La crescente interconnessione tra sistemi informatici, macchinari e reti fisiche spinge aziende e organizzazioni a rivedere i propri approcci alla sicurezza. In quest’ottica, l’utilizzo dei digital twin offre la possibilità di proteggere ambienti complessi anticipando potenziali minacce e garantendo maggiore continuità operativa. Nati come soluzioni per la manutenzione predittiva, i gemelli digitali stanno evolvendo in strumenti decisivi di prevenzione e monitoraggio degli attacchi cyber.

Un digital twin è la copia virtuale di un asset reale, che ne rispecchia parametri, condizioni e flussi di dati. Nell’ambito della cybersecurity, ciò significa poter testare interventi di patching, simulare intrusioni e individuare eventuali falle in un luogo separato dal sistema effettivo. Se un gruppo di ricerca o un team di esperti di sicurezza individua una vulnerabilità nel gemello digitale, può agire sull’infrastruttura fisica solo dopo aver verificato che la soluzione funziona e non causa interruzioni. Questo approccio riduce i rischi connessi alle operazioni di aggiornamento e abbassa i costi derivanti da blocchi imprevisti.

Lo scenario di mercato

Il mercato dei digital twin sta crescendo rapidamente, con un valore globale di 9,9 miliardi di dollari nel 2023 (fonte: Global Market Insights) e una previsione di crescita annua del 33% fino al 2032, superando i 185 miliardi di dollari. E’ il Nord America a contribuire di più in termini di fatturato con un Cagr previsto del 38,8% nel periodo 2023-2031. In Europa, si stima che il settore raggiungerà 7 miliardi di euro entro il 2025, spinto dalla digitalizzazione delle infrastrutture critiche e dalle normative sulla sicurezza. In Italia, il mercato digitale ha registrato un incremento del 2,1% nel 2023, con un valore di 78,7 miliardi di euro , e un’adozione crescente dei digital twin in ambito manifatturiero e industriale. 

La spinta arriva dall’evoluzione dell’Internet of Things e dalla necessità di difendere impianti industriali, reti energetiche e servizi essenziali. In Italia, si registra un incremento di interesse nei comparti manifatturiero e delle infrastrutture critiche: da un lato, la digitalizzazione dei processi produttivi richiede di tutelare reti complesse; dall’altro, la crescente pressione degli attacchi informatici spinge le imprese a investire in strumenti innovativi che facilitino il controllo.

Uno dei punti di forza più evidenti dei gemelli digitali è la possibilità di fungere da “banco di prova” per i responsabili della sicurezza. Testare la resistenza e resilienza di attacchi ransomware, attacchi DDoS o violazioni mirate su una rete virtuale, che riproduce fedelmente l’infrastruttura vera, aumenta la capacità di risposta dei team interni, senza dover mettere a rischio i sistemi operativi principali. L’addestramento del personale, inoltre, risulta più efficace se può avvenire in un contesto che imita quello reale, offrendo feedback puntuali sulle soluzioni adottate.

Un altro beneficio tangibile è la capacità di individuare anomalie in modo proattivo. Il digital twin può raccogliere in tempo reale le informazioni provenienti dai sensori o dai dispositivi connessi, confrontandole con i dati attesi. Se emergono discrepanze significative, un sistema di allarme automatizzato può segnalare il pericolo e permettere ai tecnici di intervenire rapidamente. In questo modo si blocca sul nascere un eventuale attacco stealth, che altrimenti potrebbe rimanere latente per settimane.

Nelle infrastrutture critiche, come le reti di distribuzione elettrica o gli impianti di depurazione dell’acqua, i gemelli digitali rappresentano un salto di qualità nella prevenzione degli incidenti. È possibile simulare scenari estremi, come la manomissione dei sistemi di controllo, e valutare la solidità delle contromisure adottate. Se i responsabili individuano un punto debole, possono intervenire prima che un evento reale metta a repentaglio la fornitura di servizi essenziali. Lo stesso vale per gli hub logistici o i sistemi di trasporto, dove una singola vulnerabilità potrebbe bloccare intere catene di approvvigionamento.

Il concetto di security by resilience trova nei digital twin un alleato naturale. Chi progetta un nuovo impianto o aggiorna un sistema esistente può creare il relativo clone virtuale, definendo fin dalla fase iniziale i parametri di sicurezza. Verificare la robustezza di firewall, segmentazioni di rete o policy di autenticazione direttamente nel twin aiuta a evitare costose revisioni future e a rendere più rapido il passaggio dalla fase sperimentale all’implementazione pratica.

Naturalmente, anche i gemelli digitali devono essere salvaguardati da tentativi di intrusione. Se un aggressore riuscisse a controllare la versione virtuale, potrebbe acquisire informazioni preziose su configurazioni, protocolli e procedure operative. È perciò indispensabile applicare solide misure di cifratura e autenticazione, definendo ruoli e privilegi di accesso con la massima attenzione.

In Italia, Europa e Stati Uniti, i finanziamenti destinati a sperimentare i gemelli digitali per la sicurezza crescono di anno in anno. Società specializzate e istituti di ricerca collaborano per creare ambienti di simulazione sempre più precisi, integrando analisi dei big data e algoritmi di machine learning. Questa sinergia sta generando soluzioni capaci di prevedere determinati pattern di attacco o di adattarsi automaticamente ai nuovi rischi, anticipando i movimenti degli hacker.

Guardando al futuro, si può ipotizzare che i digital twin diventeranno la dorsale su cui sviluppare strategie di difesa coordinate, in cui i team operano costantemente su copie virtuali in grado di replicare l’intero ecosistema aziendale. L’effetto sinergico si farà sentire soprattutto sulle catene di fornitura, dove eventuali inefficienze o violazioni possono ripercuotersi su molte realtà diverse. Grazie ai gemelli digitali, ogni anello della catena potrà essere testato e messo in sicurezza, garantendo una maggiore continuità operativa a tutto il sistema.

Alla luce di questi sviluppi, i digital twin confermano il loro ruolo strategico nella difesa informatica. La capacità di coniugare analisi preventiva, formazione del personale, risposta rapida agli incidenti e verifica costante dell’integrità dei dati li rende una soluzione di punta per chiunque debba proteggere processi e infrastrutture di valore. Se implementati correttamente, i gemelli digitali offrono un’opportunità unica per passare da un approccio reattivo, basato sull’argine degli attacchi in corso, a un modello proattivo, in cui le minacce vengono affrontate già nella fase di simulazione. Con il progredire della tecnologia e l’espansione delle reti digitali, appare evidente che il futuro della cybersecurity passerà sempre più da questi “guardiani virtuali” votati alla salvaguardia del mondo reale.

*Pierguido Iezzi è consigliere nazionale e coordinatore del Cyber Think Tank Assintel

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