E’ trascorso un anno dall’apertura del Global Cloud Data Center di Ponte San Pietro,
in provincia di Bergamo, e Aruba tira le somme sui progressi fatti sino ad oggi.
All’interno di quello che per il gruppo è il più grande data center campus d’Italia – un complesso innovativo di oltre 200.000 m² – la prima struttura è stata quasi totalmente opzionata. Si tratta del Data Center A (DC-A), che sorge su un’area di 17.500 m² ed una superficie netta di sale dati di 10.000 m² con 10 sale date indipendenti.
Il gruppo può pertanto ora partire con la costruzione di due nuovi data center con l’obiettivo di triplicare la capacità disponibile.
“In 284 giorni lavorativi abbiamo realizzato una struttura completamente ecologica e dotata delle più moderne tecnologie – commenta Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba -. Il 22 agosto 2016 è la data che ha segnato l’inizio del progetto di riqualificazione dell’area che ospitava gli stabilimenti Legler. Oggi siamo riusciti a realizzare una struttura completamente ecologica e dotata delle più moderne tecnologie. In un anno abbiamo ricevuto prenotazioni che contavamo di raggiungere nel corso di tre anni. Questi risultati non possono che portarci ad impegnarci ancora di più, senza fermarci”.
Nuovi accordi e partnership consolidate
Il primo anno di lavori ha visto la collaborazione di Aruba con grandi aziende e PMI di settori trasversali che vanno dalla logistica, all’automotive, all’elettronica, al software, ai servizi e all’industria, comprese realtà appartenenti alla pubblica amministrazione e società straniere.
Queste imprese si sono affidate al Global Cloud Data Center per servizi di colocation per lo sviluppo di soluzioni personalizzate, anche con l’obiettivo di espandere le loro infrastrutture in futuro.
Al fianco alle realtà che sono entrate in gioco avviando nuovi accordi, si sono rafforzate le partnership storiche, che hanno contribuito a sostenere il livello tecnologico del Data Center – come Dell EMC, Intel, NetApp, Cisco, VMware, Veeam, Zerto – e a livello di soluzioni infrastrutturali – come Honeywell, Fiamm – Hitachi, Sunpower, Socomec, Stulz, e non solo.
In particolare, l’accordo con MiX (Milan Internet eXchange) ha visto la nascita di nuove interconnessioni peering tra le reti tramite l’attivazione di un Point of Presence all’interno di Global Cloud Data Center, grazie ad apparati collegati a Milano in doppia via in fibra, con l’obiettivo di facilitare lo scambio di traffico con altri carrier nazionali ed internazionali.
Focus sulla sicurezza
Nella progettazione del data center, l’obiettivo è garantire massima efficienza energetica, ma altrettanta importanza riveste il tema della sicurezza, che deve rispettare i massimi standard.
In un contesto così delicato, il gruppo continua quindi ad investire in quest’ambito; tra le Certificazioni dei Data Center, la ISO 27001 garantisce affidabilità nella gestione dei dati e delle informazioni aziendali, la ISO 9001 supporta il miglioramento dei processi e della gestione organizzativa, e la ISO 14001 rappresenta l’impegno dell’azienda in vari aspetti aziendali per perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale. A queste si aggiunge il rispetto degli standard di resilienza previsti dal Rating 4 della ANSI TIA 942, che classifica i data center come infrastrutture in grado di evitare interruzioni dei servizi grazie agli elevati livelli di ridondanza degli impianti.
Modello sostenibile
L’impatto sull’ambiente è altresì di fondamentale importanza. L’impianto di raffreddamento geotermico ad alta efficienza e l’alimentazione da energia proveniente da fonti rinnovabili – di origine certificata GO (Garanzia d’Origine) – insieme alla centrale elettrica e agli impianti fotovoltaici di proprietà – fanno del campus tecnologico un modello sostenibile di data center. L’obiettivo è minimizzare l’impatto sull’ambiente e assicurare la massima qualità dei servizi.
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