Il ruolo della sanità digitale in Italia rimane su valori insufficienti per sostenere un’innovazione di sistema. Con una quota del 2,4% sul mercato digitale complessivo italiano, il mercato della sanità digitale vale 1,6 miliardi nel 2017, con tassi di crescita annui del 2%. Dati che emergono dalla survey l’eHealthLab 2018 che ha avuto l’obiettivo di comprendere i processi di trasformazione in atto nel sistema sanitario italiano e che è spunto di una chiacchierata con Alberto Ronchi, CIO dell’Istituto Auxologico Italiano, invitato a CIO Café.

“È vero che la media generale di spesa del settore è l’1,5% – esordisce -, ma ci sono alcune eccellenze che investono di più, contro altre che investono meno perché maggiormente legate al mantenimento dei sistemi core. La difficoltà per uscire da questo empasse è cercare di far cambiare la mentalità della nostra classe politica: l’IT in Sanità non è semplicemente un investimento o un costo strumentale legato ad acquisto di beni, ma è un approccio strutturale, strategico, che permette di cambiare e migliorare i processi dell’azienda sanitaria stessa”.

Il dipartimento IT per questa ragione deve collaborare con le altre figure aziendali, sia all’interno di un ospedale pubblico sia di un istituto sanitario privato, tenendo conto delle necessità dei diversi dipartimenti. “Noi siamo molto in contatto con le altre strutture perché nessun progetto informatico può essere isolato. Tutti i nostri progetti nascono dal business, da richieste precise dei dipartimenti, degli ospedali, degli ambulatori e hanno ovviamente una componente informatica che gestiamo in stretto contatto con i  committenti”.

Un dialogo tra diverse figure che richiede competenze digitali per supportare le evoluzioni in atto: la ricerca evidenza la necessità di competenze manageriali di reingegnerizzazione dei processi (importanti per il 76% de campione), di change management (68%), di digital transformation e innovation (68%). “C’è sicuramente una trasformazione da compiere sugli skill, un fenomeno generale che impatta tutti i comparti, non solo la sanità. Noi abbiamo maggior bisogno di project manager e di business analyst, perché è fondamentale per noi capire meglio le esigenze del paziente e gestire di conseguenza la delivery del servizio”.

Entrano in gioco anche nuove competenze sulle tecnologie più di frontiera, intelligenza artificiale, machine learning o IoT, “che, anche se non sono mature, è necessario conoscere per poterne discutere – precisa Ronchi -. Oggi il cloud è una realtà e non ci si interroga più se e quando crescerà. Lo stesso accadrà anche per le nuove tecnologie, ma servono diversi pilot e parecchie specializzazioni per capirle appieno”. Tocca anche  il tema della sicurezza in ambito sanitario, alzato dal GDPR. “È assolutamente necessario non fare nessun tipo di progetto che abbia un contenuto di sicurezza meno che perfetto”.

L’Istituto Auxologico Italiano ha iniziato quest’anno un progetto, che continuerà nel 2019, di revisioni del parco applicativo, che prevede una migrazione dei sistemi più tradizionali a interfacce web, per semplificare l’infrastruttura interna e distribuire i servizi in modo più semplice. “Questo permette al medico di finire le refertazioni da casa o di lavorare addirittura da remoto” esemplifica.

Progetti importanti per il 2019 saranno inoltre dedicati ai pazienti. “Sicuramente stiamo ripensando all’accoglienza, con la prenotazione dei servizi online già attiva. Ma amplieremo l’offerta e cambieremo la strategia globale di accoglienza con un progetto di più ampia portata che richiede investimenti fisici, con totem, monitor, riassetto delle sale, il fermo delle sedi, impatto sulla produttività. Per questa ragione possiamo lavorare solo in alcune finestre temporali con minore utenza, come agosto o dicembre, e non è sempre facile”.

Nella videointervista a Alberto Ronchi, CIO dell’Istituto Auxologico Italiano, maggiori dettagli sulla trasformazione digitale in atto.


Alberto Ronchi, Vice Presidente AISIS e CIO Istituto Auxologico Italiano, & Emanuela Teruzzi, Direttore responsabile di Inno3 a CIO Café

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