Aruba e Microsoft Italia hanno di recente annunciato una partnership per portare la tecnologia Microsoft Azure Local all’interno dei data center Rating 4 di Aruba. L’intesa consente alle aziende di eseguire workload Azure su piattaforme single-tenant ospitate in Italia, conciliando i benefici del cloud pubblico con le esigenze di riservatezza, bassa latenza e controllo richieste dai regolamenti europei e dai settori più critici. L’accordo si inserisce in un contesto in cui la localizzazione dei dati è componente chiave delle strategie di trasformazione digitale, specie dopo l’entrata in vigore del Data Governance Act e del Cyber-Resilience Act.
Il tema è al centro dell’agenda di Cio e Ciso. Il mercato dei data center in Italia potrebbe raddoppiare di valore entro il 2030 (fonte: Research&Markets), spinto dalla domanda di servizi cloud localizzati e dall’esigenza di garantire la conformità al Gdpr e alle linee guida dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Ed anche per questo gli investimenti in hybrid cloud e multicloud si orientano verso modelli capaci di garantire che i dati restino all’interno dei confini nazionali, offrendo al tempo stesso la scalabilità tipica delle piattaforme globali.
La proposta Azure Local
La proposta Azure Local estende l’ecosistema Azure in ambienti iperconvergenti enterprise-grade nei data center partner, in questo caso Aruba. Le risorse IaaS sono gestibili dal medesimo portale Azure e, grazie all’integrazione con Azure Arc, consentono di orchestrare macchine virtuali, container e servizi PaaS in maniera unificata su infrastrutture on-prem, edge e nel cloud pubblico. L’architettura single-tenant, l’isolamento logico e fisico e la connessione diretta con la rete backbone di Microsoft rappresentano un vantaggio per le organizzazioni soggette a requisiti stringenti in termini di riservatezza, business continuity e locality. E per quanto riguarda il controllo dei costi la formula pricing flat contribuisce a ridurre l’imprevedibilità della spesa e semplifica la governance finance dell’IT.

La scelta di Aruba non è casuale. Abbiamo già considerato in altri contributi il valore dei DC di Ponte San Pietro (provincia di Bergamo), Arezzo e Roma – certificati Ansi/Tia-942 Rating 4 con ridondanze N+2 su tutti i componenti critici. Inoltre, la rete backbone proprietaria collega le diverse facility con più dorsali in fibra, assicurando bassa latenza verso i principali Internet Exchange italiani ed europei. Stefano Cecconi, AD di Aruba, sottolinea a sua volta come la partnership “ampli ulteriormente il portafoglio di servizi Aruba Cloud e renda possibile sfruttare il meglio di Azure anche in modalità private cloud, con pieno controllo sull’infrastruttura e sulla localizzazione dei dati”.
Banche, assicurazioni, sanità e pubblica amministrazione hanno in comune la necessità di mantenere dati sensibili entro i confini nazionali e di rispettare requisiti di resilienza operativa definiti da normative quali Dora o Nis2. Con Azure Local ospitato in Italia, queste organizzazioni possono ora spostare workload legacy su macchine virtuali gestite via Azure senza rinunciare a un controllo granulare sulla localizzazione fisica dei dati ma anche implementare soluzioni di disaster recovery a latenza minima tra site Aruba diversi, rientrando negli obiettivi Rto/Rpo fissati dall’Eba e sfruttare servizi platform (ad es. database gestiti o AI inferencing) in modalità connessa o disconnessa, riducendo il rischio di lock-in e semplificando gli audit.

Si aggiunge a queste possibilità quella di fruire dei servizi di modern workplace grazie all’integrazione tra Microsoft 365 e i servizi digitali di Aruba, con l’utilizzo del proprio dominio online, e gli strumenti di AI generativa a condizioni vantaggiose.
“Questa rafforzata collaborazione con Aruba offre alle imprese italiane l’unione dell’innovazione di Microsoft con quella di Aruba per rispondere alle esigenze delle organizzazioni in termini di efficienza, collaborazione, produttività e sicurezza –, evidenzia Vincenzo Esposito, AD di Microsoft Italia. Resta di riferimento, in un contesto come quello attuale, monitorare l’evoluzione del quadro normativo europeo – dal Data Act ai futuri schemi di certificazione cloud dell’Enisa – così da garantire che soluzioni come Azure Local continuino a soddisfare i requisiti in costante mutamento.
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