Multicloud, cloud ibrido e storage all flash sono tre pilastri nelle scelte delle realtà che stanno trasformando la propria infrastruttura per la gestione e la valorizzazione dei dati.
E’ questo l’ambito in cui opera Pure Storage che ritiene mandatorio colmare il divario tra cloud pubblico e cloud privato cogliendo i benefici di un’infrastruttura ibrida (ma allineata), lavorando alla mobilità delle informazioni tra le diverse cloud e sfruttando i benefici legati all’AI.
Questo ha consentito a Pure Storage, in dieci anni, di farsi strada in un mercato già frequentato, grazie all’approccio particolare focalizzato sull’offerta di un comportamento applicativo equivalente dall’on premise al cloud, anzi al multicloud. Così nell’ultimo trimestre Pure Storage registra una crescita del 28% anno su anno, beneficiando della forza di “trazione” di 450 nuovi clienti (nel trimestre).
Ora in occasione di Pure Accelerate 2019, l’evento di punta per i clienti worldwide, l’azienda spinge l’acceleratore su tre direttrici di sviluppo: l’allineamento tra on-premise e i diversi cloud (1), l’offerta flash array (2), l’espansione delle soluzioni legate all’intelligenza artificiale (3).
On-premise e cloud allineati
Ne parliamo con Alfredo Nulli, Emea cloud architect di Pure Storage: “Sì, l’annuncio cardine di Accelerate 2019 si lega a Cloud Data Services e quindi al tool Cloud Block Store per la l’esecuzione e la gestione dei dati in Aws, scelto come primo cloud provider. In aggiunta, viene annunciata la possibilità di spostare i dati free anche su Azure (oltre che su Aws)”. In pratica Cloud Block Store permette l’esecuzione di applicazioni mission-critical nel cloud senza interruzioni e rende le soluzioni storage in cloud adeguate per le applicazioni web-scale.
Da un lato la disponibilità di dati caldi da Pure Storage su Aws, dall’altro l’estensione della gestione dei dati freddi (gli snapshot) anche su cloud Microsoft (Azure). In questo caso Purity CloudSnap diventa soluzione multi-cloud e può essere utilizzata anche su Microsoft Azure.
Nella strategia di Pure Storage, infatti, c’è l’idea di offrire disponibilità di esecuzione sui cloud principali, con l’estensione delle possibilità ad altri cloud provider in roadmap.
All-flash, capacità e prestazioni
Per quanto riguarda l’innovazione di portafoglio delle soluzioni on-premise, che resta “cavallo di battaglia” dell’offerta Pure, l’audience delle soluzioni flash array beneficerà dell’introduzione di una piattaforma (Flash Array C), disegnata in modo specifico per abilitare le grandi capacità, con l’adozione nuovi standard flash Qlc (Quad-Level Cells, nuove memorie flash a maggiore densità di informazione per cella).
Nulli specifica: “Parliamo di queste innovazioni ma tecnicamente i clienti continuano a lavorare nella stessa modalità, sfruttando gli stessi tool di gestione, solo beneficiando dell’innovazione tecnologica”.
Pure Storage, in ambito flash, lavora anche sulle prestazioni e quindi, sfruttando Intel Optane (Direct Memory Cache), sarà possibile portare le appliance storage a latenze vicine ai 500 microsecondi (dal millisecondo) per le applicazioni più estreme. Nulli: “Praticamente il cliente vede l’array che muta per capacità e prestazioni a seconda delle sue esigenze”. Sono quindi i clienti a potersi orientare secondo i differenti use case.
Intesa Sanpaolo e Banca Popolare di Sondrio oggi si trovano entrambe sulla piattaforma Flash Array X (già sul mercato) e da qui stanno compiendo scelte capacitive o prestazionali proprio a seconda dei workload da indirizzare, e stanno lavorando contando sul fatto che quello che “già hanno” può “mutare, essere flessibile” ancora di più. Si tratta di macchine a blocco variabile, configurabili per comportamenti particolari, “orientandole in ognuna delle due direzioni, capacitiva e prestazionale, in un’ottica di coerenza”.
AI nei processi aziendali
Terzo punto su cui Pure Storage lavora è l’espansione delle soluzioni per l’AI. In collaborazione con Nvidia arriva la disponibilità per i clienti degli strumenti di AI su Aira (Application Intelligence Reference Architecture). Fino ad oggi declinata solo come architettura Pure Storage/Nvidia su server Dgx-1, sarà disponibile anche con Cisco, aggiungendo FlashStack (soluzione iperconvergente Pure) per AI.
