Sbti. L’acronimo riguarda la Science Based Targets Initiative la cui importanza è legata  al fatto che l’iniziativa fissa nel limite massimo del 10% le emissioni che possono essere utilizzate a fronte degli obiettivi di riduzione nel contesto del Net Zero Standard. Concretamente quindi, per raggiungere il Net Zero le aziende devono ridurre almeno il 90% delle emissioni rispetto al loro anno di riferimento attraverso la decarbonizzazione e il resto può avvenire tramite la rimozione del carbonio. Per questo si parla oggi di “crediti” di carbonio che si perdono con i consumi per cui per compensarli le aziende sono chiamate ad una serie di impegni. Sono gli orizzonti entro cui si inquadrano gli sforzi di Colt Technology Services (Colt) e i suoi impegni Esg.

L’azienda ha annunciato due nuove programmi di sostenibilità proprio su Net Zero. Il primo parte dalla collaborazione con Urban Miners, azienda svedese specializzata nell’estrazione dei metalli preziosi dalle apparecchiature non più utilizzate; il secondo riguarda un programma da offrire ai clienti basato proprio sui crediti di rimozione del carbonio, attivato con Supercritical che è un’azienda specializzata in questo specifico settore. Guardiamo a queste iniziative un po’ più in dettaglio, partendo proprio da questa seconda. 

I clienti di Colt possono contare su una parte di acquisti in crediti per la rimozione del carbonio da considerare nel loro bilancio di sostenibilità. Il programma fa leva su una tecnologia basata su biochar, una sostanza organica che immagazzina il carbonio e migliora la salute del suolo, dura più di 1.000 anni ed è approvata dagli enti governativi di tutto il mondo, soprattutto, gli scienziati di Supercritical applicano rigorose procedure di controllo ai progetti di rimozione del carbonio prima di includerli nella loro piattaforma e questo torna a garanzia di clienti e aziende impegnate.

Colt, impegni Esg declinati su quattro pilastri di impegno
Colt, impegni Esg declinati su quattro pilastri di impegno

Forse è anche più interessante l’iniziativa con Urban Miners proprio perché riguarda l’economia circolare. Gustaf Dyrssen, owner di Urban Miners: Collaboriamo con Colt per il recupero delle attrezzature esistenti in tutta Europa. L’azienda ci ha dato via libera aiutandoci a migliorare i livelli di riutilizzo e riciclaggio. Negli ultimi nodi abbiamo raggiunto un tasso di recupero del 100% e ora cerchiamo di ottimizzare ulteriormente il trasporto e le miscele di materiali ]…[“.

Caroline Griffin Pain
Caroline Griffin Pain, chief legal officer, Colt Technology Services

Spieghiamo: Urban Miners analizza le apparecchiature IT Sdh dismesse per capire quali materiali possono essere riutilizzati o riciclati. Un programma pilota di Colt, circoscritto alla Svezia con l’azienda di recente ha evidenziato che ben il 99,4% delle apparecchiature complessivamente è riciclabile o riutilizzabile, per un peso di 8,7 tonnellate metriche e un risparmio di 19 tonnellate di CO2. Colt vuole quindi estendere il programma pilota con Urban Miners per analizzare ed estrarre metalli preziosi dai suoi hardware in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito.

“La nostra ricerca dimostra che capire e ridurre l’impatto dell’infrastruttura digitale sull’ambiente sono priorità fondamentali per i leader IT globali – commenta Caroline Griffin Pain, chief legal officer di Colt Technology Services. ]…[ Abbiamo l’opportunità e la responsabilità di influenzare questi obiettivi: agire e guidare un cambiamento duraturo. La collaborazione con queste due aziende ]…[ aiuterà Colt e i clienti a compiere progressi concreti nel nostro percorso verso il Net Zero“. 

Per approfondire l’approccio alla sostenibilità di Colt:

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