Si colloca all’interno della triplice strategia di Lenovo la divisione Data Center Group (DCG), che nonostante i pochi anni di vita si sta facendo largo tra la divisione Intelligente Device Group che punta a presidiare il mercato dei device e dei pc in ottica di profittabilità, e la divisione Device + Cloud, che lavora trasversalmente sul mercato.
E’ Alessandro De Bartolo, general manager Data Center Group Lenovo Italia, che commenta i dati dell’ultimo trimestre fiscale (chiusosi al 31 marzo), “positivi, a conferma delle scelte fatte dalla divisione DCG”, che l’hanno vista crescere del 44% a livello mondiale (1.223 milioni di dolllari) rispetto allo stesso quarter del 2017, con una spinta notevole in area Emea dove il business è cresciuto del 66% anno su anno. “L’andamento positivo è il risultato delle decisioni prese nell’ultimo anno fiscale che, se vogliamo ricondurle a un’azione specifica, riguardano la specializzazione dell’attività di Lenovo nel mondo data center, con siti di manufacturing dedicati, tra i quali il centro ungherese con il quale seguiamo anche il mercato italiano”.
Focalizzazione in termini di sviluppo tecnologico, fino al front end delle filiali commerciali, con strutture dedicate al mondo data center, come quella italiana. Una attività finalizzata è stata quella del supercalcolo, dell’HPC, “un target dato a livello mondiale” per portare al massimo livello le prestazione di elaborazione dell’infrastruttura data center.
“Se si pensa che la divisione DCG nasce nel 2014 (dall’acquisizione della divisione server da Ibm, ndr) il percorso fatto non è da poco: abbiamo raggiunto posizione di primo produttore al mondo in termini di HPC due settimane fa nell’evento di Francoforte che pubblica la classifica dei 500 siti al mondo in cui sono previsti sistemi di super calcolo. Avevamo questo obiettivo per il 2020, abbiamo anticipato i tempi di due anni”. L’International Supercomputing Conference (ISC) di Francoforte ha, infatti, nominato Lenovo Data Center Group il più grande provider di supercomputer nella classifica globale TOP500. Ben 117 (“30 nell’ultimo anno” precisa De Bartolo) dei 500 più potenti supercomputer sono installazioni di Lenovo, “il che significa che quasi un sistema su quattro (23,4%) nel prestigioso ranking è una soluzione firmata Lenovo”.
Mercati focalizzati
La strategia della specializzazione, all’interno dell’offerta del DCG, si declina con gruppi focalizzati per tecnologe (IoT, HPC,…) nei vari settori che fanno dal manufacturing, a ricerca, oil gas, telco, metereology, ingegneria, mondo accademico. “17 delle 25 principali università e istituzioni di ricerca di tutto il mondo che alimentano la loro ricerca con le soluzioni complete di HPC e AI di Lenovo – precisa De Bartolo – e stiamo sostenendo la ricerca in oltre 160 paesi in medicina, astrofisica, scienze climatiche, chimica, biologia, intelligenza artificiale, settore automotive e aeronautico”.
In Italia l’installazione presso il centro di calcolo Cineca del supercomputer Marconi, uno dei più efficienti in termini di energia al mondo, permette di condurre progetti di ricerca dalla medicina di precisione alle auto a guida autonoma. Guardando all’Europa, presso il centro di supercalcolo tedesco di Leibniz-Rechenzentrum gli scienziati conducono simulazioni di terremoti e tsunami, per prevenire futuri disastri naturali o nel Barcelona Supercomputing Center modelli di intelligenza artificiale sono impiegati per migliorare l’individuazione delle malattie della retina.
Un risultato raggiungo anche grazie alle partnership. “Non lavoriamo da soli – precisa De Bartolo – ci piace collaborare in modalità molto aperta con un ecosistema di partner con cui sviluppiamo specifiche innovazioni, perché non basiamo la nostra azione su tecnologie proprietarie ma integriamo ecosistema molto ampio, per integrare soluzioni e capability diverse per la gestione delle infrastruttura, per l’integrazione delle soluzioni”.
Ad esempio Lico, un software di orchestrazione di intelligent computing per la gestione end to end delle architetture e dell’infrastruttura intera, garantisce un ponte verso il mondo della augmented intelligence.
E’ di questo mese l’annuncio di ISC Neptune, l’approccio olistico dell’azienda al raffreddamento a liquido dei data center che consentiranno di migliorare la propria efficienza fino al +50%, senza compromettere le prestazioni e senza ridurne la densità.
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