Le aziende di ogni verticale conoscono il valore dei dati e lavorano per digitalizzare i processi così da fare in modo di sfruttarne appieno il potenziale. E’ un tema caro anche nell’ambito della sanità digitale. In questo caso, i temi legati alla privacy ed alla sensibilità delle informazioni sono ancora di più al centro dell’attenzione. Informatizzazione delle fonti, disponibilità delle informazioni, valorizzazione attraverso business intelligence e machine learning, ma soprattutto l’interoperabilità, sono per questo al centro della proposizione di InterSystems che lavora perché sia davvero possibile “mettere a fattor comune” informazioni e dati, nel rispetto dei regolamenti. Ne parliamo con Fabio Ragionieri, Sales Executive, InterSystems Italia. 

La sanità sta vivendo una forte fase di accelerazione (e attenzione) legata anche ai fondi del Pnrr dedicati alla Missione Salute. Dal vostro osservatorio, quali sono le urgenze che devono essere ancora sanate e quanto è stato fatto in questo ultimo anno.

L’opportunità è sotto gli occhi di tutti: arrivare finalmente ad avere la disponibilità del dato sanitario, per operatori e cittadini, in formato elettronico e a prescindere da dove esso sia stato prodotto. Il progetto del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (FSE 2.0), finanziato dal Pnrr, va appunto in questa direzione e, grazie al focus nazionale del progetto, siamo a un buon punto di avanzamento.

I benefici indotti da questo importante balzo in avanti della sanità elettronica, e altri in corso di realizzazione, necessitano di due premesse non ancora interamente compiute:

– la piena informatizzazione delle fonti dati, in particolare la cartella clinica. Mentre la gestione amministrativa dei ricoveri è mediamente informatizzata, la gestione clinica (ci riferiamo alla farmacoterapia, agli atti operatori, alle diverse documentazioni di specialità) è ancora largamente cartacea o utilizza software locali non integrabili in rete. Il fascicolo del paziente è tanto più utile al sistema quanto più è alimentato da fonti dati complete e con dati strutturati.

l’integrazione di strumenti di machine learning e business intelligence a supporto della ricerca scientifica. L’altro grande valore dei progetti di sistema è quello della ricerca e della medicina di precisione e personalizzata, supportata da strumenti di machine learning e business intelligence. Esse si giovano massimamente di dati “atomici” o strutturati, ovvero estraibili singolarmente dai referti elettronici e utilizzabili quindi per analisi aggregate, sia a scopi preventivi, che per diagnosi e cure mirate.

Per creare queste premesse, occorrono software che gestiscano il dato elettronico secondo standard internazionali, che si diffonda la cultura del dato presso tutte le realtà di cura pubbliche e private, e occorrono software certificati quali dispositivi medici che ne consentano l’interoperabilità utilizzando i più diffusi standard di comunicazione di mercato. InterSystems si sta adoperando per alimentare queste premesse, grazie alle proprie piattaforme di sistema informativo ospedaliero e ai sistemi di interoperabilità del dato.
Infine, occorre non dimenticare che il professionista a cui è chiesto di alimentare i sistemi informatici con dati clinici, in questa informatizzazione deve trovare un’utilità per la propria pratica clinica. Il software deve restituire valore al clinico in termini di usabilità e supporto alle decisioni. Se l’operatore riscontra l’utilità di ritrovarsi un quadro paziente chiaro ed esauriente, sarà incentivato ad alimentare il sistema locale – e di conseguenza quello nazionale – con le informazioni utili a tutti gli scopi di cura.

Un ecosistema complesso ruota attorno al mondo della Sanità. In che modo è possibile facilitare, grazie alle tecnologie digitali, la relazione tra tutti gli interlocutori (pazienti, medici, presidi, enti)? Quali competenze servono e in che modo accrescerle?

