La sovranità tecnologica e la sicurezza del digital trust sono fattori strategici per l’Europa, leve in grado di generare conoscenza tecnologica e scientifica attraverso partnership affidabili.  Il tema è stato recentemente oggetto di discussione nel corso di “Sovranità tecnologica”, l’evento patrocinato dalla Commissione Europea, che ha fatto il punto su obiettivi, tecnologie critiche e linee di policy per le nuove competizioni globali, partendo dall’analisi del Position Paper realizzato dal Centro Economia Digitale – Ced.

Il dibattito mette in luce la rilevanza del tema e l’esigenza di adottare una strategia a livello italiano ed europeo, ulteriormente evidenziata dai risultati dell’analisi che mostrano casi in cui le competenze tecnologiche dell’Unione Europea in settori critici non sembrano tenere il passo con i maggiori player mondiali. Criticità che era stata sottolineata anche in un recente incontro alla Camera dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi che, in linea con gli altri capi di governo di Bruxelles, auspica una “sovranità digitale europea”, un “punto su cui subiamo una sudditanza non tollerabiledichiara. 

Sovranità tecnologica, policy e vision

Dalla discussione emerge come l’obiettivo non debba divenire quello di raggiungere un livello assoluto di sovranità, bensì un equilibrio ottimale tra costi e benefici. Questo vuol dire puntare a collocarsi su un giusto livello di sovranità tecnologica che possa contemperare da un lato l’efficienza e dall’altro l’autonomia e che miri a raggiungere una sovranità europea comune e non una giustapposizione di sovranità nazionali. 

L’Unione Europea possiede sia il necessario livello di integrazione per diffondere la sovranità tra i vari stati nelle aree politiche ed economiche, sia le competenze e gli strumenti per promuovere la sovranità tecnologica lungo diversi settori strategici – emerge dall’analisi. La sovranità tecnologica europea implica quindi una crescente interdipendenza tra i singoli Paesi e probabilmente uno spostamento del controllo – su decisioni, investimenti, proprietà, relazioni, ecc. – dal livello nazionale a quello multinazionale europeo, o perfino extra-europeo.

Nel corso dell’evento delineati alcuni indirizzi di policy lungo cui orientare le azioni a livello nazionale ed europeo, per raggiungere un livello adeguato di sovranità tecnologica.

Vittorio Colao, ministro per l'Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale
Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale

“Per un’indipendenza europea e italiana dobbiamo ambire all’eccellenza tecnologica ma anche ad un’eccellenza normativa, per policy e allocazione di risorse  – dichiara Vittorio Colao, Ministro per l’Innovazione Tecnologica e Economico . Per raggiungere questo obiettivo è necessario permettere più sperimentazione e liberare spazi giuridico-regolatori con una semplificazione amministrativa. Un’autonomia strategica che deve puntare su tre pilastri: una sovranità europea comune e condivisa, una capacità di collaborazione italiana con progetti e persone di eccellenza non solo a livello nazionale ma anche internazionale; e una capacità di negoziare e di fare partnership al di fuori della Commissione europea. Per modernizzare gli stati europei – sottolinea inoltre Colao – serve anche una grossa spinta a connettività e reti per guardare alle tecnologie di domani”.

Tra gli operatori italiani nelle aree di business Digital Trust, Gruppo Tinexta contribuisce alla realizzazione del position paper tramite le competenze della propria controllata Infocert, principale autorità di certificazione a livello europeo. 

Danilo Cattaneo, Ceo di InfoCert
Danilo Cattaneo, amministratore delegato di Infocert

“Per l’Europa sarà strategico se non vitale assicurarsi e mantenere una solida sovranità tecnologica in un ambito così determinante per l’intero sistema economico, politico e sociale – commenta Danilo Cattaneo, amministratore delegato di Infocert. È indispensabile tenere presente che il Digital Trust implica il controllo delle identità digitali e delle firme digitali e, quindi, la gestione di dati sensibili. Per di più, abilita processi molto critici: sottoscrizione di contratti, apertura di conti correnti, accesso a posizioni previdenziali, prescrizioni mediche e molto di più. Di conseguenza, il mantenimento della sovranità tecnologica è irrinunciabile per garantire la protezione dei dati dei cittadini da possibili intrusioni o manipolazioni e assicurare la continuità di servizi fondamentali”.

Mentre miliardi di transazioni digitali al giorno determinano la trasmissione via web o sul cloud di dati personali e commerciali, l’Europa rappresenta solo il 4% delle piattaforme business digitali nel mondo, con il resto dei dati che transita su infrastrutture nelle mani di operatori extra UE. La perdita totale o significativa di sovranità si tradurrebbe dunque in minacce per aree delicatissime quali la difesa, la segretezza industriale, la privacy e la sicurezza dei cittadini, è il messaggio. “È importante mantenere il controllo sulla gestione e la residency dei dati digitali. In questo senso, sarebbe opportuno avere strumenti di governance per quelle aziende ad alta rilevanza strategica per dati trattati o ruolo nella catena del valore. E, non ultimo, è indispensabile che le soluzioni di Digital Trust siano caratterizzate by design da livelli di sicurezza informatica adeguataconclude Cattaneo.

amministratore delegato di Leonardo
Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo

Concorda Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, che dichiara: “Avere la disponibilità di beni e tecnologie connesse alla difesa è assolutamente necessario; bisogna detenere la capacità di presidiare queste tecnologie in modo strutturato. E serve anche una fortissima interrelazione tra decisori politici e industria, una grande chiarezza degli obiettivi da realizzare – e questo può dirlo solo la politica – ma anche grandi capacità di verifica a livello industriale”. 

Sul fronte della politica interviene Vincenzo Amendola, sottosegretario di Stato agli Affari Europei, Presidenza del Consiglio: “Per l’Europa la sfida è con i  giganti Usa e Cina, verso i quali dobbiamo recuperare. E’ un lungo cammino perché partiamo in ritardo. Questo gigante gentile deve rialzarsi, investire come stiamo facendo. Usiamo risorse, e questa volta anche bond, per finanziare questa strategia”.

Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di Tim
Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim

“I rischi sul fronte della sovranità digitale non dipendono solo dal patrimonio tecnologico di un determinato Paese ma da quanto questa tecnologia sia concentrata in pochi paesi ed in particolari contesti geopolitici – sostiene Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim -. Ma, anche per i Paesi che dovessero non raggiungere una propria autonomia, non ci sono particolari criticità se il patrimonio tecnologico è diffuso in vari Paesi e se c’è una diffusione di aperture delle tecnologie che permettono di rompere gli schemi di singoli produttori”.

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