva. Una collaborazione che ha l’obiettivo non solo di sperimentare strumenti innovativi, ma anche di definire modelli replicabili di assistenza e supporto per il futuro della sanità.
Il bisogno
Il bisogno all’origine dello sviluppo del progetto Daisi&Ron è duplice. Da un lato, risponde alla necessità di monitorare e stimolare le funzioni cognitive degli anziani, individuando tempestivamente i segni di Alzheimer e altre patologie neurodegenerative. Dall’altro, punta a offrire un sostegno concreto a caregiver e operatori sanitari, spesso sotto pressione per carichi di lavoro elevati e mancanza di risorse.

Come spiega il professor Alessandro Vercelli, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e del Nico dell’Università di Torino, “in una società che invecchia, con un continuo aumento dei bisogni di assistenza, è necessario ideare nuove soluzioni a supporto del sistema sanitario nazionale e dei suoi operatori. Non possiamo pensare che i robot sostituiscano i caregiver, ma di sicuro potranno integrare e supportare il personale, raccogliendo inoltre dati utili per l’assistenza e la cura dei soggetti”. L’idea è quindi quella di costruire un sistema capace di integrarsi con i percorsi clinici già esistenti, fornendo dati clinici e comportamentali che possano essere utilizzati per personalizzare le terapie, anche in chiave non farmacologica. Allo stesso tempo, gli anziani possono essere coinvolti in attività stimolanti, come esercizi cognitivi o giochi interattivi, favorendo un invecchiamento più attivo e rallentando il declino delle funzioni cognitive. Un ulteriore elemento riguarda il coinvolgimento dei caregiver coetanei: circa l’85% degli anziani fragili è assistito da persone della stessa età, spesso con capacità fisiche e cognitive ridotte. Daisi&Ron tiene conto di questa dinamica, sviluppando strumenti che possano aiutare non solo il paziente, ma anche chi lo assiste, creando un ecosistema di supporto più sostenibile.
Le soluzioni e il contributo delle aziende
Il progetto prevede un insieme di azioni mirate a monitorare e stimolare le funzioni cognitive degli anziani, intervenendo in particolare sulle capacità di memoria, attenzione e orientamento. Per farlo, vengono utilizzati ambienti digitali immersivi come le escape room in realtà virtuale, che si configurano come “serious games” con finalità riabilitative. La componente robotica affianca questi strumenti svolgendo funzioni assistenziali leggere e rendendo possibile un’interazione continua con l’utente, mentre l’intelligenza artificiale consente di gestire la comunicazione uomo-macchina in modo naturale e personalizzato. La fase di sperimentazione si svolge all’interno di living labs, ambienti reali ma controllati, in cui anziani, operatori sanitari e caregiver possono testare le soluzioni per valutarne l’efficacia e il grado di accettazione.

Al centro del progetto si colloca il robot assistenziale Teo, programmato e sviluppato da Teoresi. Teo è stato pensato per muoversi in autonomia negli ambienti grazie a una dotazione di sensori che gli garantiscono percezione a 360 gradi e capacità di evitare ostacoli. È in grado di interagire vocalmente con gli utenti, rispondere a semplici domande e proporre stimoli cognitivi, diventando un compagno quotidiano per l’assistenza e l’esercizio. Un’altra funzione rilevante è quella di accompagnare le persone lungo percorsi predefiniti, facilitando la mobilità e riducendo l’isolamento. L’attuale fase di test, condotta in scenari controllati presso la sede di Torino e nei laboratori dell’Università, serve a verificare affidabilità e sicurezza delle funzionalità sviluppate, anticipando la futura applicazione clinica nelle Rsa.
In questo modo Daisi&Ron non solo propone un uso innovativo della tecnologia in ambito sanitario, ma apre la strada a un nuovo modello di assistenza integrata, in cui il robot non sostituisce la relazione umana, ma la affianca, alleggerendo il carico dei caregiver e raccogliendo al tempo stesso dati clinici e comportamentali utili per una terapia personalizzata.
Il coordinamento scientifico del progetto è affidato al Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini dell’Università di Torino, riconosciuto come Dipartimento di Eccellenza dal Mur. Il dipartimento porta nel progetto competenze avanzate nella ricerca di base e clinica sulle neuroscienze e garantisce la validazione scientifica delle soluzioni sviluppate. Il robot e gli strumenti digitali testati nei living labs dell’ Uni offriranno dati fondamentali per disegnare percorsi di adozione sostenibili e integrabili nel sistema sanitario. Il contributo tecnologico principale arriva da Teoresi Group, società di ingegneria con sedi internazionali e una forte specializzazione in soluzioni innovative.

