Oggi tutti parlano di intelligenza artificiale generativa ma pochi ricordano che ogni innovazione deve dialogare con un core assicurativo spesso nato in un’altra era digitale. È proprio nei sistemi e nelle architetture core che si gioca gran parte della partita del cambiamento. Tali sistemi oggi determinano la velocità o la lentezza con cui una compagnia può adattarsi al cambiamento. Non a caso è oramai da tempo che le compagnie stanno lavorando con diverse strategie al rinnovamento dei sistemi e delle architetture core, ma il tema è ancora lontano dall’essere risolto e resta ancora rilevante nelle agende dei Cio.

Secondo Adacta, il 46% delle imprese assicurative europee individua nei sistemi legacy la principale barriera alla capacità di innovare (fonte: State of Insurance System modernizations, Adacta, 2025). Questa problematica è confermata dai recenti dati di Netconsulting cube: circa il 50% delle compagnie italiane sta lavorando alla modernizzazione applicativa (fonte: Cio Survey 2025, Netconsulting cube). Inoltre, la maggior parte di questi ambienti ha spesso più di quindici anni di vita e assorbe parti considerevoli del budget IT solo per essere mantenuto operativo. In un mercato sempre più dominato da modelli digitali, tale squilibrio diventa insostenibile.
McKinsey rileva che le compagnie che hanno completato un percorso di modernizzazione del core hanno ridotto del 40% i tempi di rilascio di nuovi prodotti e migliorato la qualità operativa in modo significativo (fonte: IT modernization in insurance: Three paths to transformation, McKinsey 2019). Tuttavia, questi risultati non raccontano l’intera storia: non pochi sono i tentativi falliti o di parziale successo. È una realtà che i Cio assicurativi conoscono bene: l’equilibrio tra innovazione e rischio è fragile e ogni scelta architetturale comporta conseguenze strategiche di lungo periodo.
Modernizzazione, passaggio verso l’ecosistema
La spinta verso la modernizzazione del core non deriva quindi solo dall’obsolescenza tecnologica, ma anche da un profondo cambiamento nel modo in cui il valore assicurativo viene generato. Nel modello assicurativo emergente, il core non è più un motore isolato che processa dati, ma una piattaforma aperta capace di ospitare servizi propri e di terzi attraverso architetture componibili e Api.

Modernizzare, in questo contesto, diventa una scelta strategica che abilita nuovi modelli di business come sperimentare prodotti su piccola scala, scalarli rapidamente e integrare o integrarsi (embedded insurance) con operatori di altri settori. Le metriche di successo non possono più limitarsi a up-time o costi ridotti, ma devono misurare la vitalità dell’ecosistema: numero di partner integrati, velocità di onboarding, quota di ricavi da collaborazioni digitali. L’assicuratore che trasforma il proprio core in una piattaforma di valore condiviso si posiziona al centro di un mercato che premia collaborazione e capacità di adattamento continuo.
Benefici tangibili, rischi concreti
Sebbene i vantaggi di una modernizzazione ben condotta sono da tempo chiari, la realtà spesso si scontra con esiti insoddisfacenti tanto che, secondo uno studio di Info Tech Research Group, fino al 70% delle iniziative di modernizzazione digitale non raggiunge i propri obiettivi (fonte: Assess Infrastructure Readiness for Digital Transformation, Info-Tech Research Group, 2023). Le cause principali sono stime troppo ottimistiche, debito tecnico non gestito, resistenze interne e vincoli con i vendor.
Il rischio più diffuso è quello di una “modernizzazione di facciata”, che aggiorna l’involucro tecnologico senza intaccare il monolite sottostante. Il risultato è un’architettura ibrida che conserva costi e complessità del passato, aggiungendo solo nuovi strati di software.

Il core al centro della futura collaborazione
Ogni iniziativa di modernizzazione del core è una scelta complessa ma inevitabile, perché la vera competizione non si giocherà più su chi adotta per primo una nuova tecnologia, ma su chi saprà orchestrare servizi digitali su un’architettura aperta, coerente e scalabile. Per i Cio, la sfida sarà governare questa complessità bilanciando visione strategica e disciplina operativa. L’obiettivo non è soltanto ridurre il debito tecnico o migliorare l’efficienza, ma costruire le fondamenta per un modello assicurativo nuovo — più flessibile, interconnesso e capace di generare valore anche oltre i confini tradizionali del settore. Ed è proprio lì, nel cuore dei sistemi assicurativi, che si gioca il futuro di un settore in piena trasformazione.
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*Umberto Zanchi, senior consultant, NetConsulting cube
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