Fotografa la trasformazione del lavoro nel settore Ict nei Paesi del G7 (e quindi anche in Italia) la seconda edizione di Ict in Motion The Next Wave of AI Integration, pubblicato dall’AI Enabled Ict Workforce Consortium. I dati confermano che l’intelligenza artificiale è ormai una competenza trasversale, richiesta nel 78% dei ruoli analizzati, e che la sua adozione non può prescindere dall’integrazione con competenze umane e responsabilità etiche. Il consorzio – guidato da Cisco e sostenuto da partner come Accenture, Cornerstone, Eightfold, Google, Ibm, Indeed, Intel, Microsoft e Sap – si impegna a riqualificare e aggiornare 95 milioni di persone a livello mondiale nei prossimi dieci anni, creando un ecosistema di strumenti e risorse per la formazione.
Lo studio dettaglia i rilievi di un momento in cui la diffusione della GenAI e dei large language model ridisegna le professioni Ict. L’obiettivo è misurare l’impatto delle nuove tecnologie sulle competenze richieste e identificare i profili più ricercati dalle imprese. La metodologia adottata si fonda su un’analisi di milioni di annunci raccolti tra luglio 2024 e giugno 2025 da piattaforme come Cornerstone e Indeed. Il perimetro, come già accennato è quello dei Paesi del G7 – Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – con un focus su 50 ruoli Ict specialistici e figure di supporto al settore. Lo studio non si limita a elencare le professioni emergenti, ma le incrocia con i trend di crescita del mercato del lavoro e con l’evoluzione delle competenze tecniche e trasversali. Rispetto alla prima edizione del 2024, l’analisi 2025 evidenzia una maggiore pervasività delle competenze AI, con incrementi significativi nelle richieste di competenze legate a governance, etica e sicurezza. L’approccio è comparativo e dinamico: oltre a individuare i profili più richiesti, misura la velocità di crescita delle competenze associate e la loro distribuzione nei diversi hub tecnologici globali.
Competenze AI e umane
Il risultato più evidente è che la maggior parte dei ruoli nell’Ict richiede, già oggi, competenze legate all’AI. La domanda si concentra su aree ad alta specializzazione, come l’AI generativa, lo sviluppo di modelli Llm, la creazione di prompt e le competenze di sicurezza AI. Lo studio rileva che sette dei dieci ruoli Ict a crescita più rapida sono direttamente collegati all’AI. Tra questi emergono figure come gli specialisti in cyber risk e governance AI, gli ingegneri che studiano il natural language processing, i consulenti AI per il business e gli sviluppatori di algoritmi di elaborazione del linguaggio naturale.

Nell’ambito dei Paesi G7, la richiesta di esperti in AI governance è cresciuta di oltre il 200% in un solo anno, mentre quella di competenze etiche è aumentata del 125%, a dimostrazione di quanto la dimensione normativa e valoriale sia considerata strategica. A livello globale però la crescita più accentuata riguarda però competenze ancora più di nicchia: la domanda di esperti in sicurezza AI è aumentata del 298%, quella di professionisti capaci di adattare i foundational model del 267%, mentre le conoscenze sulla “responsible AI” e sui sistemi multi-agente registrano rispettivamente incrementi del 256% e del 245%.

È la conferma che il passaggio dall’era dei chatbot a quella degli agenti intelligenti sta già producendo effetti tangibili sul mercato del lavoro.
Accanto al fabbisogno di competenze tecniche, lo studio sottolinea il valore crescente delle soft skill.
Comunicazione, collaborazione e leadership sono considerate essenziali per un’adozione responsabile delle tecnologie AI. Francine Katsoudas, chief People, Policy & Purpose officer di Cisco, spiega che “le competenze AI oggi sono essenziali, ma la tecnologia da sola non basta. Il futuro dipende dalla capacità di accompagnare le competenze tecniche con la forza delle competenze più umane”.
E Himanshu Palsule, Ceo di Cornerstone, ribadisce: “La richiesta di competenze AI cresce esponenzialmente e continuerà a farlo, ma questo porta con sé anche una crescente necessità di competenze umane da affiancare a quelle AI e l’urgenza di sviluppare una cultura basata su agilità e adattabilità”.
Geografia delle competenze in Italia e nel mondo
Il report dedica un focus specifico all’Italia, dove l’impatto dell’AI sulle professioni Ict è evidente. Tra i ruoli più richiesti si trovano software developer, full stack developer, data analyst, cloud engineer e IT manager. I profili in più rapida crescita, invece, sono quelli legati a rischio e governance AI, ingegneria Nlp e consulenza AI per il business. Dal punto di vista geografico, Milano e Roma si affermano come hub emergenti, con una crescita del 54% delle professioni legate all’AI. Altri poli di rilievo sono Torino, con una vocazione legata all’automotive e all’industrial tech, Bologna con la sua tradizione accademica e Napoli, che si ri-propone come centro di sviluppo del talento digitale. Questa distribuzione dimostra come la trasformazione digitale stia progressivamente interessando tutto il territorio nazionale, anche se con velocità diverse a seconda dei settori produttivi e delle infrastrutture di supporto disponibili. Il report colloca i trend italiani all’interno di un quadro globale, dove gli hub più dinamici restano la Silicon Valley (+156% di posti di lavoro legati all’AI), Londra e Toronto. Accanto a questi, città come Manchester, Lione e Vancouver si stanno affermando come poli emergenti con tassi di crescita superiori al 70%. Il messaggio è che la trasformazione del lavoro Ict non è confinata a singoli mercati, ma attraversa le economie più avanzate con caratteristiche comuni: carenza di competenze, centralità dell’etica e della governance, necessità di aggiornamento continuo. Come afferma Greg Ernst di Intel, “solo creando un ecosistema di formazione inclusivo sarà possibile sfruttare appieno le opportunità offerte dall’AI”.
Poiché le “competenze AI sono davvero la nuova moneta dell’innovazione”, come spiega Justina Nixon-Saintil di Ibm, per rispondere a questa domanda crescente, il Consorzio mette a disposizione tre strumenti principali. AI Workforce Playbook come guida per allineare programmi di sviluppo del personale e obiettivi aziendali, con casi d’uso e dati concreti. Il database di raccomandazioni per la formazione raccoglie oltre 200 corsi mirati alle competenze emergenti, mentre l’AI Skills Glossary propone una standardizzazione dei termini e delle competenze, così da creare un linguaggio comune tra imprese, istituzioni e lavoratori. Svenja Gudell, chief economist di Indeed, sintetizza così gli obiettivi: “L’AI sta cambiando il Dna del lavoro e ridefinendo il mercato che conoscevamo. Il nostro compito è fare in modo che le persone abbiano accesso alle competenze e alle opportunità di questa nuova era”.
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