Milton Friedman, premio Nobel per l’economia, nella sua concezione di gestione d’impresa sosteneva che il fine ultimo dovesse essere la creazione di valore economico per gli azionisti attraverso la massimizzazione del profitto. A contrapporsi a questa visione, quella di Robert Edward Freeman incentrata sulla Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) e basata sulla convinzione che sia necessario per un’impresa contemplare i valori etici nella sua gestione, ordinaria e straordinaria, e instaurare un rapporto diretto, esplicito con gli agenti economici che sono interessati e, in qualsiasi modo, coinvolti dal suo operare nel mercato. Certo, spesso vi è il rischio di cadere, come sottolinea Jacopo Schettini Gherardini, in un “autointeresse illuminato”, in una “etica” di compromesso ma, fortunatamente, altrettanto spesso, viene abbracciata l’interpretazione “insider-iniziated corporate philantropy” della CSR, in cui i manager accettano il rischio di poter perdere una parte, comunque non consistente, di profitti a beneficio degli stakehoder per creare una “proposta sostenibile” nel rispetto e nella condivisione di quattro “dimensioni”:

  • Economica: fornire beni e servizi alla collettività;
  • Filantropica: promuovere il benessere;
  • Etica: impegnarsi a fare ciò che è giusto ed etico;
  • Legale: rispettare la codificazione di ciò che è giusto e sbagliato per la società, rispettando le “regole”.

La tecnologia rappresenta oggi certamente uno strumento in grado di agevolare il raggiungimento degli obiettivi di una strategia di Customer Social Responsibility, che sta divenendo sempre più un fattore determinante e discriminante per competere sul mercato.  E numerose imprese si sono già mosse nell’utilizzare le nuove tecnologie per fini “sociali”; tra queste, facilitate anche dal loro core business, le technology provider.

Come Dell, che nel suo report pubblicato annualmente “2020 Legacy of Good” mette in evidenza i risultati raggiunti nel perseguimento della propria politica di CSR nell’anno fiscale 2018. Semplificando, i principali obiettivi ottenuti dal gruppo statunitense si possono dicotomizzare nelle tematiche “sostenibilità” e “condizione umana”.

Plastica degli oceani per confezionare i pc

Il fine ultimo della prima direttrice della strategia “sociale” è quello di rendere l’intera filiera produttiva maggiormente ecosostenibile e per farlo Dell, dal 2013, anche grazie alla partnership Dell Reconnect – Goodwill Industries e Asset Resale and Recycling Services, ha riciclato 73 milioni di libbre di materiali impiegandoli nella produzione di nuovi prodotti e nuovi componenti.
Il riciclo, inoltre, ha visto coinvolti anche aspetti meno tecnologici, come il packaging dei prodotti. La spedizione dei laptop Dell XPS 13 2-in-1, ad esempio, viene effettuata con delle confezioni realizzate con la plastica proveniente dagli oceani.
Per rendere sostenibile la propria supply chain, Dell non pone l’accento esclusivamente sull’aspetto ambientale ma supporta anche il proprio indotto – fornitori e piccole imprese – e il lavoro femminile investendo, da sei anni a questa parte, circa 3 miliardi di dollari all’anno.

Dell Reconnect - Technology recycling has never been easier
Dell Reconnect – Technology recycling has never been easier

Sostegno a giovani e discipline Stem

Dell pone anche l’attenzione alle politiche rivolte ai propri dipendenti e in iniziative esterne.
Nel primo caso, ricollegandosi anche alla sostenibilità della filiera, il focus principale sono le condizioni di lavoro e in particolare il monitoraggio delle ore lavorative settimanali; per quanto riguarda le attività al di fuori dell’impresa, invece, il gruppo dedica le proprie attenzioni ai giovani e ai meno fortunati.
In particolare, un investimento complessivo di circa 50 milioni di dollari (dal 2014) ha permesso di diffondere la conoscenza delle discipline Stem tra i ragazzi più svantaggiati e grazie alla collaborazione con i rispettivi stati (India e Etiopia) e ad altri attori (Tata Trust in India e Camara Education per l’Etiopia), Dell ha migliorato le visite mediche sul territorio indiano e ha consegnato nella nazione africana 30mila PC a circa 1.000 scuole per facilitare formazione in ambito ICT.
Il completo accantonamento dell’obiettivo della redditività, oltre che impossibile, sarebbe anche non auspicabile; sono le aziende “sane” che rendono possibile l’occupazione e la disponibilità di prodotti e servizi, sostiene la società.

2020 Legacy of Good, convivenza tra business e coscienza sociale

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