L’impegno di Cisco nel rendere la sicurezza trasversale a tutto il business è uno degli obiettivi della divisione Cybersecurity nata nel 2013 e che oggi genera 2 miliardi di dollari di fatturato (servizi non inclusi). Una divisione frutto di acquisizioni negli anni, tra le quale SourceFire nel 2013, ThreatGRID nel 2014, openDNS nel 2015, CloudLock nel 2016 fino all’ultima acquisizione DUO del 2018 per 5,2 miliardi di dollari, che allarga la presenza di Cisco nel mercato della multi factor authentication in cloud. “In totale: 7 miliardi di dollari spesi in acquisizioni in ambito sicurezza negli ultimi 4 anni, a testimoniare quanto ci crediamo dichiara Stefano Vaninetti, Responsabile della divisione sicurezza di Cisco in Italia.

Oggi il mercato della sicurezza informatica è cambiato. Ogni giorno le persone del Security & Trust Office di Cisco decidono quanti punti, location, applicazioni, app in cloud devono essere messe in sicurezza, in un raggio che copre 170 paesi nel mondo. “Un approccio distintivo che accompagna la nostra strategia – precisa Vaninetti -: garantire la sicurezza by design anche nell’infrastruttura secondo principi di responsabilità, trasparenza e fiducia”. L’approccio è mettere in sicurezza la rete, gli end point e il cloud, grazie a un unico motore integrato (Integrated Treat Defense) che fa da scudo dinamico all’intera infrastruttura.

Stefano Vaninetti, Security Leader per l'Italia di Cisco
Stefano Vaninetti, Security Leader per l’Italia di Cisco

“Abbiamo una divisione di Treath Intelligence che si chiama Talos, che lavora 24 ore tutti i giorni dell’anno, che ha circa 250 ricercatori attivi, 2 milioni di agenti di telemetria sparsi nel globo e forti relazioni con i partner. Analizza ogni giorno 600 miliardi di email e 1,5 milioni di malware. E’ uno strumento molto potente che poggia su database condivisi a livello globale ma che compie l’analisi delle minacce a livello locale, anche per le pmi italiane. Così facendo il beneficio globale viene portato sui singoli territori. Noi mettiamo a fattore comune le minacce rilevate a livello globale e poi le blocchiamo ovunque a livello locale”. Un approccio globale e locale insieme.

Ma, come tutti sostengono e come dimostra il Cisco Security Benchmark Study for Italy 2018, si evince la mancanza di skill in ambito sicurezza informatica in Italia: il 24% delle aziende manca di talenti e il 12% ha più di 20 prodotti di sicurezza da gestire, che derivano da un approccio alla sicurezza puntuale per sanare ogni singolo problema: “Ogni soluzione genera allarmi e il 50% di questi non viene analizzato, proprio perché non si è in grado di stare dietro a tutto quello che compare sui cruscotti di sicurezza, per troppe segnalazioni e mancanze di skill – continua Vaninetti -. Su questo ci siamo interrogati e abbiamo lavorato per proporre un approccio unico, un portafoglio di soluzioni molto ampio che permette di controllare i tre asset: rete, end point e cloud”.

Ma è sul cloud che sono indirizzate le strategie future, tenendo conto del momento di trasformazione dei clienti. “Cisco sta investendo per guidare la sicurezza in cloud: fino ad oggi era necessario farsi una sicurezza in casa, da oggi la sicurezza può essere acquisita come servizio, attraverso la soluzione Cisco Umbrella, che fornisce la sicurezza a livello DNS direttamente dal cloud”.

Risponde a questa strategia l’apertura del nuovo datacenter edge a Milano, il primo nella regione del Sud Europa dedicato al servizio di Cisco Umbrella. Un data center connesso al MIX (l’Internet Exchange milanese, il più grande in Italia) che conferma l’interesse di Cisco ad investire anche per le pmi, con servizi di prossimità, veloci, con minore latenza, conformi alle normative di privacy e trasparenza.

Tra i clienti del data center milanese già TIM con l’offerta TIM Safe Web, basata su Cisco Umbrella e integrata nella rete TIM, che offre una soluzione per le pmi per proteggersi da attacchi di ramsomware o phishing e che già oggi interessa 600.000 imprese clienti di TIM, ingaggiati dal lancio della partnership lo scorso febbraio.
“Il nostro mantra è aiutare le aziende a sviluppare una sicurezza semplice da gestire, aperta con integrazioni di terze parti, e che permetta di fare automazione. Automazione e semplicità aiutano a indirizzare la carenza di skillconlude Vaninetti, ma sulle competenze non ci si può arrendere.

Aperto in questi giorni il bando per giovani tra i 18 e i 35 anni per partecipare a mille borse di studio messe in palio da Cisco, per accrescere le competenze in cybersecurity, con la frequenza gratuita a un percorso della Cisco Networking Academy, arricchito con laboratori, webinar, confronti con esperti e aziende sul tema della sicurezza informatica. La costante ricerca di professionisti con skill adeguato si fa forte di due dati: entro il 2019 serviranno 2 milioni di professionisti a livello mondiale esperti di cybersecurity e oggi il 24% dei responsabili della sicurezza delle imprese italiane rivela una forte difficoltà nel trovare queste competenze. Il bando aperto fino a 15 dicembre si trova sul sito all’iniziativa, Cybersecurity Scholarship Italia.

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