In ambito IT l’osservabilità è una componente essenziale nella gestione dei sistemi informativi moderni, soprattutto in un contesto in cui le architetture (anche quelle applicative) si fanno sempre più distribuite e dinamiche. Nel pieno della trasformazione digitale, le imprese si trovano quindi a confrontarsi con scenari operativi caratterizzati da una crescente complessità architetturale. L’adozione massiva di ambienti cloud-native, microservizi, container, serverless e le infrastrutture multicloud portano evidenti vantaggi in termini di agilità, scalabilità e time-to-market, ma impongono parallelamente sfide inedite sul fronte della governance operativa.
Il monitoraggio tradizionale, pensato per infrastrutture monolitiche e ambienti stabili, oggi non basta più: metriche statiche e alert predefiniti non sono più sufficienti per garantire la resilienza e le performance dei sistemi.

La visione di Elastic

In questo scenario si inserisce la visione proposta da Elastic basata su un approccio investigativo approfondito. Il primo elemento differenziante del modello Elastic è proprio la definizione stessa di osservabilità. Come spiega l’azienda, l’observability richiede “la capacità di comprendere lo stato interno di un sistema analizzando i dati che esso stesso produce esternamente, ossia log, metriche e tracciamenti”. In altri termini, non ci si limita a registrare parametri di performance o eventi di errore, ma si lavora sulla correlazione e sulla ricostruzione causale degli stati del sistema, abilitando capacità diagnostiche avanzate. L’obiettivo è duplice: da un lato individuare tempestivamente le cause radice di eventuali anomalie o disservizi, dall’altro anticipare proattivamente i possibili malfunzionamenti grazie all’analisi continua dei pattern comportamentali, supportata da tecniche di machine learning. Questo cambio di paradigma trasforma l’osservabilità in una leva strategica per la resilienza operativa e l’efficienza dei team IT, consentendo di ridurre drasticamente il Mean Time to Detect (MTTD), il Mean Time to Investigate (MTTI) e il Mean Time to Resolve (MTTR).

Una visione strategica quindi, quella proposta, che trova un riconoscimento importante anche da parte degli analisti. Per esempio Gartner colloca Elastic tra i leader nel suo Magic Quadrant for Observability 2024, in alto a destra per completezza di visione e capacità esecutiva. Grazie alla sua piattaforma AI-powered basata su Elastic Search AI, l’approccio di Elastic all’observability offre un’integrazione profonda e permette un’analisi avanzata dei dati operativi, semplificando la diagnosi dei problemi anche nei sistemi distribuiti più complessi. Entriamo nei dettagli. 

Magic Quadrant per le Observability Platforms (fonte: Gartner, giugno 2024)
Magic Quadrant per le Observability Platforms (fonte: Gartner, giugno 2025)

La frammentazione degli strumenti

Una delle principali criticità evidenziate da Elastic, e confermata anche dai Cio (fonte: How CIOs Reduce Tool and Data Sprawl with Elastic), riguarda la proliferazione incontrollata di strumenti specializzati nei diversi ambiti del monitoring. In molte organizzazioni coesistono decine di tool verticali per il monitoraggio di server, container, microservizi, API gateway, reti, storage e database. Ciascuno con il proprio schema dati, i propri formati di log, gli alert e i propri modelli di correlazione. Questa frammentazione genera una duplice inefficienza: da un lato un eccesso di costi diretti e indiretti legati alla gestione, al licensing e all’integrazione; dall’altro il rischio operativo derivante dall’assenza di una visione unificata e contestualizzata dell’intero ecosistema IT. Elastic affronta il problema introducendo una piattaforma full-stack capace di centralizzare in un unico repository la totalità della telemetria IT e di correlarla in tempo reale attraverso un unico schema comune: l’Elastic Common Schema (ECS).

Elastic Observability,  un data plane unificato

L’architettura tecnica di Elastic Observability si basa su Elastic Stack e sulle sue componenti core di ingestion dei dati (Beats, Elastic Agent), indexing e search (Elasticsearch), visualizzazione e dashboarding (Kibana), oltre ai moduli avanzati di machine learning e security integrati nella piattaforma. Grazie a questa struttura, Elastic consente l’acquisizione e l’elaborazione nativa di log ad “alta cardinalità”, metriche ad alta frequenza e tracciamenti distribuiti su larga scala.
A differenza delle altre soluzioni legacy, il modello Elastic non vincola gli utenti a schemi di retention fissi o costi storage esponenziali e, grazie ai meccanismi di searchable snapshots e data tiering, le aziende beneficiano della possibilità di mantenere consultabili volumi ingenti di dati storici su storage low-cost, senza compromettere la rapidità delle query analitiche. Questo approccio consente una governance economica del dato, rendendo sostenibile anche l’osservabilità di ambienti estremamente estesi.

