Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescente orientamento da parte delle aziende nell’adozione di un approccio multicloud. Il panorama delle infrastrutture IT oggi è determinato dall’utilizzo combinato di data center on premise e di servizi cloud e il cambiamento di scenario in atto sollecita i dipartimenti IT ad affrontare comprensibili difficoltà nella gestione degli ambienti misti. 
L’obiettivo è l’efficienza nella complessità con un approccio ibrido ben contestualizzato e ancorato all’analisi preventiva sul ROI.

Ne parliamo con Mauro Ferrami, software business consultant – IT operation management Italia – di Micro Focus  

“È ormai una realtà anche per il mercato italiano l’evoluzione delle infrastrutture IT aziendali verso modelli che vedono la presenza di risorse tradizionali del datacenter affiancate ed integrate a risorse disponibili presso fornitori di cloud pubblico. La promessa di agilità, flessibilità, efficienza e supporto alla digitalizzazione del business che proviene dal modello Hybrid IT è certamente realizzabile, fatte alcune premesse. Micro Focus ritiene che il cloud, abilitatore di digital transformation, richieda attenzione circa la complessità intrinseca di governance, la focalizzazione sugli obiettivi di business, le competenze tecniche ed organizzative, non ultima la stima del reale ritorno sull’investimento – ROI – che abbiamo messo a punto con i nostri clienti.

Proviamo a contestualizzare alcuni di questi aspetti critici, legati ad esperienze di aziende che hanno iniziato il percorso, per renderci conto delle difficoltà che si possono incontrare.

“L’adozione del cloud pubblico a volte rischia di far esplodere i costi, invece che contenerli. Infatti, c’è una naturale tendenza ad orientarsi verso la sottoscrizione di offerte in cloud laddove c’è una semplicità di accesso, fattore questo non certo negativo. Quindi, la Governance diventa un imperativo. Un altro aspetto di criticità è legato all’organizzazione IT; in molte realtà si assiste alla proliferazione di team operativi e strumenti di gestione legati al supporto dei diversi ambienti – cloud pubblico, cloud privato, data center tradizionale, ecc. -, con sovrapposizioni ed inefficienze.

Dal punto di vista tecnologico, le organizzazioni IT a volte si rendono conto “dopo” che la gestione dell’Hybrid IT richiede un’adozione di processi e tecnologie di automazione più estese.

“Sì, una Cloud Management Platform è certamente un elemento centrale per la gestione, ma un ecosistema multi-cloud richiede capacità specifiche di gestione e controllo, in grado di lavorare in maniera disaccoppiata tra i processi da implementare e le specifiche caratteristiche tecnologiche delle piattaforme di riferimento, sia private che pubbliche.

Diversi tasselli, che devono essere totalmente integrati e sinergici, diventano fondamentali: per esempio, occorre avere un sistema di gestione delle configurazioni (CMDB) capace di allinearsi automaticamente ai mutamenti di oggetti gestiti e relazioni tra questi; non ci si può fermare al solo livello infrastrutturale, ma si deve affrontare l’automazione del layer di piattaforma DB, Application Server, Applicazioni, Micro Servizi; e qui è opportuno anche indirizzare le necessità dell’approccio DevOps, dove l’automazione a 360 gradi è essenziale, dal supporto allo sviluppo Agile, al Continous Integration e Continous Testing fino al Continous Delivery e Deployment, ovvero l’automazione ed orchestrazione dei rilasci applicativi”.

Multicloud e IT agile, binomio possibile  

Ricorrere ad un approccio “best of breed” per indirizzare questi scenari porta con sé l’onere di gestire al meglio le necessarie integrazioni funzionali tra tools eterogenei,  e rischia di essere costoso e lento.

Come si fa ad affrontare la gestione di risorse multiple (orchestrazione dell’hybrid IT) e allo stesso tempo rispondere alla domanda di un IT agile, veloce ed abilitatore della Digital Transformation?

“Per rispondere a questa domanda, è fondamentale avere fin da subito la consapevolezza degli obiettivi da raggiungere e delle complessità da superare, e promuovere a tutti i livelli una cultura “digitale” non fine a se stessa ma allineata alle specifiche esigenze di business dell’azienda. La vera sfida è evolvere l’IT  affinché sia in grado di passare da una gestione di risorse legate ai progetti a una gestione veramente “on demand”, sempre più allineata alle richieste del business. Infine, ancora una volta, è necessario investire su Persone, Processi e Prodotti (tecnologie) per rispondere alle specifiche sfide tecnologiche e raggiungere gli obiettivi”.

