Il 2020 è stato un anno difficile per il commercio e per il comparto retail. Proprio in relazione al perdurare dell’emergenza in corso – con il relativo cambiamento nelle abitudini – la vendita di beni di consumo al dettaglio, sfruttando le opportunità offerte dall’e-commerce, ha fatto registrare un’importante crescita del 27,6%, a livello globale, per un valore complessivo di circa 4.280 miliardi di dollari, mentre le vendite al dettaglio complessive sono diminuite del 3% con un contributo complessivo di circa 23.800 miliardi.
I dati della ricerca Global Ecommerce Update 2021 di Emarketer fotografano quindi un’inversione di rotta rispetto a quanto era stato previsto dagli analisti a metà 2020, quando si stimava un rallentamento dell’e-commerce e una crescita che non avrebbe dovuto superare il 16,5%. Questi numeri rappresentano invece un segnale chiave in merito alla maturità dei consumatori pronti ad abbracciare i vantaggi offerti dalla rete.
In particolare Emarketer segnala come la crescita dell’e-commerce si sia distribuita a doppia cifra su tutti e 32 i mercati nazionali fotografati, ma in particolare in America latina si possa davvero parlare di una crescita eccezionale (oltre il 36,5%), tanto più nel curioso raffronto con il calo delle vendite al dettaglio complessive, peggiore rispetto alla media degli altri Paesi (-3,4%). Addirittura, in Argentina l’e-commerce è cresciuto del 79% rispetto al 2019, un valore cui si avvicina solo Singapore, con un incremento delle transazioni digitali del 71,1%.
Per il 2021 non è possibile prevedere al momento la conferma di una crescita così sostenuta, ma è vero anche che i consumatori comunque manterranno molti dei comportamenti di acquisto digitale acquisiti ancora per diversi mesi – indipendentemente dall’andamento della pandemia – .
Emarketer prevede comunque anche la relativa normalizzazione del commercio fisico – con una ripresa delle vendite al dettaglio a livello globale, nel corso di questo anno, che dovrebbe essere superiore al 5% – ad affiancare un’ulteriore crescita dell’e-commerce, ma anche il rallentamento del tasso di crescita rispetto a quanto si è assistito nel 2020.
A fine 2021 la crescita prevista dell’e-commerce sarà intorno al 14,3%, inferiore quindi alla stima del 20,2% del 2019 e al 27,6% dello scorso anno, ma significa comunque 611 miliardi di dollari di vendite aggiuntive attraverso il canale online. La stima valuta e tiene conto del rimbalzo fisiologico – inevitabile – considerato come parte della crescita prevista per l’anno in corso sia già stata anticipata nel 2020.
A guidare l’incremento degli acquisti digitali sarà anche nel 2021 la Cina con oltre 729 milioni di transazioni, per un valore di circa 2.779 mila miliardi (quasi il 57% del valore globale). Soprattutto, la Cina sarà il primo Paese nella storia a negoziare più della metà delle vendite al dettaglio con il digitale (con il 52,1% delle transazioni via e-commerce). Nel confronto con le altre aree, l’Europa occidentale si stima possa pesare per il 12,7% del valore complessivo delle transazioni tramite l’e-commerce, mentre il Nord America per circa il 19,1%.
Di fatto se solo nel 2018 le vendite online non riuscivano a superare i 3.000 miliardi di dollari, già nel 2020 questo valore è salito a 4.000 miliardi, che diventeranno 5.000 nel 2022 e 6.000 entro il 2024. In pratica sarà realizzato online più di un acquisto su cinque del totale degli acquisti fisici/retail.
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