Riparte da dove aveva lasciato partner e clienti a San Diego Matt Calkins, Ceo di Appian, che a Londra parla davanti a 800 partecipanti da tutta Europa. Riparte dall’AI e dalla strategia di Private AI che pochi mesi fa aveva abbozzato e che ora si fa più concerta. Sia nel rilascio degli aggiornamenti della piattaforma di casa, sia nel definire i progetti trasformativi delle aziende.
Non a caso nel keynote ad Appian Europe – Thriving in the AI Economy – sottolinea il passaggio: “Oggi la strategia dell’azienda attorno all’AI entra nella fase di concretezza, perché l’AI può orchestrare un cambiamento forte, nelle aziende enterprise”. Se a San Diego aveva annunciato l’impegno, a Londra Appian mostra una AI già integrata con dati e processi all’interno della propria architettura, battezzata Appian Data Fabric, che fa confluire i dati delle diverse applicazioni aziendali permettendo di eseguire query su tutto il patrimonio informativo.
Certo l’impostazione di Appian ricalca concetti comuni ai vendor: una AI human centrica dove l’uomo governa l’intelligenza artificiale, un uso consapevole dell’AI come un tool che può dare vantaggio competitivo, un’attenzione ai dati nel rispetto delle norme e della compliance di qualsiasi paese. E fin qui tutto nella norma.
Ma il tema differenziante di Appian Europe rimane il triangolo che Appian utilizza per disegnare la propria strategia, che veicola attraverso una unica piattaforma nata nel mondo low-code che ora integra l’intelligenza artificiale, che si è ritagliata un posticino anche nel nome: Appian AI Process Platform. “L’AI di fascia enterprise mette insieme AI, dati e processi. Dati e AI si alimentano a vicenda, stringono un legame unico, che trae valore dalle informazioni raccolte nel nostro data fabric”. E continua Calkins: “L’AI senza dati non è nulla, perché i dati la addestrano, ma nello stesso modo anche i dati senza le potenzialità di analisi portate dall’AI rischiano di essere poco leggibili e utili al business. Un legame imprescindibile stretto in un ambiente sicuro. Oggi siamo nell’era della mixed autonomy. L’AI deve esser messa on top a dati e processi”.
Le query gestite nel Data Fabric di Appian (4 miliardi), i processi giornalieri (16 miliardi di transizioni), il numero dei clienti (9 milioni al mondo) danno consistenza alla strategia che aggancia AI a integrazione dei dati, automazione dei processi e sviluppo low-code. “Siamo focalizzati sui risultati di business dei clienti e i nostri impegni riguardano la gestione dei processi mission critical portando innovazione all’interno del Data Fabric e migliorando la relazione con l’ecosistema dei partner”.
Al centro AI e Data Fabric
Il Data Fabric di Appian – lanciato lo scorso anno qui a Londra e diventato in breve tempo uno dei principali driver della strategia dell’azienda perché adottato dal 94% dei nuovi clienti – soddisfa i requisiti delle aziende che hanno la necessità di gestire in modo unificato i propri dati raccolti da diversi applicativi (Erp, Crm, Controllo di gestione….) in una architettura che integra misure di sicurezza, gestisce le query, facilita e semplifica la gestione dei dati strutturati e non. Il tutto in un approccio di Private AI in modo che i risultati e i dati gestiti dall’intelligenza artificiale rimangano di proprietà dell’azienda cliente, e non dati in pasto a hyperscaler pubblici. “La nostra Private AI è adattabile e accurata, in base alle esigenze dei singoli, questo per noi è una priorità specialmente perché gestiamo le aziende enterprise richiedono privacy e sicurezza – continua Malcolm Ross, senior VP product strategy di Appian – e perché abbiamo estrema dimestichezza con il tema, dal momento che mettiamo in connessione dati e facevamo query ancora prima dell’avvento dell’AI”.
Importante il contesto in cui si trainano i dati per avere risposte in real time. “Abbiamo usato l’AI per una decade per gestire il traffico della rete e monitore le intrusioni – continua Ross -. Oggi tra i tipici use case delle AI troviamo il procurement, il customer onboarding, la compliance alle normative, la governance dei processi. Con l’AI è più facile gestire anche le normative future”.
E aggiunge Annelise Dubrovsky, vice presidente of product management. “Data Fabric: potrei dire molto, ma in sintesi è un approccio architetturale che dà vita a uno sviluppo applicativo integrato”. La contrapposizione di un database tradizionale vs Appian Data Fabric mostra una soluzione in cui tutti i dati rimangono connessi fra di loro, gestiti senza separazioni. “Noi possiamo stabilire relazioni tra tutti questi mondi e i dati in azienda. La data fabric integrata nel design la customer experience: noi ci occupiamo di gestire i record, processi ma anche l’esperienza del cliente che è altrattanto importante”.
