Negli ultimi anni il turismo di massa, oltre a recuperare del tutto i volumi persi durante la pandemia Covid, ha assunto proporzioni tali da trasformare l’equilibrio delle città più visitate e il termine overtourism – utilizzato per descrivere l’impatto eccessivo dei flussi turistici sulle destinazioni – è diventato sinonimo di congestione urbana, perdita di vivibilità per i residenti e progressivo deterioramento del patrimonio culturale e ambientale. Le città d’arte italiane, da Venezia a Firenze, da Roma a Napoli, ne conoscono bene le conseguenze: affollamenti cronici, infrastrutture sotto pressione, difficoltà nella gestione dei rifiuti e nella tutela dei beni culturali.
Il contesto e il bisogno
Il fenomeno è reso anche più grave dalla stagionalità dei flussi, dalla crescita del turismo low-cost e dall’espansione delle piattaforme digitali che rendono accessibili mete prima poco conosciute, o considerate di nicchia. Secondo l’Unwto – l’organizzazione mondiale del turismo -, nel 2024 l’Italia è tornata tra le prime cinque destinazioni turistiche al mondo, con oltre 65 milioni di arrivi internazionali: una cifra che, pur rappresentando una risorsa economica, pone questioni urgenti di sostenibilità e governance. In questo scenario, la tecnologia può svolgere un ruolo strategico, aiutando istituzioni e amministrazioni locali a raccogliere, analizzare e utilizzare i dati per prevedere gli afflussi, redistribuirli sul territorio e ridurre gli impatti negativi.
È con questo obiettivo che nasce Digit, acronimo di Destinazioni Intelligenti per la Gestione degli Impatti Turistici. Si tratta del progetto sviluppato da Almaviva, in collaborazione con il Competence Center Smact (soggetto attuatore Next Generation EU e Pnrr), l’Università Ca’ Foscari Venezia, e le aziende Digital Strategy Innovation e GreenIot.

Si tratta, nello specifico, di dotare i territori di strumenti di previsione e controllo in grado di trasformare i dati – raccolti da fonti diverse – in indicatori utili per la pianificazione. Le amministrazioni locali, in particolare, chiedono soluzioni tecnologiche che consentano di anticipare i fenomeni di sovraffollamento, orientare i flussi, garantire la sicurezza e migliorare la qualità dell’esperienza turistica.
Il progetto, cofinanziato dal bando Iriss (Innovation, Research and Smart Sustainability) promosso da Smact, introduce una piattaforma digitale capace di analizzare i grandi flussi di visitatori in tempo reale, fondendo dati provenienti da sistemi di diversa natura – pubblici, privati, open data, sensori IoT – per costruire un quadro dinamico e aggiornato della pressione turistica.
Spiega così la natura di Digit Andrea Casadei, Sme della practice Cultura, Turismo & Entertainment di Almaviva: “Con il progetto Digit intendiamo rispondere a una delle sfide più rilevanti del turismo contemporaneo: la gestione sostenibile delle destinazioni turistiche in un contesto di crescente pressione, per proseguire nel processo di digitalizzazione di dati territoriali e di tutela del patrimonio che da anni Almaviva inserisce nelle sue priorità tecnologiche al servizio del Paese”. Entriamo nei dettagli
La soluzione e il metodo
Digit si qualifica come una piattaforma sperimentale che unisce intelligenza artificiale e Internet of Things per monitorare, analizzare e gestire i flussi turistici in modo sostenibile. Il progetto si basa su un principio fondamentale: i dati, se raccolti e interpretati correttamente, possono diventare un potente strumento di pianificazione. Per questo la piattaforma integra due tipologie di fonti: dati passivi – come le presenze Istat, i sistemi di pagamento elettronico, la bigliettazione, i dati dei trasporti pubblici e gli open data territoriali – e dati attivi, provenienti da sensori IoT, telecamere intelligenti e sistemi di rilevamento distribuiti sul territorio. Gli algoritmi di AI elaborano questi flussi eterogenei per fornire insight operativi in tempo reale: monitorano la densità di visitatori, rilevano i movimenti, analizzano i comportamenti e generano previsioni sull’andamento dei flussi. Tutto questo nel pieno rispetto della privacy, grazie a una progettazione privacy by design che evita qualsiasi forma di identificazione individuale. La piattaforma è in grado di segnalare situazioni critiche, suggerire percorsi alternativi e supportare le amministrazioni nella definizione di strategie di distribuzione dei flussi, tra i bisogni espressi. In occasione di grandi eventi o picchi stagionali, Digit consente di gestire i carichi di afflusso, prevenire congestioni e promuovere mete secondarie, contribuendo a valorizzare l’intero territorio.
