Sono evidenti i potenziali vantaggi nell’utilizzo della GenAI nell’ambito della cybersecurity. Per esempio il miglioramento della produttività dei team di sicurezza, l’accelerazione nella rilevazione delle minacce e l’automazione delle risposte agli incidenti; allo stesso tempo possono emergere anche preoccupazioni sui rischi associati all’uso non controllato di tali strumenti. I principali timori includono la fuga di dati sensibili, l’ampliamento della superficie d’attacco e la consapevolezza dell’utilizzo di GenAI da parte dei cybercriminali per creare attacchi più sofisticati e automatizzati.
Lo studio Generative AI for Cybersecurity, realizzato da Enterprise Strategy Group (Esg), esplora opportunità e sfide legate all’impiego dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) nella sicurezza informatica. Basato su un sondaggio condotto tra 370 professionisti IT e della cybersecurity, il documento evidenzia come la maggior parte delle organizzazioni sta già sperimentando o implementando modelli proprietari di large language model per vari casi d’uso, dalla sicurezza alle operations IT.
Molte aziende, soprattutto di grandi dimensioni, stanno già adottando strutture di governance specifiche per gestire i rischi, pur ammettendo carenze in ambiti come la compliance regolatoria e la gestione delle vulnerabilità dei dati. Sebbene l’approccio attuale delle aziende sia prevalentemente ancora prudente, il documento spiega i motivi del più che giustificato ottimismo riguardo alla capacità futura della GenAI di trasformare positivamente il panorama della cybersecurity, rendendo imprescindibile per i Ciso bilanciare cautela e innovazione nell’adozione di queste tecnologie emergenti.
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