Il tema del GDPR è ormai noto alle aziende italiane ma di queste pochissime sono già pronte alla scadenza del 25 maggio, soprattutto tra le Pmi. È quanto dicono gli analisti e quanto conferma anche Qualys, azienda dal 1999 attiva nel mercato della sicurezza in cloud, che a Milano ha gli uffici della filiale italiana aperta due anni fa.
“Dal nostro punto di vista i settori dove registriamo i migliori tassi di adeguamento al GDPR sono attualmente quelli della PA e del finance, mentre risultano ancora abbastanza indietro le aziende del manufacturing e dei servizi”, dichiara Emilio Turani, managing director per Italia, Spagna e Portogallo. La recente estensione delle competenze di Turani all’area iberica è in linea con la strategia di riorganizzazione del team a livello europeo, a cui Turani contribuirà mettendo a frutto i venti anni di esperienza nel comparto della sicurezza ICT: “da domani ci metteremo all’opera per aiutare le organizzazioni distribuite nelle nuove country, sfruttando la conoscenza acquisita sul mercato Italiano per adottare un approccio di go-to-market che assicuri sviluppo e crescita del business”.
A livello globale, Qualys in un comparto valutato 6 miliardi di dollari da Idc, si posiziona al quinto posto nel mercato della gestione della sicurezza e delle vulnerabilità e per il secondo anno consecutivo è stata riconosciuta da Idc leader a livello mondiale nella valutazione delle vulnerabilità dei dispositivi e delle applicazioni, con un market share del 17%. Il fatturato, pari a 197,9 milioni di dollari, è cresciuto del 20,4% nel 2016.
A spingere il business, in particolare la Qualys Cloud Platform, che consente la valutazione dello stato globale di sicurezza e di conformità dell’azienda, l’identificazione delle risorse compromesse, la messa in sicurezza del processo di digital transformation, garantendo la riduzione dei costi.
Anche in Italia, dove al momento la struttura prevede tre manager, “la crescita costante supporta il trend di Qualys, che ha trovato nel modello Saas la formula per aggredire il mercato. Dopo un inizio titubante da parte dei clienti – dichiara Turani – in due anni si è passati dai pochi clienti iniziali agli 80 attuali. Abbiamo sempre visto nel cloud la via maestra e in un certo senso eravamo cloud nativi prima ancora che il cloud esistesse”.
“Il nostro è un approccio consulenziale che offre alle imprese un servizio a valore – spiega Turani – rendendoci partecipi del go to market del cliente. La nostra offerta si rivolge in particolare alla fascia medio-alta del mercato, con attenzione al finance, alla governance e alle telco, dove il numero degli indirizzi IP può essere estremamente elevato. Offriamo un servizio abilitante interno alle organizzazioni e l’interoperabilità con i processi aziendali, con un approccio salutare per noi, per i clienti e per i partner che beneficiano di continuità”.
In termini di compliance, la piattaforma cloud di Qualys rende le aziende conformi alle nuova normativa del GDPR, grazie a una piattaforma di Asset Inventory/Monitoring; soluzioni di gestione continua delle vulnerabilità per monitorare le debolezze applicative e prevenire gli attacchi; soluzioni di Policy Compliance per permettere alle aziende di conoscere esattamente il proprio livello di conformità; security Assessment Questionnaire per automatizzare, centralizzare e ottimizzare il processo di gestione del rischio dei fornitori e delle terze parti.
“Il GDPR chiede consapevolezza dei dati in caso di attacco – spiega Luca Besana, Channel Manager di Qualys Italia – e non esiste un vademecum per tutte le aziende. Il nostro compito è quello di fare da “scanner virtuale” delineando nel perimetro aziendale cosa mettere in sicurezza. La scansione deve essere continua, deve identificare e gestire le vulnerabilità. Per questo prevediamo anche dei training gratuiti a supporto dei clienti”.
“Qualys si integra con i software del cliente” dichiara Francesco Armando, Technical Account Manager di Qualys Italia, che ritiene fondamentale una “soluzione flessibile e scalabile per gestire le policy aziendali in modo personale e l’importanza di conoscere e inventariare il perimetro per poi intervenire aggiornando il software con delle patch”.
In tutto questo bisogna tener presente che “i dispositivi continuano ad aumentare sensibilmente e le tecnologie tradizionali stanno diventando inefficaci – aggiunge Turani – ed è quindi vitale che le imprese riescano a comprendere come ottenere visibilità e protezione di tutte le risorse IT, dai dati all’intera catena di approvvigionamento”.
“La trasformazione digitale prevede che la connettività sia un asset nei processi di business – conclude Besana – perché con la crescita esponenziale degli oggetti connessi, il dato è sempre più disperso e diffuso”.
Obiettivi per il 2018, l’espansione del mercato europeo con un go-to-market che abbia nella proposizione del Software-as-a-Service il modello. La rete di partner italiani, ad oggi un ventina, rimarrà invariata con supporto diretto da parte di Qualys. Nei desiderata l’apertura di un ufficio romano, che affianchi la sede centrale di Milano, “senza frenesia”.
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