E’ disponibile l’ultima edizione del report che monitora ogni trimestre i trend demografici e le performance delle startup innovative. Offre una panoramica sulle startup, anno dopo anno dal 2012 quando, con il decreto legge 179/2012, anche l’Italia si è dotata di una normativa organica per favorire crescita e sviluppo di queste imprese ad alto valore tecnologico, e sostenere il relativo ecosistema imprenditoriale. Il rapporto è curato dal Mise con la collaborazione di Infocamere ed il supporto di Unioncamere.
Ricordiamo che la definizione di startup innovativa è introdotta proprio dall’art. 25 del citato decreto legge e qualifica una società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, non quotata, di nuova costituzione o costituita da meno di 5 anni e con una serie di ulteriori requisiti espressi dal medesimo articolo cui rimandiamo.
Il censito evidenzia una popolazione di startup stabilmente assestata oltre le 10mila unità, in leggera crescita rispetto al periodo precedente e la Lombardia ospita poco più del 25% del totale. Circa il 18% del totale ha sede a Milano, che da sola supera qualsiasi altra regione, mentre sono 1.155 le startup romane. Nel rapporto impresa/impresa innovativa è però il Trentino-Alto Adige a mostrare la percentuale più alta (4,9% di tutte le società costituite negli ultimi cinque anni in questa regione è una startup).
Nel complesso, il fenomeno startup è un fenomeno di micro-imprese, complessivamente con un valore di produzione medio inferiore ai 190mila euro; questo anche per il ricambio costante del particolare segmento che vede ovviamente le realtà migliori trasformarsi velocemente e perdere la qualifica di startup innovativa.
Un riscontro positivo arriva però proprio dal valore della produzione complessiva. Ammonta a 1.199.231.058 euro, dato di circa 382 milioni di euro superiore rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente, mentre il valore mediano della produzione è di circa 36mila euro (valore sensibilmente più basso rispetto alla media di circa 187mila euro delle aziende), a conferma che la maggioranza delle startup innovative registrate si trova ancora in una fase embrionale di sviluppo.
Più alta, rispetto alla media, l’incidenza delle realtà in perdita (52,3% rispetto al 32,1% del totale delle imprese). Anche questo è un fenomeno da correlare alla natura delle organizzazioni che tuttavia mostrano un tasso di immobilizzazione (è un indicatore della propensione ad investire delle aziende) sei volte più elevato rispetto ad altre aziende.
Le startup impiegano complessivamente al 30 settembre 2019 circa 60mila persone, di cui 48mila soci di capitale dell’azienda. Una su cinque delle startup innovative è fondata da under 35, ma solo 13,5 su cento sono fondate da donne.
Se si guarda alla distribuzione per settore economico: assicurazioni/credito e trasporti/spedizioni sono i comparti con il numero inferiore di realtà (rispettivamente 22 e 29), mentre l’ambito manufacturing (ed energia) con 1.893 startup e i servizi alle imprese per complessive 7.770 realtà i comparti con il numero maggiore di realtà attive. Le startup innovative contano una media di dipendenti di 3,46 unità, mentre le nuove società di capitali mostrano un valore medio di 5,86 addetti.
La distribuzione di utili e perdite vede tra le startup innovative in utile circa il 47,7% delle realtà (52,2% in perdita) contro il 67,9% delle nuove società di capitali versus il 32,1% in perdita.
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