Teoresi ha sviluppato l’architettura del sistema, integrando la piattaforma di realtà virtuale creata da Intravides e programmando il robot assistenziale Teo. Come spiega Marco Bazzani, Innovation manager di Teoresi, “con Daisi&Ron si vuole dimostrare come la tecnologia possa abilitare nuove forme di assistenza remota, capaci di migliorare la qualità della vita degli anziani fragili e alleggerire il carico sul sistema sociosanitario. Il nostro contributo ha riguardato lo sviluppo dell’intero sistema di intelligenza in grado di gestire l’interazione uomo-robot, l’integrazione con i vari componenti informatici e la sperimentazione sul campo del robot Teo”. Il ruolo di Intravides, spin-off dell’Università di Torino cui abbiamo già fatto un veloce riferimento, è focalizzato sulla realtà virtuale e aumentata. L’azienda ha sviluppato ambienti immersivi – come escape room digitali – che fungono da strumenti riabilitativi e di monitoraggio cognitivo. Gli anziani possono svolgere esercizi in VR per potenziare memoria, attenzione e orientamento, mentre i dati raccolti vengono elaborati dal sistema AI e resi disponibili ai professionisti sanitari. Da qui la carica innovativa del progetto: l’utilizzo della realtà virtuale non solo come strumento ludico, ma come terapia cognitiva avanzata, integrata con l’assistenza robotica.
Daisi&Ron è poi parte della più ampia iniziativa Anthem – AdvaNced Technology for Human centEred Medicine, una delle principali piattaforme italiane ed europee di ricerca multidisciplinare in ambito sanitario, finanziata con 120 milioni di euro dal Mur. Si propone di viluppare tecnologie innovative per migliorare la cura e la qualità della vita di pazienti cronici e fragili, creando un ecosistema che unisce università, ospedali, enti di ricerca, imprese e società civile. Il progetto si inserisce quindi in un quadro di ampio respiro, che mira a coniugare ricerca scientifica e applicazioni pratiche con un impatto sociale diretto.
I vantaggi e la roadmap
I vantaggi attesi dal progetto Daisi&Ron sono molteplici e toccano sia la dimensione sanitaria sia quella sociale. Dal punto di vista clinico, la possibilità di monitorare in tempo reale le condizioni cognitive degli anziani e raccogliere dati comportamentali permette di personalizzare le terapie e migliorare l’efficacia degli interventi. Questo approccio consente inoltre di individuare precocemente segnali di patologie neurodegenerative, favorendo un trattamento tempestivo.
Dal punto di vista assistenziale, il robot Teo rappresenta un supporto concreto per gli operatori: abbiamo infatti visto che può svolgere attività di monitoraggio, stimolare gli anziani con esercizi cognitivi, accompagnarli in ambienti strutturati e ridurre parte del carico sui caregiver. Non si tratta di sostituire l’interazione umana, ma di affiancarla con strumenti che rendano il lavoro più sostenibile.
Un altro vantaggio riguarda la qualità della vita degli anziani fragili. Grazie agli esercizi cognitivi in VR, alle interazioni con Teo e alla possibilità di mantenere un livello di stimolazione costante, le persone coinvolte possono vivere un invecchiamento più attivo e partecipativo, riducendo l’isolamento e favorendo la socializzazione.
La roadmap del progetto, che prevede test sperimentali nel 2025, sperimentazioni con utenti in Rsa nel 2026 e una possibile fase clinica nel 2027, indica la volontà di costruire un modello replicabile su scala nazionale. Un modello che, quando validato, potrà essere esteso anche ad altri contesti di cura e assistenza, contribuendo a rendere il sistema sanitario più resiliente e capace di affrontare le sfide dell’invecchiamento della popolazione. Come sottolinea ancora il professor Vercelli, “è necessario identificare sistemi che si possano integrare con quelli della sanità pubblica, fornendo dati clinici e comportamentali per un follow-up dei pazienti e una terapia personalizzati”». Un obiettivo che rende Daisi&Ron non solo un progetto di ricerca, ma un tassello fondamentale per individuare direzioni di sviluppo della sanità del futuro.
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