Migliorare la vita delle persone con soluzioni innovative e nuove tecnologie per il mondo farmaceutico, ma anche con nuovi modelli e cultura. E’ la sfida per una maggiore sostenibilità nel settore socio-sanitario nelle nuove frontiere della salute digitale.
Ne abbiamo parlato con Cesare Guidorzi, Country Manager InterSystems Italia, che sottolinea l’importanza della condivisione dei dati clinici, oggi possibile grazie a standard internazionali di interoperabilità. La strategia dell’azienda: distillare le best practice mondiali, tecnologiche e di processo, e portarle nelle loro soluzioni
Dal vostro osservatorio privilegiato quali sono le evoluzioni in ambito sanità digitale?
È evidente che il mondo della salute sia ancora molto frammentato. I pazienti oggi incontrano in successione operatori sanitari diversi che poco o nulla sanno dei passaggi precedenti: è il paziente a dover orchestrare le proprie cure, spesso con un aggravio di costi sul sistema e peggiori esiti. E rispondo subito alla domanda che verrebbe spontanea: no, con l’attuale mancanza di strumenti, non ritengo che lo possano fare i Medici di Medicina Generale.
La sanità digitale consiste nel rendere possibile il coordinamento delle cure, sollevando il povero paziente dall’ingrato compito. La base di tutto è la condivisione dei dati clinici, permessa dagli standard internazionali di interoperabilità, che anche in Italia si stanno pienamente affermando: IHE e FHIR su tutti, ma anche le sperimentazioni con Blockchain. Su questa base di dati condivisi nascono tre grandi tendenze. La prima è l’empowerment ed informazione del paziente con il fascicolo sanitario e l’accesso diretto ai servizi in modalità digitale (ad esempio il pagamento e ritiro dei referti online). La seconda è la possibilità del sistema di auto-organizzarsi. Infatti con una storia completa del paziente disponibile per tutti gli operatori, questi avranno modo di erogare le migliori cure e proporre il percorso più appropriato; qui lo strumento è la cartella clinica elettronica “evoluta”, ovvero aperta ai dati esterni, strutturata per problemi e dotata di capacità di decision support per i clinici. La terza è, in particolare per popolazioni di pazienti cronici, il coordinamento delle cure trasversalmente ai setting di cura attraverso i PDTA informatizzati e strumenti di coordinamento. In Lombardia la presa in carico è innanzitutto un modello organizzativo attorno al quale si stanno consolidando gli strumenti informatici per supportarlo pienamente.
Come supportate le diverse realtà della sanità, con quale offerta e quali servizi?
Il nostro primario valore è distillare le best practice mondiali, tecnologiche e di processo, e portarle nelle nostre soluzioni attraverso una forte strategia di prodotto. Infatti InterSystems è un’azienda globale leader dell’IT in sanità, con sede centrale a Cambridge, USA, e filiali in altri 25 paesi. Abbiamo anche un’ampia base di clienti in Italia, comprese aziende sanitarie prestigiose, tra cui la A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, il Policlinico San Martino a Genova o il Gemelli a Roma.
Il secondo aspetto è relativo alla mission dei nostri prodotti, che è unificare i processi di cura trasversalmente ai setting assistenziali. Il portafoglio prodotti di InterSystems Healthcare comprende infatti due prodotti che realizzano tale visione. Il primo, adatto a contesti più dispersi come Regioni e Stati, è il prodotto HealthShare, che consente la registrazione e la connessione di informazioni e soluzioni in ambito sanitario. Il secondo, adatto a sistemi più omogenei quali Aziende Sanitarie o Gruppi Ospedalieri è il nostro sistema sanitario unificato TrakCare, incentrato sul paziente, sui suoi problemi e sull’Electronic Medical Record trasversale ai contesti e capace di orchestrare i percorsi di cura.
Quali sono i vostri punti di forza e la vision per i prossimi anni?
In questo momento, quattro sono in punti di forza nella nostra vision futura:
- Patient Cycle Management: fondamentale per permettere ai prestatori di assistenza sanitaria di accedere ad un profilo del paziente, completo da ogni punto di vista, clinico, amministrativo ed economico. Questo permette di prendere decisioni in maniera più consapevole, di aumentare la soddisfazione dei pazienti e di condurre più efficacemente ed efficientemente il percorso in una modalità completamente integrata.
- Visione clinica del Paziente: la vista sul paziente è longitudinale ed incentrata sui suoi problemi e sul coordinamento dei percorsi di cura fra i diversi attori.
- Mobilità: fornire le informazioni richieste a supporto della decisione del medico fondata sulle evidenze cliniche, quando e dovunque siano necessarie.
- Patient Experience: conferisce ai pazienti il potere di diventare parte integrante del processo di trattamento, offrendo loro una migliore e continua esperienza di cura.
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