Mentre in casa TIM si sviluppa lo psicodramma sulla governance del gruppo e sulle tecniche per la generazione di nuovo valore, probabilmente solo a favore di azionisti di breve periodo, Open Fiber continua a sviluppare il suo piano. Anzi, il CdA approva il piano industriale 2018-2027 e il project financing da 3,5 miliardi di euro per lo sviluppo della rete ultrabroadband completamente in fibra.

Sotto la guida del presidente Franco Bassanini e dell’amministratore delegato Elisabetta Ripa, che di Tlc ci capisce eccome, Open Fiber sta dimostrando di essere interlocutore innovativo e competitivo nel mercato dei servizi di Tlc, aggregando intorno al proprio modello di business wholesale risorse finanziarie, clienti, competenze.

Elisabetta Ripa, amministratore delegato Open Fiber
Elisabetta Ripa, amministratore delegato Open Fiber

Il nuovo piano industriale prevede, per la realizzazione della nuova una rete in fibra in modalità FTTH, investimenti superiori a 6,5 miliardi di euro per la copertura di 19 milioni di unità immobiliari su tutto il territorio nazionale, in 271 città ed in 7 mila comuni. Nel corso del 2018 il perimetro delle attività industriali verrà esteso nelle aree A e B fino a circa 100 comuni, di cui 65 già con attività in corso per circa 700 cantieri aperti, sui quali sono impegnati circa 7 mila addetti di oltre 200 ditte. A questi comuni si aggiungeranno progressivamente quelli inclusi nei bandi Infratel per le aree C e D.

Il CdA ha anche approvato il mandato per lanciare una sottoscrizione con BNP Paribas, Société Générale e Unicredit per un Project Financing da 3,5 miliardi di euro, della durata di 7 anni, che sarà finalizzato nel corso dei prossimi mesi al completamento dei processi autorizzativi da parte della BEI, la Banca Europea degli Investimenti.

Sul fronte commerciale, è da sottolineare l’ampliamento degli accordi con Vodafone per il servizio sulle 271 città dei cluster A e B, le aree nelle quali vive il 60% della popolazione, che segue gli accordi già raggiunti con Wind Tre e Sky sulle stesse aree. La sinergia con Vodafone permetterà a questa di offrire servizi di connettività in modalità FTTH, già disponibili nelle prime 13 città cablate da Open Fiber con infrastruttura in fibra ottica. La partnership con Vodafone ha un arco temporale molto vasto – fino al 2031 – e favorisce la progressiva migrazione sulla rete Open Fiber dei clienti Vodafone.

Anche Noitel ha siglato con Open Fiber un accordo di collaborazione, che permetterà alla controllata Clouditalia di diventare provider nazionale con tecnologia FTTH, generando stretta sinergia con il business tipico di Clouditalia, che spazia dalle Tlc tradizionali – voce e dati fisso – ai servizi Cloud, per i mercati sia residenziale che Business; e bussano alla porta di Open Fiber anche operatori innovativi, fra cui diversi distributori attivi nel comparto Energia, convinti che una stretta sinergia commerciale con il parco clienti già acquisito, le reti commerciali in essere ed i servizi di back office già realizzati per sostenere il loro business tradizionale – soprattutto sistemi di CRM e di billing, contact center inbound ed outbound – possano essere un fattore importante di vantaggio competitivo. Anche Retelit si aggancia, come Clouditalia.

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