L’idea quindi è di avere una soluzione di intelligenza artificiale “guidata” da Cisco per quanto riguarda la parte server (computazionale). Quindi i clienti potranno scegliere soluzioni di AI pure Nvidia/Pure per la massima accelerazione, e soluzioni più “leggere” con server transazionali Cisco ma anche la possibilità di un boost prestazionale. Spiega Nulli: “Una sorta di turbo garantito da Nvidia”.
La strategia e il mercato
La strategia di Pure Storage resta quindi quella di offrire continuità di innovazione tecnologica senza costringere i clienti a fare forti upgrade e technology refresh impegnativi. Si parla quindi sì di nuovi prodotti e funzionalità che però i clienti possono utilizzare in continuità operativa.
Per esempio, associato a Cloud Block Store (Aws) i clienti possono contrattualizzare l’offerta nella modalità a consumo, che non è semplicemente un leasing operativo, perché prevede la possibilità di utilizzare Terabyte on-premise o in cloud a seconda delle proprie necessità, magari acquistandoli da Pure e poi spostandoli proprio in Aws.
Sollecitato sulle principali differenze tra l’offerta Pure Storage e quella dei competitor Alfredo Nulli vuole sottolineare “la coerenza tra le famiglie di prodotto che estendono on-premise o in cloud le stesse possibilità”, ma anche “la garanzia degli stessi comportamenti applicativi di cui il cliente dispone nel data center, in cloud”.
Pure Storage si fa carico infine degli aspetti prestazionali. Spiega Nulli: “Quando viene rilasciata una soluzione in cloud viene indirizzata anche la coerenza di dischi e latenza tra Aws, Azure e on-premise. Mentre i competitor implementano questa caratteristica lasciando molta libertà ai clienti nella scelta dell’infrastruttura di base del cloud provider – a seconda delle applicazioni software sovrastanti – secondo Pure questa scelta non è funzionale all’idea di una infrastruttura che sia effettivamente enterprise ready“.
Il vendor preferisce farsi carico di utilizzare il cloud provider come una piattaforma su cui erogare servizi di classe enterprise per disporre in cloud di prestazioni all’altezza.
Per le aziende spostare i carichi da un provider ad un altro è l’unico vero “lock-in”. Disintermediare questo vincolo è nelle corde di Pure che in ottica multicloud, offrendo ai clienti un “piano di esecuzione concreto”, vuole essere partner per un’effettiva libertà, con un approccio simile a quello di Vmware nel mercato della virtualizzazione.
Secondo Nulli “il cloud oggi in Italia non è più una questione “religiosa”, le aziende lo utilizzano. Non solo, oltre all’ambito fintech anche il settore pubblico dimostra di avere una strategia cloud delineata e in Italia è pronto ad abbracciarlo in modo strutturato. I decision maker rivelano maturità, anche rispetto ai colleghi, europei ora bisogna agevolare questa tendenza e indirizzare il settore per evitare una serie di possibili errori”.
Bene anche il comparto industriale pur con esigenze diverse, per esempio di prestazioni a vantaggio dell’efficienza, per i requisiti richiesti dalla filiera che sono soprattutto qualitativi. Un esempio è Nuova Castelli (produzione del Parmigiano Reggiano che nei processi sfrutta anche la blockchain).
Pure Storage approccia il mercato al 100% tramite il canale, e aiuta i partner creando delle iniziative per veicolare direttamente le strategie anche al cliente finale, sottolineando in primis i vantaggi dell’idea “dell’innovazione compresa nel prezzo”.
Per l’anno in corso il primo obiettivo sarà consolidarsi ulteriormente in Italia come punto di riferimento nella gestione dei dati ed entrare tra i primi tre player italiani in questo ambito. Per farlo, chiude Nulli, “dobbiamo impegnarci ancora di più ed aiutare il mercato ad abbracciare un’adozione consapevole e matura di cloud e artificial intelligence”.
Machine learning e predictive maintenance sono già indirizzati, le aziende sono consapevoli dei vantaggi nell’utilizzo dei dati per prevedere i comportamenti futuri delle infrastrutture e controllare i budget; valorizzare i dati a 360 gradi per il business operativo sarà un ulteriore passo in avanti.
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