Il processo di ridisegno complesso che Sirti sta vivendo vede la Business Unit Digital Solutions lavorare in coerenza con il piano generale dell’azienda anche se le attività che gestisce sono fortemente indirizzate alla trasformazione digitale delle grandi aziende e della PA, operando come un system integrator a valore su tutti i clienti delle quattro divisioni dell’azienda (Telco, Energy, Trasporti e PA).
Benedetto Di Salvo, nelle nuova squadra di manager annunciata a fine giugno, è Vice President of Business Unit Digital Solutions con il compito di accelerare il percorso di diversificazione e di rafforzare il posizionamento di Sirti in ambito Ict e Digital.
Obiettivo: contribuire al piano industriale 2018-2020, presentato in primavera dall’amministratore delegato Roberto Loiola, che prevede per i prossimi tre anni una crescita del fatturato complessivo dell’azienda da 673 milioni di euro del 2017 a 750 milioni di euro nel 2020, con una diversificazione del business, che vedrà ridurre il peso “maggioritario” della BU Telco dall’attuale 72% del fatturato al 54%, e crescere le altre tre divisioni: la parte Energy & Utilities dal 4% al 9%, la componente ICT dal 18% al 20%, infine la divisione Trasporti dal 7% al 17%.
Di Salvo, in Sirti dal 2017, è “trasversale” su tutti i clienti con uno sviluppo che dovrebbe portare la Business Unit Digital Solutions a fatturare 200 milioni dagli attuali 120, grazie alle sue esperienze maturate in precedenza in Ericsson, Nortel Networks, Huawei, Nokia.
“La divisione Digital Solutions di Sirti è al servizio della trasformazione con 300 professionisti e oltre 500 certificazioni in cloud, AI, networking, sicurezza – precisa – e ci stiamo muovendo sia per cercare nuove aziende che necessitano di progetti di integrazione sia sui clienti storici. Le competenze in ambito cloud e business intelligence ci hanno portato ad affrontare progetti nuovi e con professionisti altamente specializzati”.
Go to market di prossimità
Il braccio armato sul territorio rimangono i 3.000 tecnici Sirti con presenza capillare che permettono di rispondere in due ore alle richieste di assistenza dei clienti. “Le aziende ci chiedono di affrontare due sfide principalmente – spiega Di Salvo –: la globalizzazione e la capacità di dare risposte rapide al mercato. La rete oggi è un collo di bottiglia, sempre sotto stress e le scelte delle aziende vanno verso soluzioni di cloud ibrido per meglio gestire le loro esigenze. Ma la rete deve diventare una rete intelligente, sofware defined, con tecnologia NFV, solo a quel punto ci sarà una trasformazione profonda della rete”.
Altrettando strategiche le partnership tecnologiche con i vendor di tecnologie, “e anche in questo caso noi siamo per i nostri clienti degli advisor per la ricerca ottimale delle soluzioni. Non dobbiamo mai dimenticare che ogni cliente ha la sua specificità e a seconda di questa, noi valutiamo la scelta tecnologica migliore da integrare nelle loro soluzioni, testando soluzioni integrate nei nostri laboratori e offrendo ai clienti accesso a demo room dove sperimentare soluzioni innovative”.
La divisione è molto focalizzata sulla trasformazione delle reti, al centro dei processi di cambiamento delle aziende, sull’evoluzione delle rete da SDN a Internet Based Networking, con reti che si autogovernano. “La nuova tecnologia fa sì che si minimizzi l’intervento umano e che la rete sia fortemente automatizzata con le componenti di sicurezza integrate su tutti i livelli. Il trend del SDN Wan è ormai inarrestabile e chi non trasformerà la propria rete avrà un problema, una verità anche per le aziende che non fanno dell’Ict il proprio business, basti pensare alle banche”. Alla tematica della rete sicura, si aggancia anche una seconda attività della divisione, legata alla cybersicurezza sulle rete degli operatori, con progetti di sicurezza gestita.
Più in generale, le competenze “in house” comprendono la realizzazione di soluzioni end to end che integrano tecnologie e processi, la progettazione e realizzazione di reti, la realizzazione di software defined solutions quali NFV/SDN e SD-WAN, infrastrutture tecnologiche e applicative per Data Center, security infrastrutturale e cyber security, service management (SPOC, NOC), infrastrutture e processi più intelligenti, sistemi di supervisione e controllo di reti ed impianti e soluzioni IoT per città.
IoT e città
Proprio sui progetti in ambito IoT per la città intelligente si sono aperti mercati indirizzabili da Sirti, anche se la velocità in cui l’Italia recepisce queste tematiche non è al pari di altre nazioni. “I nostri tecnici in giro per le città hanno a disposizione soluzioni di realtà aumentata, per trasmettere al centro di controllo dati che permettono di ricostruire l’ambiente circostante in 3D. Sono tutti strumenti che accorciano le distanze con il resto del mondo: entro il 2025 più del 50% delle città intelligenti globali saranno situate America del Nord e Cina, mentre in Italia proliferano al momento molte iniziative pilota, molto verticali che non comunicano tra di loro. Bisogna integrare l’intelligenza di queste soluzioni con una infrastruttura condivisa che dia vita alla smart urban infrastructure, con una progettualità seria, grazie a software, big data, analytics, sensori”.
Un esempio recente di attenzione alle infrastrutture urbane: in ambito città metropolitana, Sirti ha avviato la realizzazione questa estate, per la prima volta in Italia nel comune di Paullo, di un collegamento in fibra ottica lungo circa 800 metri con una tecnica innovativa basata su un microscavo di 2,5 cm di larghezza per 20 cm di profondità, in corrispondenza del cordolo del marciapiede: uno scavo di piccole dimensioni, poco invasivo, che riduce al minimo i materiali di risulta e i materiali necessari per il riempimento.
Open innovation e apertura
“La divisione Digital Solution, che ha poco più di un anno di vita, ha un piano ambizioso con la diversificazione dell’offerta e con l’apertura a valutare anche possibili operazioni di merge & acquisition per diversificare l’offerta e fare investimenti in ambiti innovativi” conclude De Salvo. Il rapporto costante con le università e i centri di ricerca per valutare competenze adeguate e la collaborazione con le startup in ottica di open innovation sono tasselli del business che oggi è per il 90% in Italia, ma che vedrà uno sforzo internazionale nei prossimi anni.
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