Dettagli tecnologici
L’annuncio londinese riguarda la disponibilità immediata dell‘ultima versione di Appian AI Process Platform che prevede funzionalità di analisi self-service per ottenere informazioni dettagliate dal Data Fabric. La nuova versione, grazie alla capacità di Appian AI Copilot, permette agli utenti di sfruttare i dati attraverso una interfaccia unica e semplice con funzioni di aggregazione, filtraggio, ordinamento e formattazione. Una volta impostato un report, gli utenti possono utilizzare AI Copilot per ottenere informazioni più approfondite.
Le novità tecnologiche riguardano l’estrazione intelligente di documenti attraverso modelli di personalizzati grazie alla Private AI, le traduzioni linguistiche più veloci, i controlli estesi dell’interfaccia utente per la configurazione di navigazioni complesse che migliorano anche l’esperienze offline degli utenti mobili. “Ogni vendor promette di non addestrare i propri modelli di IA sui vostri dati, ma Appian Private AI vi protegge anche dalle fughe di dati all’interno dell’azienda che possono verificarsi quando si utilizza GenAI con documenti e database interni”, precisa Ross, sottolineando come con il nuovo Data Fabric Analytics la sicurezza dei dati è integrata. “Ora tutti possono utilizzare in sicurezza GenAI per creare i propri report e analisi, sapendo che GenAI non farà trapelare dati sensibili tra dipendenti e team che condividono gli stessi modelli di intelligenza artificiale”.
Novità anche in ambito di process mining (Process HQ scova processi inefficienti attraverso l’utilizzo dell’automazione) e nel case management, intuito e veloce. “Le aziende devono continuamente lavorare per ottimizzare, orchestrare e automatizzare i processi. Il nostro approccio di un unico portfolio rende i clienti più confidenti con la tecnologia. Non a caso abbiamo 785mila realtà che hanno completato tasks Rpa questo anno”. Una orchestrazione continua come sottolinea Karina Buschsieweke, director of product strategy di Appian, che ripropone il concetto di Posiwid, ideato da Stafford Beer, teorico e professore britannico alla Manchester Business School. “Lo scopo di un sistema è ciò che fa” non ciò che afferma di fare. Questo ci dice che spesso il risultato raggiunto è in contrasto con le intenzioni di chi lo progetta, lo gestisce e lo promuove”. Per questa ragione le aziende devono continuamente cambiare per ottimizzare AI, data e processi, per orchestrarli anche acquisendo nuove competenze come quelle proposte dal nuovo programma Elastic Process Execution (Epex).
La centralità dei partner
Novità anche per il Global Partner Program One Appian, lanciato a inizio anno ma ripensato per posizionare nel 2024 Appian laddove è richiesta l’automazione dei processi end-to-end. Programma semplificato (Authorized, Premier ed Elite) ma che spinge sulle specializzazioni nei vari vertical di mercato, con maggiori risorse, incentivi finanziari e supporto dedicato, per valorizzare l’esperienza di ciascun partner e il livello di collaborazione con Appian. Investimenti protetti con regole di ingaggio definite, supporto alla creazione di pipeline fin dalle prime fasi del rapporto e programmi di formazione per fare maturare le competenze dei partner ancora in erba (tra questi i programma Appian Fast Start per far crescere rapidamente i nuovi partner con formazione e certificazioni gratuite per gli sviluppatori).
“I riscontri nei vari quadranti degli analisti (per Forrester leader in digital process automation e per Everest Group leader in process orchestration) rafforzano la nostra missione di costruire una AI di livello enterprise insieme a clienti e partner” conclude Calkins, che premia qui a Londra i partner che si sono contraddistinti (Delivery Award a EY, Innovation Awards a Kpmg, Gowth Awards a m1nsa1t, Transformation Award a Pwc, Channel Sales Award o Partner of the Year a Vass).
La guidance fornita da Appian sugli utili per il quarto trimestre e l’intero anno 2023 prevede per il trimestre un fatturato totale compreso tra 138 e 143 milioni di dollari, che rappresenta un aumento del 10%-14% rispetto all’anno precedente.
Per l’anno, si prevede che il fatturato totale sarà compreso tra 538 milioni di dollari e 543 milioni di dollari, con un aumento del 15%-16% rispetto all’anno precedente (che aveva chiuso a 468 milioni nel 2022).
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