I modelli di analisi avanzati basati su machine learning possono dare impulso positivo all’economia negli ambiti più diversi. In questo caso specifico parliamo di viticoltura di precisione. Terrasharp è infatti il nome del progetto nato in ambito Agricoltura 4.0 per offrire servizi innovativi in questo settore.
L’idea è di Greensharp, società che opera nel settore IT, e punta a sostenere l’efficienza e la sostenibilità del comparto vitivinicolo, lo fa sfruttando tecnologie avanzate per l’acquisizione di informazioni sui vigneti quali ad esempio gli indici vegetativi, i parametri di accrescimento, l’identificazione delle malattie.
In pratica, anche grazie all’utilizzo dei droni, nell’ambito del progetto Terrasharp vengono rilevati dati che sono successivamente elaborati mediante algoritmi proprietari di analisi e riconoscimento delle immagini e machine learning con l’obiettivo di offrire un servizio di consulenza agronomica a tutto campo per ottimizzare le colture.
Per esempio, attraverso progetti come Terrasharp, è possibile ridurre tempi e costi di monitoraggio dei vigneti, approntare stime produttive più accurate, prevenire la diffusione di agenti patogeni, ridurre l’uso dei concimi e dei prodotti fitosanitari fino al 35%, uniformare le produzioni riducendo le differenze di vigore vegetativo, stabilizzare i valori qualitativi e pensare ad azioni proattive su problematiche rilevate anche a livello di singole piante.
Terrasharp, nello specifico è un progetto attivo in Italia, Romania e Sudafrica e all’attivo conta già 350 ore di volo su oltre 4mila ettari. Vi lavorano 20 collaboratori, di cui 8 impegnati in ricerca e sviluppo, anche con collaborazioni accademiche come quella con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, per sviluppare algoritmi e servizi e validarli mediante risultati diretti.
Il metodo Complit
Il progetto utilizza uno specifico approccio metodologico, detto Complit, per la raccolta e l’elaborazione dei dati. Il metodo costituisce già di suo la proposta integrata dei servizi. Si parla di servizi core e di servizi ancora in fase di sviluppo.
Fanno parte dei primi la valutazione iniziale per capire come e dove intervenire (partendo da un confronto con l’agricoltore, dalla valutazione sul campo delle principali caratteristiche degli appezzamenti, fino all’evidenza di eventuali problematiche per indirizzare analisi e azioni). Segue il conteggio delle piante realmente presenti in vigneto, evidenziando quelle mancanti o prossime alla morte (questo per interventi di sostituzione mirati ed ottimizzare il processo di sostituzione e ri-approvvigionamento).
Vengono quindi predefinite le mappe di vigorìa. In pratica si suddivide la zona in sotto-aree in cui le piante presenti sono identificate per livelli di vigoria. L’obiettivo è quello di predisporre azioni per gestire e/o uniformare la variabilità per indirizzare, stabilizzare e/o incrementare la produzione senza inficiarne la qualità. Infine si procede con l’ottimizzazione delle risorse idriche per interventi mirati di manutenzione dei sistemi irrigui e il monitoraggio dello stato idrico delle singole piante.
I droni che effettuano il rilievo sono dotati di telecamera multispettrale per il monitoraggio estensivo, ma vengono utilizzati anche droni a terra che si concentrano su aree specifiche per una visione frontale della pianta. E i risultati infine sono condivisi con il cliente attraverso una piattaforma cloud. In fase di test invece ci sono i servizi sulle previsioni produttive per le stime del caso e il rilievo delle malattie e lo sviluppo di un’app per mobile.
Oggi le nuove tecnologie possono fornire un valido supporto decisionale anche in viticoltura, in particolare i cosiddetti Dss (Decision support system). A partire dai dati raccolti, è possibile fornire un modello di previsione di ciò che avverrà.
In questo caso si fa riferimento anche a Dss che descrivono lo sviluppo dimensionale della frutta con il trascorrere della stagione, tenendo conto di tutti i parametri che incidono sulla pezzatura finale – in parte controllabili (quali concimazione e potature) e in parte esogeni (su tutti l’andamento meteo) – sia singolarmente, sia combinandoli tra loro per modellizzare al meglio lo sviluppo dei grappoli.
I risultati di quest’anno dicono che la produzione di vino sarà inferiore del 16% rispetto all’annata record 2018, ma l’Italia rimarrà il primo produttore al mondo. Vedremo!
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