Quali sono quindi i rischi che corre un’azienda che sottovaluta l’importanza di procedere all’orchestrazione dell’IT ibrido? 

Mauro Ferrami, Software Business Consultant – IT Operation Management – Italia – di Micro Focus
Mauro Ferrami, software business consultant – IT operation management – Italia – di Micro Focus

“Prendere alla leggera le sfide cui abbiamo già accennato, estendendo il concetto di orchestrazione,  può provocare all’azienda seri problemi e gravi effetti collaterali: aumento del rischio operativo, mancanza di governance e controllo, non rispetto di vincoli imposti dalle normative, perdita di agilità ed efficienza. E, per l’organizzazione IT, si aggiunge il rischio di perdita di rilevanza aziendale laddove il business, non ricevendo risposte adeguate in tempi accettabili, si rivolge allo “shadow IT” come alternativa per supportare le sue esigenze immediate”.

Quali sono le caratteristiche necessarie di una soluzione di orchestrazione, che punta al governo e controllo di tutti gli ambienti IT dell’azienda?

“E’ necessario estendere il concetto e il raggio di azione di una Cloud Management Platform tradizionale, secondo quanto già accennato, ed abbracciare il contesto dell’Hybrid IT con opportune capacità estese ed integrate.

La soluzione deve quindi essere adatta a gestire tutte le infrastrutture, da quelle tradizionali, ai cloud privati, ai cloud pubblici multi-vendor; nei confronti di quest’ultimi, deve offrire estese capacità di controllo, brokering, rendicontazione delle sottoscrizioni e dei relativi costi; deve offrire contenuti già pronti all’uso per automatizzare e governare velocemente servizi e delivery in modalità IaaS, PaaS, XaaS, e per implementare use cases multipli, estendendosi per esempio anche alle tematiche DevOps, automazione dei rilasci applicativi, riconfigurazione e migrazione dei servizi e workload tra le diverse piattaforme, anche associate a vendor diversi (es. assessment e supporto alla migrazione automatizzata a un nuovo cloud provider a fronte di migliori condizioni offerte)”.

I benefici dell’orchestrazione in cloud

Micro Focus è attiva sul mercato dell’orchestrazione dei servizi IT con una propria offerta. Quali sono le sue peculiarità?

“Micro Focus offre una soluzione completa e pre-integrata per la gestione di ambienti Hybrid IT, denominata Micro Focus Hybrid Cloud Management Suite (HCM).
HCM abilita la governance completa di ambienti ibridi e multi-cloud, il controllo dello spending, la realizzazione di servizi cloud-agnostici, l’orchestrazione ed automazione di processi IT complessi, e offre anche supporto per accellerare l’adozione di processi di tipo DevOps. Dal punto di vista architetturale, la soluzione si presenta come una applicazione cloud-nativa basata su una piattaforma comune ad altre Suites della famiglia di soluzioni Micro Focus per l’IT Operations Management, denominata ITOM Platform.

Costruita adottando tecnologie a container e microservizi, con i relativi vantaggi di abbattimento del TCO, della manutenibilità, scalabilità e alta affidabilità rese semplici, la piattaforma mette a disposizione servizi comuni e funzionalità già pre-integrate (per esempio il CMDB, il motore di orchestrazione, il portale di esposizione del catalogo servizi, ecc.), permettendo di  ottimizzare l’adozione e la gestione di strategie multi-cloud”.

Con HCM, gli amministratori possono abilitare gli utenti a sottoscrivere facilmente le offerte disponibili sul multicloud pubblicando i servizi su un catalogo centrale, governando il processo e mantenendo il controllo mediante policy, funzionalità di analisi e report di show-back, per garantire visibilità completa al business, per esempio in merito ai consumi reali rispetto a quelli preventivati.

“Gli amministratori e gli architetti sistemistici possono progettare, attuare e gestire servizi di tipo ibrido con estrema semplicità; l’approccio “design once, run anywhere” permette il popolamento di offerte sul catalogo servizi in modo rapido e contestualizzabile su architetture di deployment eterogenee. I servizi vengono quindi istanziati su risorse in cloud o on-premise o su scenari misti, supportando architetture che comprendono containers, middleware, database e applicazioni, rendendo concreto il modello dell’ “anything as a service” (XaaS)”.