Il progetto si è sviluppato in tre fasi. Nella prima, Almaviva e i partner hanno condotto un’analisi approfondita delle best practice internazionali nelle aree più esposte all’overtourism, integrando i dati storici sulle presenze, la spesa dei visitatori e i flussi telefonici. Nella seconda fase, queste informazioni sono state trasformate in modelli predittivi capaci di stimare e anticipare gli impatti della pressione turistica. La terza fase, dedicata alla validazione sul campo, ha verificato l’efficacia dei modelli attraverso dati reali e casi concreti, con l’obiettivo di offrire alle destinazioni uno strumento strategico di pianificazione e governance sostenibile. Grazie all’impiego della sensoristica IoT e dei modelli di AI predittiva, Digit elabora dati su più livelli – temporale, geografico, comportamentale – fornendo un sistema di alert e di analisi a supporto delle decisioni delle amministrazioni locali. I dati raccolti vengono poi resi disponibili in dashboard interattive, che consentono di visualizzare i flussi in tempo reale e di simulare scenari alternativi. La logica del progetto è quella di trasformare la gestione del turismo da processo reattivo a sistema proattivo e predittivo, capace di intervenire prima che si verifichino criticità. In questo modo, la tecnologia non si limita a fotografare la realtà, ma diventa strumento di pianificazione strategica.
Almaviva ha guidato lo sviluppo della piattaforma mettendo a disposizione le proprie competenze nei campi dell’intelligenza artificiale, della data analytics e dell’integrazione di sistemi complessi. Il ruolo di Smact è stato invece quello di fornito il quadro istituzionale e scientifico di riferimento, favorendo l’incontro tra ricerca accademica e imprese tecnologiche. L’azienda Digital Strategy Innovation si è occupata dell’applicazione delle tecnologie di intelligenza artificiale quindi ha curato lo sviluppo degli algoritmi di machine learning per la previsione dei picchi di afflusso, e GreenIot della realizzazione delle soluzioni IoT e dei sistemi di sensoristica avanzata – realizzando l’infrastruttura fisica del progetto ovvero la rete di sensori IoT distribuiti sul territorio per raccogliere in tempo reale informazioni su presenze, movimenti e densità di visitatori. Ca’Foscari, infine, ha contribuito con le proprie competenze di analisi territoriale e socio-economica, fondamentali per comprendere la dinamica dei flussi turistici e tradurre i dati in politiche di sostenibilità.
I vantaggi
L’utilizzo combinato di IoT, AI e analisi dei dati consente di ridurre l’impatto del turismo di massa e di costruire modelli di sviluppo più sostenibili, in linea con le direttive europee sulla digital transition e con gli obiettivi dell’Agenda 2030. La possibilità di misurare e prevedere i movimenti dei visitatori permette alle amministrazioni di modulare l’offerta e di orientare i flussi verso aree meno congestionate, garantendo un’esperienza più equilibrata sia per i turisti sia per i residenti. Allo stesso tempo, la conoscenza dei dati consente di migliorare la gestione dei servizi pubblici – dai trasporti alla raccolta rifiuti – e di preservare i beni culturali più vulnerabili. Digit però non è solo un progetto tecnologico, ma un modello replicabile di governance digitale, pensato per essere esteso a diverse realtà territoriali e per integrare nuovi ambiti applicativi. Il suo valore risiede nella capacità di unire innovazione e sostenibilità, mettendo i dati al servizio del territorio e delle persone che lo vivono.
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