DHS - Fabio Ragionieri, Sales Executive, InterSystems Italia
Fabio Ragionieri, Sales Executive, InterSystems Italia

Attraverso l’uso di standard di mercato e motori di integrazione che siano in grado di far dialogare i vari sistemi. Le tecnologie saturano il mercato, ma spesso la relazione tra i vari attori è limitata da software che dispongono di standard comunicativi difformi, quindi “linguaggi” diversi che ostacolano lo scambio di informazioni e la loro interpretazione. È necessario disporre di un sistema che sappia mettere a fattor comune i dati e le informazioni provenienti da fonti differenti e di tipo eterogeneo e che supporti gli standard internazionali per la sanità, primi fra tutti HL7 FHIR (Fast Healthcare Interoperability Resources). Per superare queste difformità intervengono tecnologie, come la nostra, che aiutano la comunicazione tra standard diversi, agevolando la trasformazione dei messaggi secondo i più recenti standard di mercato. Altro limite, superabile perché organizzativo (ma, spesso, sono i vincoli più complicati), è rappresentato dalle disposizioni normative in tema di accesso ai dati sensibili del paziente da parte dell’operatore sanitario. Da tempo si parla di uno Spazio Europeo dei Dati Sanitari – European Health Data Space (Ehds) – per l’uso primario e secondario dei dati sanitari; tuttavia, permane una distanza tra la sovranità individuale dei dati e il loro uso efficiente.  

La relazione tra tutti gli interlocutori è inevitabilmente multidisciplinare, e oltre alle tecnologie digitali, comprende gli ambiti della cybersecurity, della gestione dei dati sanitari (raccolta, archiviazione, analisi), della comunicazione digitale, dell’intelligenza artificiale e analisi dei dati. Senza trascurare, però la progettazione dell’esperienza utente e la ridefinizione dei processi clinici, e di conseguenza il coinvolgimento attivo di team interdisciplinari.

Quali sono le strategie della vostra azienda in questo scenario complicato di trasformazione? Come si rimodella la vostra offerta?

Giochiamo d’anticipo. I nostri sistemi sono diffusi in tutto il mondo. Per questo, riusciamo a prevedere cosa chiederà il mercato, osservando e assecondando i trend globali. Questo approccio ci fa essere pronti rispetto ai più recenti standard di interoperabilità. Inoltre, le nostre soluzioni evolvono assieme al progredire della tecnologia. Il cliente trova, nella soluzione già acquisita, una roadmap di adeguamento ed evoluzione che lo mantiene up-to-date, massimizzando l’investimento e di fatto azzerando l’obsolescenza. Per fare questo, guardiamo a quelle nazioni che hanno fatto e fanno da traino per progetti innovativi di interoperabilità del dato clinico, che spesso noi stessi abbiamo supportato. E ne diffondiamo le pratiche migliori, in questo agevolando la diffusione degli standard di maggior successo.

InterSystems è presente sul mercato internazionale della sanità da 40 anni e da 15 anni opera in Italia con l’obiettivo di rendere fluido lo scambio dei dati e le soluzioni per analizzarli e impiegarli nella Sanità. Negli Usa abbiamo, per esempio, creato Hixny, il sistema Web based d’interscambio dei dati sanitari dello stato di New York: un servizio che conserva i file medici di 18 milioni di persone e li rende disponibili in modo sicuro a ospedali, farmacie e altre organizzazioni d’assistenza. A Dubai abbiamo lanciato un progetto, che sfrutta tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning, volto a stabilire, in base ai dati clinici, se una persona in dimissione dall’ospedale rischia di ritornarci a breve. Nel nostro Paese la tecnologia di InterSystems è oggi impiegata nella piattaforma d’integrazione dei dati sanitari in alcune tra le più importanti regioni d’Italia, tra cui la Lombardia. Grazie a queste esperienze InterSystems è fortemente impegnata nell’evoluzione del passaggio all’infrastruttura del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 e al supporto allo standard HL7 FHIR che costituirà la chiave per l’interscambio di dati del nostro sistema sanitario creando l’autostrada di dati che dovranno collegare tutti gli attori che concorrono all’evoluzione del nostro Sistema Sanitario Nazionale.

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