HCM, motore integrato di orchestrazione e automazione

Componente fondamentale di HCM è il motore integrato di orchestrazione ed automazione dei processi tecnologici; grazie a questo, è possibile automatizzare completamente i flussi attuativi e implementare le azioni necessarie per massimizzare la velocità di deployment, minimizzare gli interventi manuali e migliorare la qualità di esecuzione, evitando errori umani. Proviamo a entrare nei dettagli, quali sono i benefici caratterizzanti di questo approccio?

“I flussi di orchestrazione possono essere definiti sia mediante una semplice e potente interfaccia grafica, sia tramite una modalità basata su testo che facilita la programmabilità delle funzioni, completata dal supporto completo di REST APIs.

HCM
HCM Resource Dashboard consente di tenere traccia di tutte le risorse ed i servizi su diverse cloud 

Punto di forza differenziante del motore di orchestrazione è poi la messa a disposizione di una ricca ed esaustiva libreria di flussi e metodi (più di 8.000, in continua evoluzione, disponibili anche su un marketplace Micro Focus), i cui contenuti permettono di automatizzare velocemente ogni attività ed interazione con elementi infrastrutturali, applicativi, multi-cloud, altre soluzioni di mercato, ecc.

Completa il quadro delle funzionalità di HCM l’estensione verso le tematiche di DevOps e orchestrazione dei rilasci applicativi, integrata con la soluzione leader in questo ambito, Micro Focus Release Control. La problematica in questo contesto che viene indirizzata da HCM è quella relativa alla necessità di allestire velocemente gli ambienti utilizzati dai team di sviluppo applicativo nella gestione della pipeline di rilascio, in maniera sincronizzata con questa.

HCM permette agli amministratori ed architetti cloud di collaborare con gli architetti applicativi per definire le risorse necessarie in ciascuna fase dello sviluppo e supportarne il deployment automatico attraverso “stage gates” personalizzabili, schedulazione dei rilasci, integrazione con le fasi di automazione dei test (test funzionali, di sicurezza, di performance).

I benefici della soluzione Micro Focus Hybrid Cloud Management sono tangibili e permettono una gestione completa ed efficiente di ambienti Hybrid IT e multi-cloud, accellerando l’adozione di pratiche DevOps e supportando pienamente il percorso di trasformazione digitale verso il cloud.

Il vero punto di forza sta nella possibilità reale di avere un punto di controllo e governance della strategia cloud dell’azienda, basata su un approccio comunque flessibile e che evita il “vendor lock-in”, realizzando l’obiettivo della messa a disposizione rapida, agli utenti e al business, di “anything as a Service – XaaaS”.

Oggi molte aziende affidano la gestione dei servizi IT ad una società esterna (outsourcing): l’adozione di una soluzione di orchestrazione potrebbe rappresentare una leva per riportare in casa la gestione dell’IT?

“Un’adeguata soluzione di orchestrazione, con le opportune estensioni funzionali che le permettono di diventare una soluzione completa di Hybrid Cloud Management, può consentire ad un’azienda di rivedere con più facilita il proprio modello di delivery dei servizi IT (compreso lo scenario di insourcing), in funzioni di condizioni che possono mutare nel tempo; per esempio esempio, ci si potrebbe rendere conto che la promessa del cloud pubblico non viene realizzata secondo le aspettative, oppure si può verificare uno scenario dove il passaggio ad un altro vendor potrebbe portare vantaggi tali da giustificare la revisione delle proprie politiche di sourcing. Ma come attuare operativamente questi mutati scenari ? Ancora una volta la tecnologia può aiutare e, parlando di estensioni funzionali, la suite Micro Focus Hybrid Cloud Management contempla l’opzione PlateSpin Migration Factory.

PlateSpin Migration Factory consente di automatizzare e integrare la pianificazione, l’esecuzione e la gestione su larga scala di progetti di migrazione cloud e data center, a costi e rischi ridotti; il suo impiego rende possibile automatizzare operativamente le migrazione tecnologica dei workload dei server verso il cloud multi-vendor e dal cloud, controllando l’intero progetto di migrazione entro i limiti di tempi e budget”.

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