“Anche in Italia il cloud è una realtà. Se fino a pochi mesi fa poteva essere semplicemente considerato prioritario nei progetti di trasformazione digitale, ora tantissime aziende lo stanno davvero utilizzando. Alcune nel periodo del lockdown lo hanno abbracciato anche solo per la parte di virtualizzazione del desktop (per il lavoro remoto, ndr.), ma si sono presto accorte delle possibilità di sfruttarlo per lavorare meglio con tutti i vantaggi di un “datacenter diffuso” che è effettivamente oggi parte di uno scenario reale”. Così Roberto Patano, Senior Manager Solution Engineering di NetApp Italia, inquadra oggi l’attitudine delle aziende, messe alla prova dai lunghi mesi di emergenza, che riconoscono il valore della resilienza come faro guida per l’efficienza del business. Un percorso che certo è molto “variabile” in relazione a vertical e dimensioni aziendali, e quindi anche per quanto riguarda le scelte architetturali.

“E’ uno scenario questo comunque favorevole, persino stimolante per una realtà come NetApp in grado di indirizzare qualsiasi esigenza ed offrire ampie possibilità di scelta – chiosa Patano -. Per noi il “datacenter è davvero diffuso“, ma non “spingiamo” nessuno nel cloud che è però parte integrante della strategia – una vera e propria “estensione” della stessa – così come siamo in grado di offrire tutto quello che serve a chi sceglie, per diversi motivi, di restare on-premise (si pensi ai workload più delicati dell’healthcare)”. E per le aziende è un vantaggio poter contare su un interlocutore in grado di non precludere alcun evoluzione infrastrutturale nel cloud ma, quando serve, senza abbandonare l’on-premise, sfruttando magari possibilità di gestione, in termini di servizio, tipiche del cloud, ma comunque con un proprio datacenter.

Container e Microservizi, NetApp è pronta

“Oggi lo scenario preferito dal 99% delle realtà è di sicuro uno scenario ibrido – prosegue Patano -. Anche se non mancano le realtà completamente in cloud, indipendentemente dalle dimensioni aziendali e dai mercati. Esperienze e maturità diverse impattano sul percorso di trasformazione in corso, mentre le realtà più avanti già cercano di sfruttare i vantaggi dei microservizi e della containerizzazione. Ripensare l’infrastruttura applicativa in questo senso senza dubbio “apre ad uno scenario di utilizzo del cloud davvero dinamico in cui il datacenter diffuso è anche molto più semplice da gestire, così come spostare agilmente carichi e applicazioni”. La parte di offerta relativa ai microservizi e alla containerizzazione è al centro dell’attenzione, insomma. NetAppcon il progetto Astra, per esempio – consente di compiere lo stesso percorso vissuto nella virtualizzazione classica. Quindi la possibilità di gestire, proteggere, movimentare il dato in modo trasparente – da sempre alla base del Data Fabric – è possibile ora anche nel nuovo scenario containerizzato, con una gestione non solo del dato, ma di tutto l’ambiente (configurazioni, backup e disaster recovery, etc.) direttamente da un’unica interfaccia”.

E’ il vero valore aggiunto di NetApp: prendersi carico dell’ambiente nella sua interezza. NetApp da una parta sfrutta il plugin open source e gratuito Trident. “Sviluppato diversi anni fa, apprezzato da tutta la comunità che lavora con i container, ed in grado di offrire informazioni protette – come componente di presidio sui dati – Trident per esempio consente di definire classi di storage, riconosciute dall’ambiente containerizzato, che vi associa così determinate operazioni per quanto riguarda la parte “fisica del dato” – laddove Astra rappresenta la soluzione in grado di gestire invece tutto l’ambiente”Astra, già disponibile in cloud, a brevissimo offrirà la stessa opportunità anche per la parte on-premise.

NetApp e la virtualizzazione del desktop

Tema altrettanto importante per le aziende è quello della virtualizzazione del desktop. NetApp anche in questo mercato, con la proposta Virtual Desktop Service, punta prima di tutto alla semplificazione.

Roberto Patano, Senior Manager Systems Engineering di NetApp
Roberto Patano, Senior Manager Systems Engineering di NetApp

Offre l’opportunità di creare un ambiente desktop virtualizzato a livello cloud in pochi passi (o integrarlo già con quello esistente), senza complessità, con la possibilità di scalare, con un servizio gestito, senza dover ricorrere all’adozione di “infrastruttura” dedicata. Si tratta quindi di poter sempre valorizzare l’infrastruttura esistente, ritrovando i vantaggi dello stesso ambiente, poi anche nel cloud degli hyperscaler.

L’apertura dell’infrastruttura on-premise all’evoluzione aziendale in uno scenario cloud resta sempre sotto il controllo dell’utente che, per esempio, sfruttando il servizio del portale Cloud.NetApp.com può non solo fare un “check” immediato dell’infrastruttura, ma studiare anche le sue priorità e pensare a come evolvere.

Cloud, come controllare i costi

Resta infine fondamentale il tema della gestione dei costi, indirizzato in casa NetApp ora anche grazie all’acquisizione di Spot. Spot nasce con l’idea di aiutare il cliente finale a gestire i costi in cloud. Costi a livello computazionale e a livello di storage. Con Spot è possibile automatizzare l’utilizzo delle risorse in dipendenza dalla storicità e dai costi. “Un esempio pratico: tutti gli hyperscaler, a seconda delle richieste di risorse e della relativa disponibilità, presentano costi diversi. In questi casi è possibile riuscire a fare savings importanti modulando le proprie richieste in stretta relazione con le effettive esigenze”.

Spot considera il carico del cluster ed in dipendenza della storicità sul tipo di utilizzo, delle esigenze real-time etc. alloca o sottrae risorse in modo automatizzato, con i relativi importanti vantaggi. Si parla di un risparmio fino al 70% nella gestione, con un modello di costi per il servizio Spot basato solo sull’effettivo risparmio dei clienti, per cui la soluzione si ripaga da sé a fronte di un effettivo risparmio per l’utente.

NetApp, dopo l’acquisizione di Spot, ha esteso questa possibilità di risparmio già presente per la parte computazionale, alla parte storage, nell’ambito della proposizione Cloud Volumes Ontap e quindi complessivamente i clienti possono risparmiare su tutta l’infrastruttura e si ritrovano effettivamente a beneficiare di “un’infrastruttura iperconvergente dinamica in cloud in modo del tutto automatizzato, anche in relazione agli effetti costi delle risorse in un momento specifico, sulla base dei valori contrattuali dei clienti degli hyperscaler e sulla base delle effettive segnalazioni degli hyperscaler sulla disponibilità vantaggiosa di determinate risorse”.

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