Attiva Evolution si è ritagliata sul mercato italiano un ruolo da distributore a valore che porta avanti con traiettorie chiare. L’obiettivo è supportare clienti, dealer, var e system integrator nell’implementare soluzioni di cybersecurity, protezione del dato e storage. Ce lo racconta Lorenzo Zanotto, BU sales manager di Attiva Evolution nel suo consueto incontro annuale con la stampa per fare il punto sulle recenti strategie messe in campo dall’azienda e sulle aree di investimento future.
Da quando, nel 2015 si è affacciata sul mercato come business unit di Attiva, Attiva Evolution pone una crescente attenzione verso i prodotti autoctoni e il mondo dei servizi di sicurezza su mobile. “In uno scenario in cui la pandemia ha cambiato gli equilibri, i dipendenti usano sempre più spesso i device personali con gli applicativi aziendali. Oggi circa l’80% dell’attaccabilità arriva da mobile; il tema non è più emergente, ma molti distributori stanno trascurando questo aspetto della cybersecurity e non si sono accorti dell’opportunità, poiché parliamo di un business che nei prossimi anni sarà in forte sviluppo. Il tema che i security manager dovranno affrontare all’interno delle aziende nel prossimo futuro è infatti proprio quello di mettere in sicurezza gli utenti mobili e proteggere gli access point”.
Mobile protection, due nuovi accordi al via
Attiva Evolution si muove già in questa direzione, racconta Zanotto, con uno scouting molto verticale che ha generato di recente l’ingaggio nella distribuzione di due nuove realtà. La prima è Chimpa, una soluzione di Xnoova, azienda piacentina nata da uno spin-off universitario che ha ideato una suite specifica per la gestione della sicurezza degli utenti mobili “perché ci siamo accorti che fare sicurezza sul perimetro aziendale è completamente diverso che farlo sul mobile; sia le tecniche di attacco che di protezione sono completamente diverse, pertanto servono strumenti dedicati”. Chimpa è un software as a service in cloud che permette ad aziende private e pubbliche di gestire, monitorare e proteggere la propria flotta di dispositivi Android , iOS e Windows. “Il prodotto ci piace – sottolinea il manager – perché sviluppato da una piccola azienda italiana e perché sul mercato non c’è al momento nulla di simile. Ci crediamo molto, siamo il loro secondo distributore in Italia e ci hanno promesso che per un po’ lo saremo in esclusiva”. Il prodotto è già venduto negli Usa e nel resto del mondo e oggi si inizia a vendere anche in Italia dove si aprono nuovi mercati. Alcune imprese lo hanno già adottato, come una realtà del trasporto pubblico veneta che ha adottato l’applicazione e sta sostituendo le obliteratrici sui mezzi grazie all’uso dell’applicazione attraverso codici a barre.
Crypty, gruppo Uniquon, è la seconda soluzione che viene oggi distribuita da Attiva Evolution, un’app per l’unified communication sicuro. La sua particolarità è quella di garantire piena sicurezza in quanto completamente anonima. La soluzione non tiene traccia dei dati, non raccoglie metadati poiché si basa su un invito che va accettato e i cui contenuti vengono cancellati dopo dell’interazione. Solo i dispositivi degli interlocutori della comunicazione possono decifrare e leggere il messaggio, le conversazioni, i video e le altre informazioni in chiaro. Si tratta di un prodotto che nasce in ambito difesa che oggi gli sviluppatori stanno destinando anche al mondo enterprise. Anche in questo caso si tratta di un prodotto italiano, soluzione nata da una startup di Brescia in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia. “Dimostrazione che l’Italia è un paese che ha il know-how per fare bene”, sottolinea Zanotto.
Cloud, si consolidano le strategie
Proseguendo lungo le strategie di avvicinamento al mondo dei servizi cloud, Zanotto ricorda il recente accordo dell’azienda con Reevo che rafforza la protezione dei dati e l’affidabilità delle infrastrutture come temi chiave: “Oggi il mercato chiede l’accesso a servizi cloud sicuri e affidabili; la partnership con Reevo ci consente di mettere a disposizione delle imprese prodotti che rispondano a queste necessità e con il valore aggiunto di essere gestiti in data center certificati e presenti sul territorio italiano”.
All’interno dei prodotti già a portafoglio, ci sono poi delle nicchie di mercato che Attiva Evolution vuole sfruttare. In partnership con Extreme Networks, ad esempio, che con l’acquisizione di Ipanema ha rafforzato la propria offerta con nuove soluzioni SD-Wan e di sicurezza gestite dal cloud. “Con Extreme Networks vogliamo sviluppare delle attività sul mondo della security legata al networking per securizzare le reti aziendali, perché oggi gli attacchi possono passare anche dagli switch”, dichiara. La piattaforma agnostica di Extreme per la gestione del cloud end-to-end può infatti mettere in sicurezza tutto ciò che il cliente ha già in dotazione, dispositivi, applicazioni e infrastruttura, a costi inferiori.
Obiettivi di business
Attiva Evolution ha in mente una serie di strategie che puntano a far fare un salto di qualità nei prossimi anni alla società, concentrandosi sempre più su storage e servizi di cybersecurity e appoggiandosi al canale. “La nostra idea – dichiara Zanotto – è quella di costruire un ecosistema di cybersecurity perché oggi la sicurezza non può essere gestita a livello di perimetro, ma deve abbracciare tutto, sia il mobile che gli endpoint. Un mondo talmente vasto che è impensabile affrontarlo con un unico strumento e con un unico vendor”.
L’obiettivo dell’azienda è dunque quello di crescere. Oggi il business di Attiva Evolution è positivo e stabile (a fine settembre i risultati annuali), così come il numero di dipendenti (circa 100) e di clienti (400-600 annui). Ma l’azienda vuole crescere soprattutto in valore; si pensa per questo anche all’acquisizione di qualche piccolo distributore in cybersecurity per il quale è già partita la ricerca. A livello di organico, è previsto l’arrivo di un brand manager.
Infine, al centro, la formazione come tema chiave e culturale: “Se vuoi fare la differenza sul canale devi fare formazione. In Italia, la maggior parte dei system integrator sono piccole medie aziende che faticano ad essere propositive. All’interno delle imprese non si fa ancora abbastanza formazione ed è evidente la necessità di una maggiore conoscenza sulla cybersecurity che modifichi anche l’approccio dell’utente finale, inclusi i giovani, che sono spesso inconsapevoli dei livelli di rischio. Per questo dobbiamo essere noi a raccontare e lavorare in questa direzione, dove c’è molto da fare”, conclude Zanotto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA