Le stime di NetConsulting cube mostrano con chiarezza quanto il Cloud Computing rappresenti ormai una componente imprescindibile del contesto tecnologico delle aziende italiane, sia in ambito infrastrutturale che applicativo. E nel breve-medio periodo, la sua adozione è destinata a rafforzarsi ulteriormente.
In maggior dettaglio, secondo NetConsulting cube, a fine 2024, il mercato del Cloud Computing, escluse le architetture di Private Cloud, è cresciuto del 17,4% raggiungendo quota 7,4 miliardi di Euro, di cui il 93% circa è riconducibile a servizi IaaS e SaaS. Inoltre, nei prossimi 4 anni, sempre secondo NetConsulting cube, la crescita del Cloud Computing non conoscerà interruzioni ed è, infatti, prevista proseguire grazie ad un incremento medio annuo del 14% circa che lo porterà, a fine 2028, ad un valore di 12,4 miliardi di Euro.
Evolve la domanda di Cloud
I numeri e i trend di mercato suggeriscono il passaggio graduale da una fase fortemente dinamica, tipica dei comparti tecnologici emergenti, a uno sviluppo via via più controllato, in linea con tecnologie sempre più integrate nelle architetture IT aziendali. In questo passaggio cambia anche il profilo della domanda: all’entusiasmo e alla scoperta iniziali si contrappone una crescente attenzione e scrupolosità relativamente non solo ai benefici del Cloud, sempre più business, ma anche alle sue criticità.
È in questo scenario che NetConsulting cube ha svolto un’indagine, per conto del gruppo VEM e con il contributo di Cisco, volta a comprendere quali sono le principali caratteristiche dell’utilizzo del Cloud Computing e analizzarne gli impatti, con un’attenzione specifica alle strategie di modernizzazione applicativa e in ambito sicurezza.
L’indagine di NetConsulting cube ha coinvolto un campione di 109 aziende attive in comparti industriali e in ambito servizi, con ricavi inferiori, nella maggioranza dei casi, ai 150 milioni di Euro, in linea con le peculiarità del tessuto imprenditoriale italiano.

I temi indirizzati dalla survey hanno incluso i motivi e i freni sottesi all’attuale utilizzo del Cloud; il ruolo del Cloud nelle scelte applicative e di modernizzazione applicativa; i driver e le sfide – economiche, di sicurezza e governance – che caratterizzano l’adozione futura del Cloud.
Cloud, non solo tecnologia
Pur in presenza di specificità settoriali e dimensionali – dovute anche alla natura casuale del campione, l’indagine conferma che la penetrazione dei servizi Cloud è molto buona.
Se i freni all’utilizzo del Cloud hanno una natura principalmente tecnologica, quali ad esempio complessità del processo di migrazione e integrazione, vincoli applicativi e rischi per la sicurezza, etc., le motivazioni sono riconducibili soprattutto a tematiche business, tra cui resilienza e agilità delle attività, nonché garanzia della continuità operativa.

