Il piano strategico presentato da Sirti oggi per il biennio 2018-2020 porta avanti una strategia di innovazione di un gruppo che, pur traendo forza da radici storiche (nasce nel 1921), ridisegna completamente la propria immagine, il management e punta a diversificare offerta e mercati.
Un processo avviato con l’acquisizione del 100% del capitale e del debito a lungo termine da parte di Pillarstone, un fondo guidato dal ceo John Davison, oggi presidente di Sirti, che ne rafforza la struttura finanziaria e la solidità patrimoniale e che in questo processo ha affidato la gestione della nuova squadra a Roberto Loiola, amministratore delegato di Sirti dallo scorso settembre.
“Facciamo investimenti di lungo termine e la decisione di prelevare il 100% di Sirti ha la sua ragione sia nella capacità di innovazione che Sirti ha mostrato per lo sviluppo economico e infrastrutturale dell’Italia, essendo un brand con una forte eredità – esordisce Davison – ma soprattutto perché ritengo Sirti strategica per il futuro nella trasformazione delle infrastrutture in termini di Banda Ultralarga (UBB), 5G, Iot, Smart Cities, Smart Utilities, trasporti ad alta velocità”. Un’azienda che ha un fatturato 2017 di 673 milioni di euro, 4.400 dipendenti, 30 sedi in Italia con quartier generale a Milano e presenze internazionali in Polonia, Austria, Spagna, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Qatar, Romania.
Doppia direzione
La strategia del nuovo piano va verso due direzioni ben definite: da una parte la scelta di diversificare il business rispetto allo storico mercato delle infrastrutture con il rafforzamento di quattro Business Unit con contabilità separata (Telco Infrastructures, ICT, Transportation, Energy & Utilities), dall’altro la decisione di spingere una trasformazione profonda e competitiva dell’azienda per rispondere ai nuovi mercati, anche con una espansione internazionale del gruppo. “La spinta generata dall’ingresso del fondo Pillarstone si è tradotta in un programma di assunzione di 393 risorse nel 2017 da Sirti S.p.A. e ulteriori 223 dalle altre società del Gruppo Sirti, che spinge un forte ricambio generazionale e manageriale” precisa Loiola, anticipando uno sforzo di “cultura organizzativa” che prevede un nuovo sistema di misurazione delle performance per tutti i lavoratori. Parallelamente, l’intesa raggiunta con le Parti Sociali per il rinnovo del contratto integrativo avvia una procedura di 234 posizioni in esubero, da gestire nel 2018, con misure di esodo incentivato e di riconversione professionale.
Le quattro divisioni
Nello specifico il piano prevede che la divisione Telco Infrastructures, focalizzata sul progetto di nuove infrastrutture TLC legate alla Banda Ultra Larga che interesserà 7.000 comuni, crescerà con 400 nuovi assunzioni con competenze ingegneristiche e di operation. La divisione Energy & Utilities si allargherà al mondo delle Utilities: oggi cresce con l’acquisizione di Basso e Foi & Vitali (due realtà del comparto energetico confluite nella nuova azienda Sirti Energia) ma in futuro si interesserà anche ai comparti idrico e gas. La divisione ICT valuterà nuove acquisizioni con particolare attenzione alla capacità di accrescere le competenze in ambiti innovativi come IoT, cybersecurity, cloud, system integration, managed services. Infine, la divisione Trasporti sarà oggetto di un investimento di 14 milioni di euro in tre anni per Ricerca e Sviluppo di prodotti per il segnalamento ferroviario innovativo, progettati nei laboratori di Genova.
“Le quattro Business Unit lavorano in forte sinergia tra loro in quanto le interconnessioni tra il mondo infrastrutturale e ICT è sempre più marcata, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità dei progetti” precisa Loiola che annovera tra i grandi clienti Tim e OpenFiber per la BU Telco, RFI e Anas per la BU Trasporti, Enel e Eni per la BU Energy & Utilities e, infine, per la divisione ICT il Senato della Repubblica per il quale Sirti ha realizzato il data center, Gruppo Leonardo e Ministero della Difesa. “Quest’ultima divisione è trasversale per il suo impatto su tutti i vertical di mercato ed è molto interessante se si pensa che il mercato ICT Enterprise ha in Italia una dimensione da 5 miliardi di euro – precisa Loiola -. Continueremo a rinforzare le nostre partnership con le università di Pavia, Pisa e Milano, con start up innovative, a rimarcare la nostra partecipazione a programmi di open innovation e al consorzio SDI (Sirti Alliance for Infrastructure). Continuiamo a investire pur avendo 178 brevetti attivi”. 32 milioni di euro per R&D sono previsti nel piano di rilancio.
Sbilanciamento del fatturato
Il peso delle divisioni però si sbilancerà rispetto al contesto attuale. Gli obiettivi del piano prevedono per i prossimi tre anni una crescita che porti a 750 milioni di euro nel 2020, con una diversificazione del business che vedrà ridurre il peso “maggioritario” della BU Telco dall’attuale 72% del fatturato al 54%, mentre cresceranno i pesi delle altre tre divisioni: la parte Energy & Utilities dal 4% al 9%, la componente ICT dal 18% al 20%, infine la divisione Trasporti dal 7% al 17%.
“La diversificazione è strategica e il fatto che la parte legata alla Infrastrutture ICT si riduca è frutto della trasformazione in corso che ci fa definire i piani in modo prudente anche in base a quando già acquisito. La crescita significativa dei ricavi nel 2017, pari a 673 milioni di euro, dai 600 milioni del 2016 è stata per noi molto significativa tenendo anche conto che abbiamo perso Wind Tre come cliente strategico (passato a ZTE), ma abbiamo ben compensato con Tim e OpenFiber. La crescita del fatturato è stimata in base ai piani di investimento dei principali nostri clienti in Italia e all’estero, alla penetrazione delle reti a banda ultra-larga, agli investimenti per l’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie, delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia ed all’incremento della spesa per infrastrutture e sistemi ICT”.
Il piano prevede inoltre anche una crescita dei margini, con un Ebitda in progressione dall’attuale 4,4% al 7,8% nel 2020. “I mercati esteri sono per noi interessanti ma non mi pronuncio sulla strategia internazionale prima di avere definito bene come impostarla. Di sicuro opereremo per accompagnare i nostri clienti italiani nella loro internazionalizzazione, nella loro crescita all’estero” conclude Loiola.
Due i progetti che la stessa Sirti sta sperimentando su se stessa, legati ai nuovi trend di mercato. Da poco terminato un rollout di una piattaforma digitale di pianificazione dinamica delle attività delle persone operative, attraverso un modulo di Intelligenza Artificiale che pianifica automaticamente i 6000 interventi giornalieri delle squadre in campo, e introdotti strumenti di collaborative working e realtà aumentata per meglio gestire le attività di manutenzione di reti di telecomunicazioni e di impianti tecnologici, con supporto realtime attraverso indicazioni visive agli operatori sul campo.
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