Potrebbe essere lo spazio la frontiera che consentirà di poter garantire copertura 5G sulla Terra, in qualsiasi angolo del pianeta. Questo sarà possibile sfruttando una rete di satelliti in orbita per l’implementazione di reti 5G non terrestri (5G Ntn) dedicate all’utilizzo ed i casi d’uso con lo smartphone. In questo modo, i prossimi smartphone 5G potrebbero utilizzare la connettività ed i servizi di trasmissione dati a banda larga anche nei luoghi che oggi dispongono solo dei sistemi di telefonia satellitare tradizionale.
E’ il progetto allo studio dell’azienda aerospaziale francese Thales, il produttore di tecnologie Qualcomm Technologies ed Ericsson. Possibile anche grazie all’approvazione da parte del 3Gpp dello standard relativo alle Non Terrestrial Networks, da marzo di quest’anno.
I tre vendor, dopo ricerche, studi e simulazioni, hanno ora in programma di effettuare test e prove di validazione. I test, che si svolgeranno in un ambiente spaziale simulato, in Francia, serviranno a convalidare il funzionamento dei componenti tecnologici per abilitare il 5G non terrestre, il funzionamento di uno smartphone 5G, un payload satellitare e parti delle reti 5G a terra. Serve infatti anche essere certi che le potenzialità di una copertura 5G Ntn siano davvero utilizzabili nel form factor di un semplice smartphone che a tutti gli effetti diventerebbe un device “satellitare”.
Più nel dettaglio, Ericsson, Thales e Qualcomm così si suddivideranno i compiti: la prima dovrà verificare il funzionamento di una stack Ran virtuale (vRan) 5G reingegnerizzata per gestire i segnali radio che si propagano, proprio come fanno le onde radio 5G quando viaggiano attraverso il vuoto dello spazio e l’atmosfera terrestre, attraverso i satelliti Leo (Low Earth Orbit).
Qualcomm fornirà i dispositivi per verificare appunto che le reti 5G Ntn siano supportabili da device portabili e poco ingombranti come gli smartphone e Ericsson verificherà il payload di una radio 5G impiegabile su satelliti Leo. La sperimentazione di fatto si svolge a terra, dove viene emulato il comportamento delle onde radio 5G che si diffondono nello spazio, compresi i ritardi temporali tra il satellite in orbita e lo smartphone 5G “virtualmente” collocato in diversi punti a terra.
Potenzialmente sarebbe possibile realizzare una copertura universale anche in aree geografiche estreme, così come in mezzo a mari e oceani, con i relativi vantaggi anche in tutti i casi d’uso nei diversi verticali, come i trasporti, l’energia e la sanità, ma anche le comunicazioni governative e la sicurezza.
E’ proprio grazie alla validazione 3Gpp che la sperimentazione si rivela di “ampio respiro” così, infatti, le reti 5G Ntn possono sfruttare l’esteso ecosistema di componenti e prodotti e i fornitori di tecnologia possono lavorare con la certezza di scalare in modo corretto la compatibilità 5G Ntn tra i diversi dispositivi.
Erik Ekudden, senior VP e Cto di Ericsson: “]…[ Il risultato finale potrebbe davvero tradursi in una connettività di qualità elevata, sicura ed economica ]…[ grazie alla combinazione di connettività terrestre e satellitare“.
Più cautela ed ottimismo caratterizzano invece le dichiarazioni relative all’effettiva realizzazione di questa possibilità. “Anche se è ancora troppo presto per dire quando un eventuale prototipo di satellite equipaggiato con il 5G potrebbe essere lanciato in orbita per un reale utilizzo operativo – prosegue Ekudden – le operazioni di test e validazione a terra altamente tecniche programmato da Ericsson, Thales e Qualcomm Technologies costituiscono uno step fondamentale per far sì che ciò accada”.
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