Nasce da un percorso costruito negli anni il Gruppo Impresoft, così come si presenta oggi sul mercato. Aziende diverse, cresciute in contesti territoriali e tecnologici complementari, che hanno unito competenze, strutture e affinato le strategie per lavorare insieme.

Da gennaio 2023 Impresoft si è formalizzata in una holding, dopo una forte crescita organica dovuta al raggruppamento di anime diverse, attive sul mercato Ict da diversi decenni (Formula, 4wardPro, Hiteco, Qualitas Informatica, NextTech, OpenSymbol, NextCRM, Kipcast, GN Techonomy e Cloudnova). Un passo importante che avvia la volontà di essere un “unico” interlocutore sul mercato IT a supporto della trasformazione digitale dei clienti, consolidando le diverse aziende acquisite in una “unica” realtà. Una “One Impresoft” insomma, come la definisce Alessandro Geraldi, Ceo del Gruppo Impresoft, ospite di Ceo Cafè

“Siamo una realtà che affonda le proprie radici nel mondo dei servizi IT e nello sviluppo software, ambiti nei quali lavoriamo da 50 anni. Siamo storici ma nuovi, innovativi – esordisce Geraldi nella nostra chiacchierata -. Per due ragioni: le aziende che formano il gruppo hanno fatto la storia del digitale in Italia, essendo punti di riferimento nei rispettivi settori di appartenenza, ma nello stesso tempo sono aziende pronte a rinnovarsi mettendo insieme le proprie competenze per dar vita a una realtà innovativa che aggrega imprenditoria in vari mercati. Diversità e inclusione sono i nostri due asset, accompagnati da una visione di mercato comune e da una forte capacità di delivery”.

Qualche numero fotografa il gruppo oggi che si pone in modo trasversale sui clienti, 3.500 in Italia, prevalentemente medie e grandi aziende italiane (“la dorsale della struttura imprenditoriale del Paese”), con particolare attenzione al mondo manifatturiero (che raccoglie il 50% del business del Gruppo) ma anche a servizi, retail, distribuzione e alimentare. “Quello che ci caratterizza come Gruppo è il forte senso di responsabilità nei confronti di queste realtà, perché la competitività di queste aziende passa dal digitale” continua Geraldi declinando le soluzioni proposte, che vanno dalle business application, alle tecnologie Erp, Crm, manufacturing execution system fino alle soluzioni di corporate performance management e ai data center per offrire cloud. Tecnologie che indirizzano una serie di servizi nell’ambito della application modernization, digitalizzazione dei processi di business, managed services, modern workplace, security e formazione.

Alessandro Geraldi, Ceo di Impresoft Group
Alessandro Geraldi, Ceo di Impresoft Group

Il Gruppo ha oggi numeri “tondi“, dopo l’ingresso del fondo Clessidra Private Equity che ha guidato le varie acquisizioni: superano i 100 milioni di ricavi nel 2022 con una crescita del 25% rispetto al 2021 (90 milioni di euro), con una previsione di fatturato di 125 miliardi nel 2023, grazie a crescita organica e nuove acquisizioni di realtà imprenditoriali italiane attive nel mondo Ict. “Non solo acquisiamo perché vogliamo ampliare i nostri servizi ma per acquisire cultura, per rafforzare i quattro competence center esistenti dedicati a Business Solutions, Industry Solutions, Customer Engagement e Corporate Resilience. Solo successivamente potremmo valutare l’apertura di un quinto polo che potrebbe aggregare competenze in ambito AI e advanced analyticsspiega Geraldi. Se si guarda al fatturato, la metà dei ricavi è attribuibile al competence center delle Business Solutions, il 23% alla Corporate Resilience, il 7% alle Industry Solutions (“che rappresentano però l’area a maggiore crescita”) mentre il restante 20% va attribuito al Customer Engagement. 
L’ambizione è di raggiungere un fatturato di 300 milioni di euro nel 2026, alzando l’attenzione verso mercati esteri che dovrebbero raccogliere il 15% del nostro fatturato – auspica Geraldi -. Un progetto di crescita ambizioso ma ben pianificato”.

La complessità tecnologica nelle aziende

La logica che guida Impresoft è quella di offrire ai clienti le tecnologie best of breed nei diversi ambiti, ma grazie a realtà che possono declinare i servizi a livello territoriale, con vicinanza ai clienti. “La complessità tecnologica in casa dei clienti sta via via aumentando, e i clienti apprezzando relazioni consolidate nel tempo per gestirla”, sostiene Geraldi. La ricerca di un partner che abbia una proposta coordinata di soluzioni e servizi spesso permette alle aziende di ridurre la complessità. Cosi come il consolidamento del mercato IT – acquisizioni e accorpamenti spesso guidati dai fondi di investimento – va in questa direzione. “Il mercato del digitale, grazie alla spinta verso progetti di trasformazione del business, cresce per fortuna ma è ancora polverizzato. Ci sono aziende che negli anni sono cresciute fino a 20-30 milioni di fatturato, facendo un bellissimo percorso, ma che oggi vedono la loro crescita arenata se non consolidano la propria realtà con altre. Questo tema tocca non solo il nostro mercato Ict ma il sistema Paese. L’appartenenza a un gruppo allarga il go to market, fornisce maggiori asset per crescere, e risulta essere più attrattivo nei confronti dei clienti”.

