Gli interrogativi sulle valute virtuali si infittiscono e scaturiscono l’allarme degli organismi di sorveglianza dell’UE. Le autorità europee della banca (Eba), delle assicurazioni (Eiopa) e degli strumenti finanziari (Esma) allertano i detentori di Bitcoin su potenziali rischi che stanno correndo. La moneta del futuro potrebbe rivelarsi una pericolosa bolla speculativa.
Nonostante il mondo delle criptovalute sia aumentato ad un ritmo forsennato, passando nel giro di un solo anno dal valore di 20 miliardi di dollari fino ad un massimo storico di 800 miliardi, i primi “acciacchi” si stanno facendo sentire. Il passaggio epocale segnato dall’avanzata “ideologica” delle valute digitali necessita delle giuste attenzioni.

Secondo i tre organismi europei deve crescere la consapevolezza che l’attuale business delle criptomonete sia estremamente a rischio volatilità. Bisogna considerare che dopo la performance “da brivido” messa a segno a metà dicembre, negli ultimi mesi la capitalizzazione complessiva del mercato delle criptovalute ha avuto pesanti cali, fino a toccare i 423 miliardi attuali. Ultimo segnale lampante è stato lanciato lo scorso giugno, quando Ethereum è crollato improvvisamente senza alcun preavviso.

A fine dello scorso anno, esperti di cripto e analisti prevedevano un boom del Bitcoin, che l’avrebbero portata a 50 mila dollari. Ma purtroppo non si può dire che ci abbiano visto lungo. Attualmente le valute alternative stanno affrontando un periodo nero e le banche temono l’idea di dover garantire nelle stanze di compensazione eventuali default dei piccoli trader, a causa della volatilità.

Fra i tanti interrogativi emerge quello sul ruolo delle istituzioni e su quello che faranno. Finora una delle caratteristiche del mercato delle criptomonete è stata l’assenza di protezione legale. Il vuoto di legge dovrebbe iniziare ad essere colmato nel corso del 2018, con l’entrata in vigore delle normative antiriciclaggio. Questo è certamente un primo passo verso la regolamentazione, ma in sede europea sembrano mancare aiuti. Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, nonostante abbia di fatto dato un “via libera” che ha consentito alle banche europee di iniziare a lavorare anche ufficialmente sulle criptovalute, ha da poco affermato di non considerare il Bitcoin una moneta e, di conseguenza, non crede che sia responsabilità della BCE regolamentarlo.

Nel frattempo, non bisogna sottovalutare che la febbre da Bitcoin sta scatenando anche gli appetiti degli hacker, che si stanno arricchendo all’insaputa degli utenti, consci della mancanza di un’autorità centralizzata e dell’irreversibilità del processo di blockchain alla base delle transazioni virtuali. Le criptovalute hanno riempito i giornali di questi giorni con furti cibernetici per importi pari a centinaia di milioni di dollari.

Cosa ci attende nei prossimi mesi? Se in futuro la criptovaluta dovesse veramente rivelarsi solamente una bolla finanziaria e mediatica, secondo il noto modello di instabilità finanziaria di Inso Hyman Minsky, dopo trasferimento, boom ed euforia, dovremmo aspettarci una fase di angoscia finanziaria seguita dalla repulsione. L’importante è trovarsi pronti di fronte ai nuovi sviluppi che si verificheranno in questo misterioso mercato.

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