Una mappa. Punto diverso per rileggere il Word Economic Forum che si è tenuto a Davos in Svizzera dal 22 al 25 gennaio, sul tema Globalizzazione 4.0 e sugli effetti che sta avendo sul pianeta e i suoi abitanti. Non una mappa politica (che elenca i grandi assenti tra i capi di stato delle potenze mondiali, di cui tutti i notiziari hanno parlato), né economica (che mostra la ricchezza in mano a pochi), né di genere, né di industry.
Una mappa interattiva che accende, man mano la si naviga, scenari e fonti internazionali con dati economici sulle trasformazioni globali in atto nel mondo (Mapping Global Transformation) , che guarda a tecnologia, responsabilità di impresa, sostenibilità. Al centro della mappa, fatta come una ragnatela intricata (ma facile da navigare non vi spaventate), la Quarta Rivoluzione Industriale con attorno otto satelliti sui quali impatta: innovazione e produttività, etica e identità, business disruption, disuguaglianze, tecnologia agile e governance, sicurezza e conflitti, lavori e competenze, tecnologie.
Non c’è come giocarci online per capire quanto da innovazione e produttività dipendano a cascata benefici sociali, tecnologici, di governance fino ai nuovi modelli di business (nonostante la produttività sia calata dell’1,3% tra il 2007 e i 2015) e come il focus sull’innovazione tecnologica porti a dibattere di benessere umano, nuove sfide dettate da intelligenza artificiale o blockchain (in settimana si sono insediati al Mise i gruppi di esperti al lavoro su queste tecnologie). Giocateci un po’….
Cliccando su Innovation e Productivity si apre tra gli altri anche lo scenario della Circular Economy, un sistema economico pianificato per ridare vita ai materiali usati riducendo gli sprechi, promuovendo prodotti sia rigenerati (reintrodotti nell’economia sotto forma di nuovi prodotti) sia recuperati (riciclati e nuovamente immessi sul mercato). Per inciso: nell’economia circolare l’Italia sta portando avanti un percorso virtuoso, in particolare nell’ambito del riuso, come ha confermato di recente uno studio commissionato dal Consorzio nazionale per il riciclo degli imballaggi (Conai) che attesta l’Italia leader in Europa con 88 miliardi di euro di fatturato per la filiera di riutilizzo dei rifiuti.
Torniamo a Davos. I grandi delle Big Tech non hanno disertato il Forum, come invece molti politici. Hanno parlato Tim Cook Ceo di Apple, Satya Nadella Ceo di Microsoft (“ridurre il divario tra occupazione e stipendi”), Bill Gates sull’importanza dell’assistenza sanitaria a livello mondiale (mentre stringe un accordo con Walgreens), Ruth Porat Cfo di Alphabet/Google sul rapporto dati e privacy, Erik Ekudden Cto di Ericsson sull’impatto del 5G per una società più sicura e sostenibile, come ha ribadito Ken Hu Ceo di Huawei, che non ha celato il fastidio per la guerra commerciale tra Usa e Cina e le accuse di spionaggio da parte degli Stati Uniti.
Mi verrebbe da dire “niente di nuovo” rispetto a quanto queste aziende raccontano sempre, se non la proposta curiosa di Ekudden di creare per ogni paese un responsabile della tecnologia nazionale, un National CTO, che aiuti i governi a comprendere le opportunità legate allo sviluppo del 5G e delle infrastrutture.
Giocate con la mappa, alla fine è più divertente e istruttivo.
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