E continua Geraldi: “In un settore molto polverizzato serve avere operatori che siamo aggregatori di risorse, ricerca, strategie e metodi innovativi, per migliorare anche la produttività stesse delle singole realtà. Il problema della mancata crescita negli ultimi 30 anni della produttività in Italia si deve anche al fatto che non si è investito abbastanza in tecnologie digitali e nelle competenze che servono per gestirle. In certi casi le aziende troppo piccole non riescono a fare investimenti, solo se aggregate crescono di più. La dimensione aiuta la produttività”.

Il Gruppo non solo realizza progetti con tecnologie di vendor, ma sfrutta anche le proprie abilità di sviluppo legate alla capacità di creare software proprietari (“e questo è un grande differenziante, come l’Erp di Formula”), per dare alle aziende strumenti di Erp, Crm, corporate resilience. Guardiamo anche al mercato del cloud con molto interesse, con apertura verso tutti i cloud provider, nonostante sia molto rilevante, nonché storica, la nostra partnership con Microsoft” precisa.

Ma al di là delle tecnologie proposte, l’approccio al cliente è unico: “Analizziamo il cliente partendo dai bisogni, parlando con l’interlocutore interno più addentro alla problematica per trovare un approccio digitale ad ampio raggio: orchestriamo il cambiamento a beneficio del cliente, guardando la sua postura di sicurezza, aiutandolo nella migrazione verso l’hybrid cloud, gestendo la sua trasformazione”.

Prossimi passi, inclusione e Esg

Se a gennaio Impresoft ha festeggiato la nascita della holding grazie all’integrazione dei diversi modelli finanziari e all’onboarding di nuovi profili e persone (tra cui anche la nomina del Ceo stesso), i prossimi mesi saranno quelli in cui il Gruppo spingerà una nuova immagine corporate, a partire dal rinnovamento del sito aziendale.

Ma il processo di integrazione delle varie aziende, dal punto di vista culturale, richiederà più tempo “perché alla fine del percorso cambierà il senso di appartenenza delle persone del Gruppo – sostiene Geraldi -. Se lato offerta abbiamo una unica piattaforma integrata a beneficio del cliente, a livello aziendale ogni realtà ha un modello commerciale autonomo che può segnalare opportunità al gruppo, con regole di ingaggio chiare e comuni strumenti di collaborazione”.
Oggi il Gruppo adotta un unico Crm, tool di coordinamento, pianificazione di incontri mensili per coordinare le attività commerciali, strumenti di marketing automation “perché abbiamo fatto noi stessi il percorso di integrazione che proponiamo ai nostri clienti – precisa –. Un percorso che fa leva sulla capacità imprenditoriale delle singole realtà e porta a creare un progetto di inclusione, perché le culture diverse sono una grande opportunità”. Con attenzione anche al tema della sostenibilità, che il gruppo affronta in modo duplice.

Da una parte si pone come abilitatore Esg dei propri clienti, aiutandoli attraverso il digitale a migliorare la loro impronta di carbonio. Dall’altro perseguendo internamente gli obiettivi Esg. “Dal punto di vista ambientale abbiamo ridotto i consumi, l’uso di auto e scelto energie rinnovabili per i nostri uffici e per compensare le emissioni di Co2 passate. Dal punto di vista sociale, siamo impegnati in una attività di formazione continua sia verso i dipendenti sia verso le comunità locali, anche con progetti di welfare. Dal punto di vista della governance, stiamo lavorando con il fondo Clessidra, che conosce bene il mercato italiano, per strutturare un codice etico e per definire politiche di sostenibilità, che vogliamo comunicare nel modo corretto sia a dipendenti sia verso l’esterno. Il fatto che i fondi di investimento siano attenti ai parametri Esg di un’azienda ci spinge a migliorarci e l’impegno sulla sostenibilità deve accelerare”.

Il percorso interno Esg è governato da una dashboard che misura tutti gli indicatori (“siamo partiti bene ma siamo ancora all’inizio”), ma l’impegno rientra nella roadmap 2023, con crescita a due digit. “Nonostante le criticità legate alla guerra, all’andamento dei tassi di interesse, ai ritardi dei progetti del Pnrr, la vera sfida del settore sono le persone: dobbiamo attrarre ancora più talenti per crescere. Lo facciamo con grande attenzione, collaborando con le università in tutta Italia e con le scuole superiori che formano esperti IT per accelerare il loro percorso di apprendimento”.

Nel 2023 la “One Impresoft potrebbe valutare una sede istituzionale per il Gruppo pur mantenendo le sedi territoriali delle diverse realtà, come punti focali per la storicità e la prossimità ai clienti. ”In funzione della crescita del 2023 è possibile che valuteremo una sede nuova per Milano per essere in grado di supportare la crescita delle persone e nuove società da integrare” conclude. Oggi il gruppo conta circa 800 persone ma ha l’ambizione di superare i 2.000 dipendenti al 2026. Non manca anche la voglia di internazionalizzazione. L’attenzione oltralpe guarda alla Spagna dove rivendere le soluzioni e ricercare aziende interessate al modello aggregativo di Impresoft per valutarne l’acquisizione come primo passo per l’espansione nei mercati esteri.

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