Application performance monitoring, visibilità end-to-end

Un tassello strategico della proposta Elastic riguardo poi l’osservabilità nel suo significato più comprensivo e completo che comprende l’Application Performance Monitoring (APM). Attraverso l’integrazione di agenti applicativi nativi e di Sdk, la piattaforma fornisce visibilità completa sull’intero ciclo di vita delle transazioni applicative, dal front-end al back-end, includendo database, code di messaggistica e microservizi containerizzati.
Il motore APM non si limita a visualizzare metriche aggregate, ma traccia i singoli flussi di esecuzione, rileva automaticamente le anomalie prestazionali grazie al supporto ML nativo e integra questi insight nei workflow di alerting, dashboarding e root cause analysis. L’impatto operativo si traduce in un’accelerazione significativa del debugging, nella riduzione dei rollback di release e in una maggiore affidabilità dei rilasci in pipeline CI/CD.

Il valore di Elastic OpenTelemetry

Elemento chiave dell’approccio Elastic è la piena compatibilità con OpenTelemetry, oggi lo standard emergente per la raccolta e il trasporto di dati di osservabilità nei moderni ecosistemi cloud-native. Elastic supporta OpenTelemetry come “first-class citizen”, consentendo l’ingestione diretta dei flussi di log, metriche e trace tramite i collettori open-source OTel (Open Telemetry), con possibilità di normalizzazione semantica automatica tramite ECS. In termini architetturali, Elastic offre tre modelli complementari di integrazione con OpenTelemetry: ingestion diretta via API, funneling tramite Elastic Agent e raccolta ibrida su pipeline multi-stage. Questa flessibilità consente ai team IT di sfruttare appieno i vantaggi di uno standard aperto, senza rinunciare al valore aggiunto della correlazione, ricerca e arricchimento semantico offerti dall’engine Elastic.
Il risultato è un framework di osservabilità vendor-neutral, estensibile a qualunque cloud provider e workload eterogeneo, in grado di prevenire fenomeni di vendor lock-in e garantire una piena interoperabilità lungo tutta la filiera DevOps.

Una leva strategia per i Cio

Il modello proposto da Elastic risponde così in maniera trasversale alle esigenze di tutti gli stakeholder IT: i Cio possono finalmente ridurre la complessità gestionale e il rischio di tool sprawl; i team DevOps e gli sviluppatori ottengono strumenti analitici predittivi integrati nei flussi CI/CD; i Site Reliability Engineer possono contare su una diagnostica proattiva e su workflow incident-driven automatizzati; il business, infine, beneficia di insight operativi e metriche condivise in real-time che abilitano decisioni rapide e data-driven. In un contesto di continua espansione del perimetro digitale aziendale, l’osservabilità non è più solo una funzione tecnica, ma diventa leva di resilienza competitiva e fattore abilitante di innovazione sicura. Elastic, con la sua proposta unificata e scalabile, si propone come uno degli attori di riferimento in questa nuova fase evolutiva della governance IT enterprise

I vantaggi per le aziende

I vantaggi dell’approccio proposto da Elastic sono ampiamente “misurabili”. Forrester Consulting, per esempio, propone un’analisi indipendente del valore economico generato dalla piattaforma. Lo studio Total Economic Impact of Elastic Observability quantifica in modo puntuale i benefici concreti registrati da un panel di aziende intervistate. Secondo Forrester, l’adozione di Elastic Observability consente di ottenere un Roi del 243% in tre anni, con un Net Present Value di 11,1 milioni di dollari. Tra i principali driver di beneficio emergono: una riduzione dell’85% del tempo speso in attività di risoluzione incidenti, oltre 105.000 ore risparmiate dagli sviluppatori grazie a pipeline di rilascio più efficienti, un incremento del 3% della retention clienti correlato alla maggiore affidabilità dei servizi e risparmi infrastrutturali per 1,2 milioni di dollari grazie all’ottimizzazione storage e al consolidamento dei tool legacy. Il whitepaper da scaricare spiega come è possibile farlo con la proposta Elastic.  

Per saperne di più scarica il whitepaper: The Total Economic Impact Of
Elastic Observability

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