Intelligenza artificiale non solo al centro degli ultimi annunci da parte di Intel ma anche di due grandi colossi che si stanno contendendo le attenzioni del mondo, sul palco del Consumer Electonics Show di Las Vegas, evento clou della settimana. Sono Google e Amazon, concorrenti da sempre, che in ambito consumer stanno portando l’intelligenza artificiale dentro le mura domestiche.
Il punto non è quali sono gli ultimi oggetti mostrati sulla Strip (nello specifico Google Home e Echo, assistenti vocali dalle forme di una cassa con intelligenza artificiale inclusa – di cui Inno3 come testata non si addentra a parlare) ma lo scenario che questi grandi player confermano essere ormai reale, con tecnologie che impatteranno inevitabilmente sia in ambito industriale sia nella vita quotidiana.
Solo il fatto che Google – per la prima volta nella sua storia – abbia deciso di esporre a una manifestazione come il Consumer Electronics Show la dice lunga sulla pervasività di queste tecnologie in tutti i mercati e sulle potenzialità delle interfacce software che dialogano a voce per gestire commercio elettronico, ricerche sul web, applicazioni di domotica… Interfacce software che sono cresciute in un anno del 279% e hanno coinvolto 27,2 milioni di unità e che potrebbero raggiungere i 43 milioni nel 2018 (fonte: Consumer Technology Association).
Gli assistenti vocali – come Cortana di Microsoft, Siri di Apple o Bixby di Samsung – sono sempre più integrabili in qualsiasi dispositivo e sono presenti su più di 400 milioni di device (inclusi telefoni, altoparlanti, personal computer, televisori…) ma stanno interessando sempre più le aziende per gestire conversazioni business.
In questo ambito, che sfrutta le potenzialità del cloud, anche Ibm con Watson dice la sua, e testimonia il crescente impiego di algoritmi che sfruttano dati e machine learning.
Perché l’intelligenza artificiale – un mercato che per Gartner varrà 2,9 trilioni di dollari nel 2021 e farà risparmiare 6,2 miliardi di ore di lavoro, creando negli anni a seguire 1,8 milioni di nuovi impieghi – non può essere un terreno su cui primeggia un solo player.
Non sarà un ambito in cui vincerà Ibm o Amazon, Google, Sumsung, Microsoft, Intel… ma partnership, alleanze, come insegna la Open Connectivity Foundation che lavora per definire standard di settore IoT su cui invita a riflettere. Gli ecosistema dei device dei diversi vendor dovranno essere in grado di dialogare con prodotti di terzi, in modo da evitare mondi chiusi. Una regola che vale per business e consumer, indifferentemente.
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