Vanno di pari passo automazione e intelligenza artificiale. La prima semplifica il modo in cui operano le aziende, la seconda accelera l’innovazione rendendo ogni processo più intelligente. Sono due alleate, ma cosa dobbiamo aspettarci dalla combinazione di AI e automazione, in termini di crescita del mercato?

E’ questo lo spunto della chiacchierata con Labros Kisouras, VP Sales Automation di Ibm, di recente a Milano per fare il punto con clienti e partner all’Ibm Automation Summit, un evento dedicato alla nuova fase che vede l’AI entrare nelle tecnologie di automazione dei processi che governano l’IT.
Un interesse esploso lo scorso anno (come tutto l’hype attorno all’intelligenza artificiale) che ha impattato sui ricavi di Ibm Automation, facendo registrare una crescita a due cifre (+15% nel Q4, +13% nel Q3, + 15% nel Q2, + 13% nel Q1), in linea con la richiesta delle aziende di una migliore gestione delle risorse e di una maggiore osservabilità dei propri processi.

“Proprio come l’AI, anche l’automazione basata sull’AI è ormai diventata essenziale per le organizzazioni che vogliono restare al passo con l’innovazione per gestire la complessità” esordisce Kisouras dettagliando come l’AI nel mondo dell’automazione migliori prestazioni, produttività e collaborazione tra applicazioni e team. Ma quali ambiti ne trarranno maggior beneficio?

“Mi vengono in mente alcune aree nelle quali l’automazione con l’AI può portare vantaggi. La prima è il risparmio sui costi, dal momento che man mano che gli ecosistemi infrastrutturali e applicativi crescono all’interno di un’organizzazione, è difficile avere piena visibilità del loro costo effettivo. Le soluzioni di automazione basate su AI aiutano invece a fornire la visibilità sui costi, persino sui cluster Kubernetes, in modo che i Cfo possono identificare le lacune, capire le diverse tipologie di spesa e apportare modifiche in base a prestazioni, esigenze e budget.
L’altra area è la resilienza. Parlando di prestazioni, le aziende devono assicurarsi che nessuna applicazione o infrastruttura vada in crash. E, se si verifica un’interruzione, devono velocemente risolvere il problema e tornare operative senza che i clienti se ne accorgano. Proprio le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale possono prevedere e porre rimedio a potenziali interruzioni in modo che i clienti rimangano soddisfatti”.

Una piattaforma di integrazione

Labros Kisouras, Worldwide VP of Sales Automation di Ibm
Labros Kisouras, Worldwide VP of Sales Automation di Ibm

Ma l’automazione basata sull’AI impatta sul ciclo di vita delle tecnologie, rendendo sostituibili le tecnologie esistenti. Un tema che nelle aziende suscita resistenza al cambiamento e richiede un change culturale importante. “Le trasformazioni digitali possono a volte essere scoraggianti, tempestive e costose – commenta Kisouras -. Man mano che le aziende passano a un modello di cloud ibrido o vogliono introdurre l’intelligenza artificiale nelle proprie applicazioni, c’è un livello di complessità che deve essere affrontato. Se le aziende possono utilizzare una piattaforma di integrazione che può guidare la trasformazione fino al livello delle API, non è necessario abbandonare la vecchia tecnologia. La maggior parte delle organizzazioni gestisce strumenti, processi e persone in silos, per questo l’automazione basata sull’AI aiuta a riunire tutte questi componenti per facilitare la trasformazione. Questo vale per la gestione del ciclo di vita dell’infrastruttura, ma anche delle applicazioni e della rete”.

Ma la maturità per gestire la trasformazione dei processi grazie all’AI e per comprendere l’impatto sul business non è ancora raggiunta dalla maggioranze delle imprese italiane. I Ceo italiani delle grandi aziende si dicono propensi ad utilizzare l’AI per il proprio business (35%) contro un risicato 7,7% delle piccole e medie imprese. Nello stesso tempo l’82% dei dirigenti ritiene che una riduzione della complessità IT crei un vantaggio competitivo
“Una delle richieste più comuni che riceviamo dai clienti è “la mia applicazione ha smesso di funzionare. Cosa è successo?” e il più delle volte si tratta di una modifica apportata a un’applicazione che ha avuto un impatto su un’altra, causando un’interruzione, risposte lente o errori. I Site Reliability Engineer (Sre) traggono grandi vantaggi dalle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale perché possono migliorare la velocità con cui gestiscono modifiche, vulnerabilità o problemi di distribuzione”. E continua: “Prendiamo ad esempio Ibm Concert, sviluppato in modo che le organizzazioni possano avere sotto controllo l’intero ecosistema delle loro applicazioni con flussi di dati provenienti dagli strumenti in uso e vedere come anche i più piccoli cambiamenti hanno un impatto sul resto dell’ecosistema. È quel livello di intuizione, comprensione e azione automatizzata che l’automazione basata sull’AI può portare per sviluppare vantaggi competitivi”. Questo le aziende devono capire anche se le grandi organizzazioni hanno così tanta complessità che la modernizzazione diventa una “seccatura”.

L’automazione impatta tutti i settori

Esemplifica: il retail può usare l’automazione basata sull’AI per rendere le proprie applicazioni rivolte ai clienti più resilienti durante i periodi di punta. Il settore dei trasporti può essere migliorato con la gestione delle risorse in campo, poiché l’intelligenza artificiale può gestire in modo ottimizzato la logistica. Tutti i settori dell’industria vedono nell’automazione una modalità per gestire le infrastrutture esistenti “in modo da poter affrontare problemi specifici anziché un problema unico per tutti.”

La ricerca della soluzione è legata a una maggiore visibilità sul business futuro, osservabilità in tempo reale e automazione dei processi lavorano in questa direzione. Ma da tenere in considerazione anche gli aspetti di sicurezza negli ambienti multicloud per un automazione che copra tutti gli ambiti IT.

“Con l’acquisizione di HashiCorp, Ibm ha reso il proprio portfolio di soluzioni di automazione basato sull’AI il più completo del settore, aiutando i clienti ad aumentare l’efficienza della loro infrastruttura IT e a ridurre i costi. Così l’offerta include software basati sull’intelligenza artificiale per la gestione delle applicazioni in tutti i portafogli dei clienti, per identificare, prevedere e suggerire soluzioni ai problemi; software per l’osservabilità dell’intero stack IT e per ottimizzare le prestazioni delle applicazioni al minor costo; soluzioni di gestione finanziaria che forniscono informazioni in tempo reale sulle decisioni di spesa IT in tutta l’azienda; e software per integrare migliaia di applicazioni e dati in ambienti cloud ibridi. L’acquisizione completa l’impegno di Ibm per la collaborazione con l’industria, gli sviluppatori, in ottica open-source, con il dine di infodere la tecnologia HashiCorp in ogni data center”.
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Tra le aziende italiane che stanno automatizzando processi con Ibm Automation c’è Barilla, che con Appio ha dato una risposta all’esigenza di trovare un software di gestione finanziaria per aumentare la consapevolezza dei costi IT nell’intera organizzazione, e nello stesso tempo per tenere sotto controllo i costi ricorrenti, individuando aree di riduzione dei costi e semplificando  l’esecuzione di analisi di benchmark. Ma anche ConTe.it ha adottato Ibm Cloudability come strumento di analisi e governance del cloud, ottenendo una riduzione dei costi cloud del 40%. 

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