“La rapida diffusione delle TV di nuova generazione, basate su Dvb-T2, serve alla digitalizzazione del Paese, perché promette il consolidamento della filiera della produzione e distribuzione di contenuti informativi, culturali e di intrattenimento, ma anche perché consentirà di fruire sullo stesso apparecchio di una più ampia integrazione con le altre piattaforme digitali di comunicazione e di servizi”. Così Anitec- Assinform – l’associazione di Confindustria delle imprese dell’Information and Communication Technology e dell’elettronica di consumo – accoglie la pubblicazione della roadmap per la liberazione della banda 700 Mhz, riconosciuto come uno dei passaggi chiave da qui al 2022.
Sono disponibili infatti il calendario nazionale e le linee guida definitive per la formazione delle graduatorie dei fornitori di servizi di media audiovisivi locali e degli operatori di rete delle frequenze locali, risultato del confronto svoltosi nell’ambito del tavolo di coordinamento TV 4.0 e delle consultazioni pubbliche svolte dal Ministero dello Sviluppo Economico con gli stakeholder.
Si tratta però di “uno” dei passaggi, perché servirà mettere in campo anche azioni concrete di informazione ed aiuto nei confronti dei cittadini, secondo due linee di intervento: da una parte una linea di sensibilizzazione, dall’altra quella del sostegno economico per consentire effettivamente di fruire delle novità.
Da qui il coinvolgimento di tutti gli stakeholder e l’appello ai broadcaster televisivi.
Anitec-Assinform sottolinea l’importanza degli incentivi alla rottamazione dei televisori obsoleti, a vantaggio dei nuovi apparecchi che dovranno essere allineati a Dvb-T2/Hevc, e integrare funzionalità smart, standard HbbTV, offrire accesso a tutte le piattaforme televisive, IP compresa.
Saranno necessari anche sgravi fiscali per l’adeguamento degli impianti riceventi, uno strumento già utilizzato nell’ambito residenziale, per esempio per l’efficientamento energetico e le ristrutturazioni, e oggi particolarmente adeguato nell’ottica di favorire in senso più ampio l’innovazione delle infrastrutture presenti negli edifici.
Questo in un contesto in cui le risorse economiche sinora stanziate sembrano insufficienti per dare agli acquisti la spinta che serve ai fini di un adeguato supporto all’innovazione.
E ancora di più se si tiene conto anche di altri elementi come, per esempio, lo smaltimento dei rifiuti elettronici e la riduzione dei consumi energetici, grazie all’efficienza dei nuovi apparecchi device, non solo rispetto ai molti televisori a tubo catodico ancora installati, ma anche agli apparecchi con già qualche anno di vita.
Anitec-Assinform sottolinea, infatti, che la sostituzione degli apparecchi riceventi sembra procedere ancora a un passo troppo lento per non creare al momento del passaggio al nuovo standard Dvb-T2, nel 2022, rischi di esclusione di una parte consistente della popolazione sminuendo gli effetti di un salto tecnologico promettente.
Marco Gay, presidente Anitec–Assinform: “Il passaggio al nuovo standard è frutto di una visione di sistema, indipendente dai vendor, che va perseguita. Una visione che veda la transizione non solo un passaggio indispensabile per l’implementazione delle nuove reti di telecomunicazione, ma anche quale opportunità per promuovere l’evoluzione verso una maggiore qualità di fruizione dei contenuti e l’integrazione sullo stesso apparecchio di un novero crescente di servizi. Un’evoluzione che va a vantaggio di tutti, che si inserisce a pieno titolo nella digitalizzazione del Paese e che, per questo, deve trovare spinta in una maggiore incentivazione alla sostituzione degli apparecchi”.
In un contesto, tra l’altro, in cui l’utilizzo del televisore da parte delle nuove generazioni è orientato più a sfruttare la diagonale maggiore del display televisivo, che alla fruizione effettiva dei servizi di trasmissione, della tv pubblica, come di quella privata.
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