Quale soluzione infrastrutturale è la migliore fra i vari modelli di deployment IT, che spaziano dall’on-premises al cloud pubblico? E’ la domanda fondamentale e tutt’altro che banale di Sergio Patano, analista di Sirmi-NetConsulting Cube, e apre il Modern Data Management Day, evento organizzato da Oracle a Roma proprio su questo tema, “caldo” senza dubbio, e condiviso da tante aziende italiane e straniere. L’evoluzione del mercato cloud in Italia mostra un Cagr del +20% più o meno costante, il che significa che la migrazione totale al cloud è tutt’altro che scontata. La risposta alla domanda è quindi “dipende”, e si coniuga particolarmente bene con la strategia di cloud distribuito di Oracle che offre la massima libertà di scelta ma allo stesso tempo la massima uniformità e coerenza nell’esperienza utente.
Dopo il benvenuto da parte di Riccardo Iommi, Resp. Prevendita Oracle Cloud Systems Italia, e Riccardo Romani, Resp. Prevendita Oracle Cloud Systems Sud Europa, ai tanti clienti intervenuti per l’occasione – tra cui Inail, Unicoop ed Eurobet, protagonisti della tavola rotonda – il team italiano accompagna i clienti in un breve viaggio in prospettiva storica e tecnologica su come l’azienda ha affrontato e continua ad affrontare le problematiche tipiche della gestione del dato in ambito enterprise (cioè grandi organizzazioni private o pubbliche): dalle complessità operative, alla frammentazione e inconsistenza/incoerenza delle basi dati, fino alle necessità di localizzazione.
Il percorso proposto da Oracle parte dalla standardizzazione, attraverso l’offerta di un database realmente convergente – in cui le tipologie e le query sui dati possono essere quanto mai variegate – e della co-ingegnerizzazione di sistemi hardware e software, ad esempio con la ben nota famiglia Exadata, nata dopo l’acquisizione delle tecnologie di Sun Microsystems grazie al felice connubio con il software e il middleware di Oracle.
La proposta indirizza inoltre le esigenze di ottimizzazione e consolidamento delle diverse basi dati aziendali, per arrivare poi alla possibilità offerta al cliente di poter scegliere tra diversi modelli di deployment e consumo, a seconda delle proprie necessità: cloud pubblico – Oracle Cloud Infrastructure (OCI), oggi con 48 cloud region commerciali aperte nel mondo, tra cui una a Milano e una di cloud sovrano specifica per l’Unione Europea con due hub (Madrid e Francoforte) – , cloud ibrido, on-premises e le relative combinazioni.
Questa strategia – emerge in diversi momenti della giornata – ha dato origine a una piattaforma pressoché unica sul mercato, caratterizzata da completezza e sicurezza; apertura e modularità; flessibilità di implementazione e “intelligenza” del dato incorporata “by design”, ossia fin dalla progettazione e costruzione; il tutto sviluppato in una visione olistica dell’offerta Oracle, nella quale un data center – senza più confini e sempre più distribuito – si compone di mattoni e costrutti comuni a tutti i modelli di consumo ma caratterizzati per area d’uso: ad esempio, database (Oracle Exadata, Exadata Cloud at Customer, Exadata Database Service nel cloud pubblico/OCI), applicazioni (Private Cloud Appliance, OCI Compute Cloud at Customer), edge/dipartimentale (Oracle Database Appliance), protezione del dato critico (Oracle Zero Data Loss Recovery Appliance).
E’ l’esperienza sul campo dei clienti ad evidenziare i punti di forza della proposta. Ed infatti la parte più interattiva della giornata si rivela poi la tavola rotonda con i clienti, incalzati da Sergio Patano sia con domande tecniche sulle soluzioni di data management Oracle adottate, sia con richieste di spunti particolari, come quella di provare a definire con un hashtag il loro rapporto con l’azienda fornitrice.
Anna Sappa, Cto di Inail, evidenzia come l’Istituto da tempo ha sviluppato un percorso di migrazione graduale ma continuo al cloud tramite la gestione dati di Inail, proprio attraverso Oracle Exadata Cloud at Customer (qui una precedente intervista che lo spiega) e ha sempre creduto nell’importanza della collaborazione con i migliori cloud provider per costruire una piattaforma di cloud ibrido per la pubblica amministrazione – filosofia che ha poi dato origine al Polo Strategico Nazionale. Da qui la scelta, come hashtag del termine “credibilità”, che meglio qualifica la proposta. Un rapporto fornitore-cliente caratterizzato da rispetto reciproco e affidabilità, quindi – molto simile alla parola, diversa ma affine, con cui definisce il proprio rapporto con Oracle Filippo Cecchi, Cio di una grande azienda privata del retail/Gdo, Unicoop, che indica l’hashtag “fiducia“. In questo caso si parla di un percorso verso soluzioni ibride durato molto tempo: Unicoop è stata infatti una sorta di early adopter dei sistemi ingegnerizzati Oracle, spinta dalla continua crescita e dal bisogno di performance sempre migliori. La piattaforma Exadata è stata talmente apprezzata che si è poi proseguito con successive evoluzioni ed espansioni a carichi di lavoro variegati, sino ad arrivare al trasferimento di importanti servizi a valore aggiunto (come quelli di analytics) da on-premise a Oci “full-SaaS” e all’adozione di soluzioni innovative come Autonomous Data Warehouse, grazie al quale la parte amministrativa e gestionale può essere automatizzata e quasi “dimenticata“ in favore di compiti per la generazione di valore. Importante nei vari passaggi si è rivelato il ruolo di un partner integratore come Bridge Consulting, in grado di accompagnare passo passo il cliente.
L’ultimo cliente a rispondere alla “domanda hashtag“ è Mario Guarino di Eurobet/Entain, nota società internazionale di gioco e scommesse con una sede anche in Italia: Guarino parla di “confidenza”, intesa come rapporto stretto e quasi amicale con il fornitore. In questo caso il passaggio del cliente da una piattaforma custom ai sistemi ingegnerizzati Oracle è stato guidato da esigenze di uniformità e standardizzazione, man mano che diverse linee di business o addirittura aziende intere venivano via via associate a una singola entità holding. Le performance di Exadata, soprattutto dal punto di vista della rete interna ad alte prestazioni, hanno facilitato questa complessa transizione, con in più ingenti risparmi dal punto di vista dell’operatività quotidiana. Successivamente è stato compiuto un ulteriore passo tecnologico, rappresentato dall’adozione di ambienti virtualizzati in ambito Exadata/Rdbms: ciò ha permesso ulteriori ottimizzazioni nell’utilizzo delle risorse e un maggiore tasso di consolidamento, con riflessi positivi su costi operativi ed investimenti.
Due interventi di altri ospiti esterni concludono la giornata di lavori e confronto: Luca Beltramino, chief datacenter officer di RaiWay Edge, offre un’interessante panoramica sul mercato degli Edge Datacenter, sia dal punto di vista della storia passata sia dei futuri trend, questi ultimi nel segno di una sempre maggiore distribuzione o, con le parole di Beltramino stesso, continuum tecnologico. Infine Gianluca Fusco, Senior Solutions Architect di Amd, mostra come la scelta strategica da parte di Oracle di equipaggiare i propri sistemi ingegnerizzati Exadata con la famiglia di processori Epyc sia sinonimo di performance mai raggiunte prima e a prova di futuro, in ottica di carichi di lavoro sempre più vari e mission-critical.
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