Le università sono grandi agenti di evoluzione sociale, culturale ed economica e la loro trasformazione digitale assume oggi un’importanza altamente strategica.
Un numero crescente di studenti richiede infatti di poter interagire in modalità digitale con la propria università, così come i docenti e gli operatori sono alla ricerca di soluzioni tecnologiche che consentano loro di raggiungere gli studenti in modo più immediato e personalizzato.
In questo contesto opera Crui, conferenza dei rettori delle università italiane statali e non statali. Nata nel 1963 come realtà privata dei rettori, l’organismo acquisisce nel tempo un ruolo istituzionale e di rappresentanza e una concreta capacità di influire sullo sviluppo del sistema universitario attraverso un’intensa attività di studio e di sperimentazione.
Un percorso che fa oggi di Crui uno strumento di indirizzo e di coordinamento delle autonomie universitarie; un laboratorio di sperimentazione di modelli e di metodi, di condivisione di best practice e moderno centro di servizi per le università.
AI e data analytics nei progetti di ricerca
Proseguendo nell’impegno per una formazione più efficace grazie alla digitalizzazione dei processi, Crui sigla una partnership con Ibm per dotare le Università italiane di servizi innovativi per lo sviluppo di progetti di ricerca e per la creazione di prototipi e soluzioni al servizio di ricercatori e docenti.
L’accordo consente infatti alle università italiane di avere accesso al public cloud di Ibm e alle tecnologie di intelligenza artificiale e data analytics per modernizzare le applicazioni, valorizzare il proprio patrimonio informativo e creare nuove forme di interazione con studenti e partner.
La collaborazione Crui-Ibm si inserisce nell’ambito di un accordo quadro triennale composto di convenzioni su prodotti cloud, prodotti software della suite Spss e servizi professionali in ambito cloud e cognitive.
“Il ruolo delle università nella trasformazione digitale del nostro Paese è cruciale dal punto di vista tanto della pianificazione, quanto della sua implementazione ai livelli più alti – dichiara Lucio D’Alessandro, vicepresidente della Crui –. Un ruolo quindi duplice. Da una parte, infatti, ogni passo avanti della tecnologia richiede considerazioni etiche e una cauta capacità di indirizzo. Concetto ancora più stringente nel caso dell’intelligenza artificiale. Dall’altra, le università hanno la responsabilità di monitorare le esigenze del mercato del lavoro per fornire ai loro studenti le competenze necessarie per soddisfarle. Proprio per questo la Crui promuove accordi, come quello con Ibm, con partner tecnologici che vogliono gettare le fondamenta di un futuro più giusto, specialmente per le nuove generazioni”.
Cloud personalizzabile dagli atenei
I 26 pacchetti totali di servizi standard e personalizzabili che Crui acquisisce da Ibm guidano l’ateneo dall’analisi del proprio fabbisogno fino al raggiungimento degli obiettivi di trasformazione.
Grazie ai 14 pacchetti di cloud services le università possono adottare il cloud in quattro step: l’advice on cloud per l’analisi approfondita del proprio parco applicativo al fine di stabilirne la compatibilità con la tecnologia cloud e tracciare la traiettoria di conversione e migrazione; il cloud start-up, successiva fase per l’attivazione degli ambienti cloud e dei client; il move on cloud per tralsare le applicazioni sul nuovo ambiente, in ottica lift&shift e attraverso diverse modalità di adeguamento alla nuova piattaforma, tra cui la parziale o completa riarchitetturizzazione dell’applicativo; il manage on cloud per la gestione applicativa delle applicazioni migrate.
Con i 12 pacchetti di cognitive services focalizzati sui temi di AI, analitics e cognitive developement e il supporto del motore Watson, le università possono testare un ambiente di sviluppo configurato per l’intelligenza artificiale e sperimentarne le potenzialità in prospettiva di ricerca e quelle delle applicazioni ai processi amministrativi, e alle attività d’interazione.
Crui e Ibm, formazione avanzata
La collaborazione con Ibm permette inoltre a Crui di supportare gli atenei italiani nella progettazione e sviluppo di corsi formativi su intelligenza artificiale e data analytics, con lo scopo di allineare i profili professionali alle esigenze del mercato del lavoro.
Gli atenei possono anche disegnare nuove applicazioni cognitive attraverso i metodi Garage e i workshop di design thinking e realizzarne prototipi funzionanti. Infine, possono erogare formazione specialistica su queste tecnologie al proprio personale tecnico.
“La partnership con Crui ci permette di sostenere le università italiane nel loro processo di digitalizzazione. – dichiara Francesco Stronati, vice presidente del Settore Pubblico Ibm Italia .– Con il cloud pubblico Ibm, le Università potranno accedere a tecnologie innovative, come l’AI, per sviluppare servizi e corsi di formazione sempre più in linea con le esigenze del mercato del lavoro. L’innovazione, infatti, non può portare benefici a tutti noi senza un adeguato capitale umano e un ruolo di primo piano. Tutto questo a vantaggio della competitività del nostro Paese”.
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