Lo spin-off digitale di Enel, in cui l’incumbent del settore Energy & Utility ha conferito tutte le attività non attinenti con la generazione, distribuzione e vendita di energia, convenzionale e rinnovabile, ha intrapreso la corsa per la smart home con il piano “home to grid”.
La sfida del gruppo sarà quella di vendere servizi a valore aggiunto al cliente finale e l’installazione delle colonnine di ricarica direttamente a casa degli utenti, va proprio in questa direzione; a confermarlo le parole di Francesco Venturini, numero uno di Enel X: «Una delle sfide della rivoluzione digitale per le aziende mondiali è riuscire a entrare nelle case per vendere servizi al cliente finale. Ci stanno provando tra gli altri Apple, Google e Amazon con gli autoparlanti a comando vocale. Chi riesce a far parlare tutti gli elettrodomestici tra di loro può gestire – e vendere – servizi per l’intera casa. Finora nessuno ci è riuscito, entrando dalla porta o dalla finestra. Enel sta cercando di entrare dal garage».
Il manager ha poi proseguito: «Finora abbiamo siglato accordi con le maggiori case automobilistiche. Adesso stiamo spostando l’attenzione sulle società di componentistica per auto. E questo perché per noi è cruciale far installare nel sistema operativo che viene montato sulle auto elettriche il software che Enel utilizza per fare lo smartcharging. Quel software consente all’auto di parlare con la stazione di ricarica, ma permette anche di usare l’auto (molte sono connesse con sim card) come un centro di trasmissione per comunicare con qualsiasi stazione di ricarica, anche quelle in garage, e fornire servizi. Oggi il nostro software già può far dialogare la colonnina con i pannelli solari installati sui tetti per dirottare l’energia sulla ricarica di un’auto invece che scaricarla in rete».
In linea con il principio di costruire «un ecosistema della mobilità» che sfrutti le opportunità offerte dalla digitalizzazione per creare valore condiviso, l’idea di Enel è di rendere disponibile il software e incrementarne la diffusione anche presso le altre utility.
L’iniziativa rientra nella linea di business e-Mobility (sviluppo della mobilità elettrica, delle infrastrutture di ricarica, del Vehicle-to-Grid (V2G) e dei servizi di second life delle batterie) che insieme alle altre tre: e-City (sviluppo di soluzioni legate all’illuminazione pubblica e artistica, alla sicurezza, all’efficienza energetica e alla fibra ottica); e-Home (focus sulle soluzioni per la Smart Home, il monitoraggio energetico, l’illuminazione (B2C), la Salute e il benessere); e-Industries (servizi di consulenza, tecnologie legate all’efficienza energetica, la generazione distribuita e la realizzazione di soluzioni off-grid e il Demand Response), formano i quattro pilasti su cui poggia la nuova realtà.
Dopo l’acquisizione di tre società americane (EnerNoc, Demand Energy e eMotorwerks), Enel X parte con un fatturato di un miliardo e un margine lordo di 400 milioni e potrà contare su un piano di investimenti di 800 milioni per i prossimi tre anni; tuttavia Francesco Venturini si è dimostrato prudente riguardo l’ipotesi IPO, rimandando la decisione in futuro, dopo aver vagliato l’andamento del nuovo business.
Un possibile ostacolo, Enel X, potrebbe, tuttavia, trovarlo nella regolamentazione italiana; infatti, molti aspetti dei nuovi business, a partire dal “vehicle to grid”, ovvero, la possibilità per le auto elettriche di scaricare in rete l’energia cumulata attraverso le stazioni ricarica, potrebbero scontrarsi con alcuni vincoli regolatori, che comunque non hanno fermato la partenza di alcuni progetti pilota in Italia, dopo quelli avviati in Danimarca e USA.
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