Le problematiche tecnologiche caratterizzano anche l’adozione del Cloud a regime e riguardano, principalmente, l’esigenza – più o meno tattica – di ricorrere a più Cloud Provider e, quindi, di gestire architetture sempre più ibride. È un tema che, al momento, le aziende indirizzano prevalentemente con il supporto dei diversi Cloud Provider di riferimento, mentre l’adozione di strumenti di gestione di architetture di Hybrid Cloud è ancora piuttosto contenuta e concentrata su aspetti di visibilità delle prestazioni e di automazione delle operation IT.
Gli aspetti di business giocano, invece, un ruolo importante anche in prospettiva futura. Le iniziative di digitalizzazione, soprattutto se basate su Intelligenza Artificiale e analisi avanzata dei dati, rispondono a priorità business specifiche e vedono nel Cloud un abilitatore essenziale. Inoltre, gli obiettivi di sostenibilità, cruciali per la competitività aziendale, sono sempre più facilitati dal Cloud, che consente di centralizzare gli acquisti di tecnologia, di monitorare i consumi energetici e, quindi, di ottimizzare le iniziative ecocompatibili.
Workload applicativi, focus su Cloud e modernizzazione
Nei prossimi 3-5 anni, i workload applicativi saranno sempre più ospitati nel Cloud, con percentuali anche molto rilevanti. Ciò è coerente, da un lato, con la natura del parco applicativo delle aziende che hanno partecipato all’indagine che, oltre a prodotti on premise – anche customizzati, vede una forte presenza di applicativi SaaS; dall’altro, con le strategie architetturali legate all’adozione di nuove applicazioni, che sono centrate, in misura rilevante, sul Cloud – anche se by opportunity.
Il parco applicativo esistente ha funzionalità generalmente soddisfacenti, grazie all’utilizzo di soluzioni aggiornate anche da un punto di vista architetturale. Non mancano però casi – assolutamente non trascurabili – di aziende che hanno manifestato l’esigenza di avviare strategie di modernizzazione.
In queste situazioni, se si esclude la possibile dismissione di applicazioni ormai superate, prevalgono iniziative dirette allo spostamento delle applicazioni su infrastrutture diverse, seguite dalla sostituzione con soluzioni SaaS o Cloud-based e dalla scrittura in toto o in parte degli applicativi di architetture Cloud.

In questo ambito, nel panel di rilevazione, gli approcci DevOps e, soprattutto, Platform Engineering sono caratterizzati da una awareness limitata e da una presenza contenuta di piani di adozione. Tuttavia, in futuro la loro diffusione è attesa crescere visto il grado di conoscenza e le previsioni di utilizzo delle piattaforme di containerizzazione che ne rappresentano un presupposto tecnologico fondamentale.
Buona soddisfazione ma scarsa consapevolezza delle sfide del Cloud
Lo scenario che emerge dall’indagine di NetConsulting cube è orientato ad una generale soddisfazione relativamente sia all’utilizzo attuale di servizi Cloud che al livello di modernizzazione applicativa raggiunto. Di conseguenza, le probabilità legate all’avvio di iniziative di Repatriation sono molto contenute e, analogamente, l’incidenza di una Exit Strategy appare estremamente limitata.
Allo stesso tempo, le aziende del panel hanno tratteggiato un contesto complessivamente poco critico riguardo a una serie di ambiti, tra cui la gestione dei costi dei servizi Cloud, il necessario adeguamento delle soluzioni Cloud alle normative, la governance dei vari interlocutori coinvolti nei progetti cloud e l’incremento delle minacce in termini di sicurezza che può derivare dalla migrazione delle applicazioni aziendali in Cloud.
Tuttavia, tale risultato può essere letto alla luce di una generale scarsa capacità delle aziende di identificare e valutare le sfide del Cloud: alcune organizzazioni tendono a sopravvalutare la loro capacità di indirizzare le diverse criticità del Cloud e non tutte le imprese hanno un livello di complessità tale da generare criticità di rilevo.
Però, nonostante queste chiavi di lettura, la scarsa consapevolezza relativa alle tematiche di sicurezza desta i timori più significativi perché la non adeguata protezione delle vulnerabilità aziendali può portare a perdite finanziare, danni reputazionali e problemi legali, con impatti difficilmente misurabili sulla crescita e sulla competitività.
Necessario il supporto di fornitori specializzati
Sulla base di queste dinamiche, è evidente che le aziende potrebbero trarre numerosi benefici dal supporto di fornitori specializzati in grado di accompagnarle nella progettazione e gestione di infrastrutture, anche ibride, efficaci e sicure. Si tratta, infatti, di ambiti che, come dimostrato dalla survey, le aziende indirizzano con un approccio prevalentemente tattico.
Esternalizzare la gestione di questi aspetti a player tecnologici competenti consentirebbe alle imprese di ottimizzare le proprie strategie Cloud di modernizzazione applicativa, concretizzando così i loro benefici e indirizzando le sfide.
Scarica il Position Paper “Modernizzazione applicativa, sicurezza e Cloud. Le esigenze del mercato, la risposta di VEM e Cisco”, per scoprire i dettagli dell’indagine e la vision strategica del gruppo VEM e di Cisco
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